Capitalismo, Politica, Temi, Interventi

Già molto è stato detto e scritto sulla tragica vicenda della GKN Drivelin di Campi Bisenzio in provincia di Firenze. La brutalità del metodo di licenziamento, tramite una mail che comunica l’immediata chiusura dello stabilimento, ai 422 dipendenti, cui si aggiungono lavoratrici (nella stragrande maggioranza) e lavoratori dei servizi in appalto, la mesa, le pulizie e poi l’indotto che ruota attorno all’azienda.

La pandemia ha pretestuosamente portato allo scoperto la totale assenza di politiche industriali, che c’è in questo Paese da almeno vent’anni, e da trent’anni di screditamento del valore del lavoro, di chi lo fa e di chi lo rappresenta.

A questo si aggiunga un ritardo di investimenti per riconversioni e strategie adeguate ai cambiamenti dei mercati e delle tecnologie, auto elettriche e funzioni della componentistica.

Ora, solo citati i temi, proprio per evitare che si pensi che non siamo consapevoli di ciò che accade in questo mondo, delle difficoltà generali e dei ritardi colpevoli della politica e dei governi che si sono succeduti, si tratta nell’immediato, di guardare alle persone, agli uomini e alle donne che fino a ieri credevano di essere protetti in quell’azienda, che si sentivano (e lo erano) una comunità solidale ed affiatata, molto più che in tanti altri luoghi di lavoro.

Evidentemente, siamo tutti/e allo scoperto, esposti e senza certezze. Questa sensazione può pericolosamente generare la sfiducia nel lavoro e tendere verso la ricerca del guadagno, il valore del lavoro scambiato con il valore del guadagno. Abbandonato il tema della responsabilità sociale delle imprese, resta quello della sopravvivenza e ognuno/a si attrezza come può. Questo è il rischio che si impone alle riflessioni strategiche: valore del lavoro, buona occupazione, equo compenso, per il bene del Paese.

Ogni storia racchiude le sue tragicità e ogni storia fa notizia per qualche tempo, ma, se non proviamo subito ad affrontare il tema delle trasformazioni che si impongono con strategie industriali nazionali ed europee, il rischio è che le GKN si moltiplichino rapidamente e impunemente, potendo guardare unicamente al proprio profitto, delocalizzando, abbandonando luoghi e lasciando scie di vite spezzate.

Proprio oggi ci sarà l’incontro con il Mise presso la sede della prefettura di Firenze, le richieste saranno di salvare l’azienda, salvare il lavoro e ritirare i licenziamenti. Siamo tristi e solidali, vicini alle preoccupazioni delle persone che stanno guardando al loro futuro con paura e rabbia.

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Un commento a “Senza certezze e senza protezioni. Siamo tutti e tutte la GKN”

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