L’articolazione dei titoli universitari su due livelli (seguiti da un terzo, il Dottorato, con caratteristiche in parte diverse) è stata decisa nell’ambito del ‘Processo di Bologna’, l’iniziativa in corso dal 1999 per la progressiva realizzazione della European Higher Education Area, EHEA. In Italia, l’adozione è avvenuta con il D.M. 509/1999, parzialmente modificato dal D.M. 270/2004; nella quasi totalità delle Facoltà i nuovi percorsi sono in atto dal 2001. Nel presente articolo analizziamo non l’intera attuazione del Processo di Bologna, bensì alcune questioni inerenti l’inserimento occupazionale dei laureati italiani. L’esame proposto non riguarda solo gli aspetti quantitativi del fenomeno; l’accento è stato posto anche su talune questioni di carattere qualitativo poiché le principali problematiche inerenti l’occupazione dei laureati non sono legate al possesso della Laurea (L) piuttosto che della Laurea Magistrale (LM), bensì alla carenza, in entrambi i casi, di “competenze trasversali”. Ciò è emerso, ad esempio, nel corso di un incontro tra un gruppo di imprenditori e un gruppo di accademici organizzato dal CARED nel maggio del 2011, presso l’Università di Milano-Bicocca (http://www.cared.unige.it/Allegato1…), nell’ambito della ricerca alcuni dei cui risultati vengono qui presentati Risultati analoghi sono presenti in altri studi (Fondazione Agnelli, 2011; Leoni, 2011)
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