Continua il 21 dicembre, in occasione della discussione in Parlamento della Legge di bilancio, la mobilitazione dei soggetti sociali e sindacali che promuovono la campagna “Non per noi ma per tutti e tutte”, lanciata dalla Rete dei Numeri Pari.
Al centro le 7 proposte elaborate in occasione delle assemblee territoriali contro il carovita che si sono svolte lo scorso 5 dicembre: extraprofitti tassati all’80% e allargamento alle imprese nel settore assicurativo e farmaceutico; rafforzamento del Reddito di cittadinanza rendendo la misura meno condizionata, investendo il doppio delle risorse rispetto a quanto fatto finora e abolendo discriminazioni ed esclusioni sessiste e razziste; nessuna tregua fiscale, né condoni per gli evasori, né innalzamento del limite all’uso del contante; garanzia del diritto all’abitare con un Piano casa strutturale che metta al centro la dignità e i diritti delle persone; istituzione del Salario Minimo; innalzate all’attuale media europea delle spese per Sanità e istruzione portandola rispettivamente all’8% e al 4,7% del PIL; cancellazione di qualsiasi ipotesi di Autonomia differenziata e la cancellazione del comma 3 dell’art. 116 della Costituzione.
È proprio quest’ultima proposta che dà il nome alla mobilitazione e che rappresenta oggi l’unico argine alla frammentazione della Repubblica e alla disgregazione dei concetto di uguaglianza e sussidiarietà così come previsti dalla nostra Costituzione. Attraverso l’articolo 143 della Legge di Bilancio, con il pretesto della procedura di definizione dei Livelli essenziali di prestazione (LEP), il Governo apre le porte all’Autonomia Differenziata e istituzionalizza definitivamente le ingiustizie e le disuguaglianze. L’autonomia differenziata liquiderebbe definitivamente tutto ciò che è “pubblico”, cioè finalizzato all’interesse generale, destinato a diminuire le differenze tra ricchi e poveri. Principi e diritti sociali previsti nella prima parte della Costituzione di fatto sarebbero annullati, aprendo alla privatizzazione in ogni settore e a contratti di lavoro regionali. Ogni Regione farebbe da sé, con i propri fondi, trattenendo la maggior parte del proprio gettito fiscale. Ai Livelli essenziali di prestazione (LEP), da molti indicati come la soluzione del problema e quindi grimaldello per l’autonomia differenziata, ma che rischiano di definire servizi minimi costituzionalizzati, a cui poi le singole Regioni aggiungeranno più ricche funzioni, vanno sostituiti dei livelli uniformi di prestazione. Solo così sarà possibile evitare che chi può ce la fa e gli altri si arrangino.
Il progetto di Autonomia Differenziata è la cornice e l’espressione assoluta di una Legge di bilancio classista che fa cassa sui poveri, tradisce la Costituzione scaraventando senza alternative nella miseria milioni di persone, non affronta né i limiti del nostro modello industriale ed energetico né la crisi ecologica e non dà risposte a lavoratrici e lavoratori poveri, precari e sfruttati. Una Legge di bilancio che non tiene conto nemmeno della lezione della pandemia e taglia i fondi anche alla Sanità Pubblica, facendo l’ennesimo regalo a quella privata, violando il diritto alla salute e alle cure previsto dalla Costituzione. Una Legge di bilancio priva di coraggio che tagliando il Reddito di Cittadinanza, senza nessuna riforma del welfare e misure alternative, sceglie cinicamente di condannare alla miseria milioni di persone e affossa il sistema Paese ancorandolo a un modello di sviluppo insostenibile. Non è vero che i soldi non ci sono, vanno fatte altre scelte!
Per questo le 700 realtà sociali e sindacali della campagna Non per noi ma per tutti e tutte e il Tavolo No Autonomia Differenziata saranno in Piazza della Rotonda a Roma mercoledì 21 dicembre dalle ore 16.
www.nonpernoi.itwww.perilritirodiqualunqueautonomiadifferenziata.home.blog/info.nonpernoi@gmail.comnoautonomiadifferenziata@gmail.com347 393 5956328 977 4885328 131 25953385065661
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