Giovanna Scassellati Sforzolini il 19 Aprile 2020 alle 06:26 Rispondi Credo che se non si parte dall ‘uguale rapporto finanziario non si arriverà da nessuna parte l’ Europa è stata fono ad oggi a due velocità. Non è possibile che diversi stati siano paradisi fiscali Olanda Lussemburgo Malta Cipro quindi va modificato. Dovremo restituire i soldi e stiamo obbligando i nostri figli a lavorare per risarcire. Tutto ciò se non si svincola dal Mes lo pagheremo come la Grecia. Noi avevamo da bambini il sogno di un Europa a scuola partecipammo a concorsi sul modello di Ventotene. Ma la solidarietà sociale non esiste aumentano le disuguaglianze anche fra la classe media.
Sperotto Fiorenzo il 17 Aprile 2020 alle 11:19 Rispondi Europa, impossibile e imprescindibile. Giusto, soprattutto in momenti come questo, quando decision making e administrative capacity appaiono quali sono, cioe’ imprescindibilmente predeterminati dal profilo istituzionale ed amministrativo della UE “as it is”. Almeno nel breve termine. Altrimenti si parlera’ di cambiamenti della cultura che porteranno cambiamenti nelle strutture amministrativa ed isitituzionale, che porteranno infine a diverse decisioni. Ma qui siamo fuori dell’orizzonte temporale della negoziazione in corso. La UE oggi e’, a mio modo di vedere, esattamente quello che doveva essere nell’idea dei suoi fondatori: istituzionalmente un apparato perfettamente burocratico e per questo ritenuto capace di mediare tecnicamente gli interessi. La mediazione politica degli interessi non e’ mai stata al centro della costruzione Europea. Per le sue caratteristiche costitutive, il progetto Europeo prevede la subordinazione definitiva del Politico alla Téchne [τέχνη], un processo che ha subito, e’ vero, una forte accelerazione quando il neo liberismo e’ diventato mainstream fra i governi degli Stati Membri, tuttavia va detto che la predisposizione costituzionale dell’Europa forniva a questo esito un fertile approdo. I padri fondatori poi condividevano l’idea che i valori di riferimento avrebbero guidato, ispirandola, la mano dei timonieri dell’Europa. E tuttavia il modello tende conseguentemente ad espellere, nel perfezionarsi come burocrazia, cioe’ come amministrazione e non soggetto politico, ogni riferimento a valori. Il nano politico con cui ci troviamo a negoziare durante una pausa da shock dell’anomia neoliberal e’ l’Europa. Certamente imprescindibile. Certamente oggetto lontano e impossibile, perche’ l’Europa e’ in toto priva di valori. Mi verrebbe da dire, ma sarebbe una debolezza presenile, specie di quelli [chiave per la nostra esperienza e provenienza politica, che e’ comune, spero sia chiaro] che provengono dalla democrazia e dal socialismo – solidarieta’, integrazione, cittadinanza, eguaglianza sociale. L’Europa e’, piaccia o no, un fait accompli. Tenere aperto un contenzioso come se questo corrispondesse ad uno scontro sui valori e sugli esiti dell’Europa, non lo vedo proprio. Il progetto Europeo e’ chiuso, almeno nel breve termine, cioe’ nel tempo della decisione politica. Non credo francamente che serva tenere aperto il negoziato. Varoufakis ha spiegato molto bene che l’oggetto dei negoziati con la troika e’ il niente. Servono a toglierti il tempo di mitigare i rischi e a crearti una dipendenza al momento in cui si parlera’, dopo l’anestesia, di pagare l’operazione. A meno che il vento cambi e il mainstream neoliberal si corroda. La Mazzucato e’ brava e ha coraggio, e ha argomenti vincenti, ma chi la ascoltera’, la squadra della Merkel, quella del FMI? Niente illusioni. Manca il tempo per negoziare. Bisogna arrivare alla trattativa con un’alternativa in tasca (basterebbe un’accordo segreto con Confindustria e sindacato). Sbattere, a la Khruschev, una scarpa sui banchi dell’Eurogroup e minacciare l’opzione zero – Eurobond: prendere o lasciare, oppure l’Italia lascia l’Europa. Cosa ci si aspetta dall’Europa e’ un altro punto importante. L’Europa non e’ fragile, affatto. L’Europa “as it would be” e’ fragile, non quella che siede contro di noi nella trattativa. Bisogna prendere l’Europa per quello che e’. Ho lavorato a lungo con le strutture Europee per poter credere che esse non