Dal 24 al 27 ottobre il movimento ambientalista di Ravenna e le realtà femministe del territorio saranno nelle strade e nelle sale della città per manifestare la propria volontà di contrasto alla deriva fossile che in mille modi sta distruggendo il mondo in cui viviamo. Un fitto programma di iniziative che esplicitamente si contrappone al concomitante vertice OMC – Offshore Medenergy Conference and Exhibition, la “manifestazione dell’energia”: una kermesse voluta dai poteri locali e sovra-locali, che periodicamente porta in città i massimi esponenti del mondo dell’estrattivismo Oil&Gas.
Durante l’estate appena trascorsa, anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, assieme ad altri Capi di Stato, ha sentito l’impellente necessità di lanciare un appello accorato affinché si agisca con urgenza per rallentare il più possibile e subito l’ebollizione globale del pianeta (la definizione è del Presidente delle Nazioni Unite António Guterres). Tuttavia, a Ravenna e in molte altre parti del Paese il mondo economico e quello istituzionale procedono come se nulla fosse, e la crisi climatica non esistesse.
Così, mentre anche si aspetta, lavorando alacremente ai preparativi, l’arrivo della nave rigassificatrice “BW Singapore” (che darà un valido contributo al peggioramento della qualità dell’aria, all’aggravamento del surriscaldamento globale e al rischio incidenti), Ravenna ospiterà al tempo stesso una prise de parole della società, la manifestazione di un sentimento collettivo, la formulazione di un giudizio su chi governa e sulle sue azioni. Promotrice della mobilitazione, dal nome “Vivere senza il fossile. Possibile e necessario”, la Campagna Per il Clima – Fuori dal Fossile, insieme alla Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia Romagna, al Gruppo Energia per l’Italia e alla Rete No Rigassificatori No Gnl, con l’adesione e la partecipazione di numerose realtà ambientaliste di base dei territori limitrofi e anche di zone più lontane, e di soggetti dell’elaborazione femminista come l’Associazione Femminile Maschile Plurale e la Casa delle donne di Ravenna.
Dunque, se il mondo delle politiche estrattive e della “transizione al contrario” si muove alacremente, quello della giustizia sociale e climatica e della costruzione di un futuro pulito non sta fermo. Come ampiamente annunciato dalla martellante promozione su tutti i mezzi di comunicazione, il vertice OMC abbonda di espressioni come transizione ecologica, decarbonizzazione e sostenibilità. Ma è fin troppo chiaro che il consesso non si curerà affatto:
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