In vista del congresso nazionale della CGIL pubblichiamo alcuni contributi che derivano dalle assemblee di base e dai congressi di categoria. Il primo è di Paolo Montalti, Segretario generale FILCAMS Emilia-Romagna.
Arrivato alla sua fase conclusiva il XIX Congresso CGIL, dal 15 al 18 marzo le delegate e i delegati eletti dai congressi regionali confederali e delle categorie nazionali saranno impegnati a definire le proposte politiche della Confederazione per i prossimi quattro anni. Un momento di straordinaria importanza, tenendo conto anche della complessità dell’attuale fase storica e del ruolo che il mondo del lavoro e le organizzazioni sindacali possono svolgere nel Paese e non solo. Dopo le assemblee di base nei luoghi di lavoro, tra il 30 novembre e il 9 gennaio si sono tenuti i congressi delle FILCAMS CGIL territoriali dell’Emilia-Romagna, con il Congresso regionale della categoria svoltosi il 17 e 18 gennaio a Riccione, percorso che ha coinvolto complessivamente 983 delegate e delegati dando vita a dibattiti partecipati e di grande interesse. Un dibattito che non solo si è sviluppato sulle azioni prioritarie indicate dal documento “Il Lavoro crea il Futuro”, votato a larghissima maggioranza nelle assemblee di base, ma che ha saputo cogliere gli spunti necessari per coniugare la discussione congressuale con le problematiche dei settori rappresentati dalla categoria e con la quotidianità della vita nei luoghi di lavoro. L’obiettivo alto è quello di consegnare un contributo al congresso nazionale per disegnare un modello di società alternativo a quello concepito da questa destra di governo, a partire dal lavoro, perché davvero il lavoro può creare il futuro. Un futuro da consegnare alle nuove generazioni, i giovani, che insieme alle donne sono stati coloro che maggiormente hanno subito gli effetti negativi della crisi pandemica, per via di quella precarietà e di quella flessibilità sponsorizzate quali strumenti utili a rendere più libero e flessibile il mercato del lavoro, con l’obiettivo di creare maggiori opportunità occupazionali e di inserimento nel mondo del lavoro ma che non hanno prodotto nessuno di quei benefici paventati da chi ne rivendicava e ne sosteneva la necessità. Al contrario, quella precarietà che in tutte le sue forme permea trasversalmente i settori della Filcams, ha generato instabilità, insicurezza, lavoro povero, assenza di prospettiva. Questo congresso è l’occasione per aprire nel Paese una discussione pubblica, sulle condizioni del lavoro e sugli effetti dell’eccessiva precarizzazione del lavoro. Una precarietà da contrastare con tutti gli strumenti della contrattazione ma che necessita anche di un forte intervento pubblico a contrasto e di profonde modifiche legislative all’impianto normativo sul lavoro. Un’iniziativa complessiva per un mercato del lavoro più stabile, maggiormente tutelato e garantito, che tenga a riferimento quei principi e quei valori contenuti nella Carta dei Diritti Universali del Lavoro, considerata un patrimonio dell’organizzazione da non disperdere. E se i part-time involontari, la stagionalità, i contratti a termine e gli appalti sono stati tra gli argomenti al centro del dibattito, l’emergenza salariale e il lavoro povero considerate ineludibili conseguenze della precarietà, hanno occupato un importante spazio di discussione. Un’emergenza, quella salariale, già grave in periodo pre-pandemico, si è ulteriormente acuita durante la crisi pandemica anche per l’effetto negativo che le necessarie restrizioni hanno prodotto su molti settori di rappresentanza della categoria, complicando ulteriormente la situazione di una ormai cronica difficoltà nel rinnovare i contratti in tempi brevi. Per un recupero salariale adeguato è imprescindibile sostenere un intervento di riduzione del cuneo fiscale oltre a rivendicare una politica fiscale che rispetti quella proporzionalità sancita dalla Costituzione ma per dare risposte salariali adeguate è altrettanto imprescindibile rinnovare i contratti e seppur in presenza di un contesto politico non favorevole, si deve continuare a rivendicare una legge sulla rappresentanza con l’obiettivo di dare attuazione alla Costituzione e attribuire validità erga omnes ai contratti sottoscritti dalle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative. Per le delegate e i delegati della FILCAMS va trovata la modalità per uscire dalle difficoltà nei rinnovi attraverso il pieno coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori nell’andamento delle vertenze contrattuali e il massimo impegno nell’informarli e nel renderli partecipi, con la consapevolezza che le annose vertenze contrattuali non possono essere una mero problema delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti ma riguardano tutta l’organizzazione, in particolare quando i mancati rinnovi interessano chi lavora in appalti pubblici a servizio della collettività. La contrattazione deve diventare anche lo strumento attraverso il quale creare percorsi di qualificazione professionale utili a sviluppare le competenze necessarie allo svolgimento di tutte quelle nuove mansioni oggi richieste nei settori destinati all’erogazione di servizi, soprattutto nel commercio e nel turismo, con uno sguardo attento anche ai cambiamenti, cercando di coniugare lavoro e ambiente. Una contrattazione inclusiva con l’obiettivo di ricomporre le filiere e di uniformare le condizioni normative ed economiche, contrastando nel contempo lo sfruttamento e le azioni di dumping contrattuale, per scardinare il lavoro povero, la precarietà e abbattere le diseguaglianze che attraversano il mondo del lavoro, estendendo i diritti che sono tali solo se garantiti a tutti in egual misura senza distinzioni. Creare lavoro di qualità adeguatamente retribuito, per superare la retorica dei “lavoretti” e sconfiggere la falsa narrazione sui giovani che non accettano di lavorare. Questo il contributo portato dai congressi della FILCAMS CGIL dell’Emilia-Romagna, per guardare ad una società futura che riparta dal lavoro con un’idea alternativa di sviluppo.
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