siano solidamente costruite e rispondenti ad una logica ferrea, espressione istituzionale di modelli culturalmente condivisi dalle elites dei Paesi Europei, piaccia o no. Gia’ nel 2016 Galli al convegno Ars & CRS aveva spiegato il dramma di avere la Germania a guidare l’Europa, e come l’enfasi su stabilita’ ed esportazioni abbia tolto il tappeto alle componenti della domanda interna aggregate e messo la parola fine ai patti sociali nazionali e alle varie forme di welfare. E Varoufakis anche recentemente e’ intervenuto a ribadire che lo schema e’ questo. https://www.pressenza.com/it/2020/04/yanis-varoufakis-leuropa-e-rimasta-bloccata/ Cosa e’ successo da allora? E’ cambiato qualcosa nella cultura delle elite europee, a parte qualche balbettio da shock anafilattico in queste ultime settimane? Paradossalmente, sono proprio preoccupazioni di ordine sociale, di integrazione e di stabilita’ della compagine sociale, che stanno alla base degli incubi Tedeschi che risalgono alla brutta uscita dal ’29 (Weimar). La nostra Europa made in Germany essendo preoccupata delle possibili erosioni della compagine sociale persegue la politica di fiscal compact. Si noti che il Patto di bilancio europeo del 2012 (Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria) non e’ mai passato al vaglio del Parlamento Europeo, ne’ e’ stato proposto come direttiva dalla Commissione. Europa, un’entita’ non costituita? Temo che il progetto Europeo (degli altri, di chi ne prepara l’agenda) sia gia’ in grande stato di avanzamento da tanti anni, cui corrispondono gravi alterazioni dei processi costituzionali, totale asservimento delle delle istituzioni agli obiettivi strategici, crescenti infrazioni a statuti e procedure. Trovo che anche l’idea (speranza) di un’Europa chiamata a risolvere le anomalie Italiane, idea che risale ai padri fondatori, sia oggi totalmente poco piu’ di un assunto indimostrato. Trovo molto piu’ probabile che il rigetto sociale sara’ collegato (o derivera’, qui contano le percezioni) all’incapacita’ amministrativa Italiana nell’erogare sussidi a lavoratori, partite IVA, imprese e altri beneficiary nei termini e negli importi dovuti. L’Europa sta facendo quello che puo’ fare non essendo un confederazione, dunque priva di bilancio. Questo e’ oramai luogo comune. Ma quando mai l’Europa e’ stata al centro dello scontro politico delle elezioni Europee? Chi ha ricevuto sussidi direttamente dall’Europa? Questi sono fatto estranei alla vita della gente. La percezione popolare sara’ meno risentita con l’Europa che con il proprio governo o con altro governi nazionali. Se il governo Conte non riuscira’ a far fronte alla politica di sussidi annunciata, esso stesso sara’ ritenuto responsabile, non l’Europa. L’implosione politica. L’Europa e’ essa stessa in piena balia dei nazionalismi. La politica Europea verso gli immigrati sta inseguendo le pratiche dettate dai nazionalisti, pedissequamente rincorrendo i fantasmi e le paure che avrebbe dovuto invece contribuire a combattere e vincere. Legittimando pratiche extralegali commiste fra corpi di polizia e formazioni di destra apertamente fascista, che mettono in difficolta’ operative gravi le NGO sul posto (Lesbos). Questa politica nutre il rigetto sociale. Mentre rafforza con codismo opportunista le paure invece di demolirle, mette un freno ai processi di rafforzamento e allargamento della cittadinanza sociale che proprio in tali situazioni si vincono o si perdono. Grazie per l’opportunita’ offerta. Buon lavoro e coraggio.
Giovanna Scassellati Sforzolini il 19 Aprile 2020 alle 06:23 Rispondi Credo che se non si parte dall ‘uguale rapporto finanziario non si arriverà da nessuna parte l’ Europa è stata fono ad oggi a due velocità. Non è possibile che diversi stati siano paradisi fiscali Olanda Lussemburgo Malta Cipro quindi va modificato. Dovreo restituire i soldi e con stiamo obbligando i nostri figli a lavorare per ridarcire. Tutto ciò se non si svincola dal Mrs lo pagheremo come la Grecia. Noi avevamo da bambini il sogno di un Europa a scuola partecipammo a concorsi sul modello di Ventotene. Ma la solidarietà sociale non esiste aumentano le disuguaglianze anche fra la classe media.