Claudio Boniciolli il 25 Ottobre 2016 alle 10:03 Rispondi La proposta di Onida risolverebbe gran parte dei problemi indicati dall’intervento di Ronchetti e dalle osservazioni dei dissenzienti. Per quanto mi concerne il senato potrebbe essere abolito ( quello proposto e’ una oscenita’) ; la difesa delle regioni e’ , a mio giudizio , insostenibile dopo la prova che hanno dato. L’unica realta’ istituzionale radicata nei cittadini e’ il comune.
Giuseppina Marchetti il 22 Ottobre 2016 alle 09:15 Rispondi A livello teorico questo ragionamento è condivisibile, ma a mio parere si scontra con la realtà dell’attuale bicameralismo “perfetto”, in cui i poteri bilanciati rendono lentissimo l’iter delle leggi e i testi che alla fine vengono emanati sono contraddittori e confusi per gli emendamenti frutto dei compromessi che si rendono necessari per raggiungere i voti necessari. Alla fine vengono congedate dal Parlamento senza padri nè madri, tanto vengono stravolti gli obiettivi iniziali. Ed anche l’autonomia regionale, frutto di tante buone intenzioni, ha dato risultati scadenti, sotto gli occhi di tutti. Le differenti coperture del Servizio Sanitario ne sono un esempio scandaloso.
lucia ciarmoli il 23 Ottobre 2016 alle 18:03 Rispondi Forse bisogna analizzare meglio. Quali dati sostanziano il suo affermare che “l’attuale bicamerilismo perfetto, in cui i poteri bilanciati rendono lentissimo l’iter delle leggi e i testi che alla fine vengono emanati sono contraddittori e confusi per gli emendamenti frutto dei compromessi che si rendono necessari per raggiungere i voti necessari. Alla fine vengono congedate dal Parlamento senza padri nè madri, tanto vengono stravolti gli obiettivi iniziali.”? Lo chiedo perché è un fatto che – basta andare sul sito governativo per constatare con delle semplici operazioni matematiche il tempo occorso per l’approvazione di una legge. Il risultato è di una legge ogni 6,5 giorni nelle ultime legislature. Siamo infatti al 2° posto in Europa per leggi approvate. Questo senza mettere sul piatto l’approvazione di leggi quali job’s act… – Per quanto concerne le regioni, unico dato certo con questa riforma è che ci saranno 5 super regioni ” Primo: aumenta la forbice tra Regioni ordinarie e speciali, benché in partenza l’idea fosse quella di parificarle. Secondo: gli statuti speciali sono più garantiti della Costituzione medesima, giacché nel loro caso occorre un passaggio in più (l’intesa), con un procedimento ultrarafforzato. Terzo: l’autonomia delle Regioni speciali non verrà mai più ridimensionata, a meno che esse stesse decidano di fare harakiri. Risultato: ci sbarazziamo del Senato, per liberarci dai suoi poteri di veto. E lo sostituiamo con cinque veto players, le Regioni- Stato. “
Angelo il 23 Ottobre 2016 alle 16:53 Rispondi A voler contestare questa dotta dissertazione politico/giuridica non si saprei nemmeno da che parte cominciare. Intanto la prima enunciazione: “le costituzioni restano e i governi passano”. Giustissima. Ma è proprio per questo che noi sostenitori del SI diciamo che il voto del 4 dicembre non deve essere espresso in base alle proprie simpatie per Renzi. Altra enunciazione: l’art.70 è “un testo tortuoso di oltre due pagine”, e lo si paragona alla semplicità della versione attuale di esso. E’ come paragonare le mele con gli asparagi. Il nuovo articolo 70 deve descrivere le ben più complesse funzioni attribuite al nuovo Senato, e la diversità da quelle della Camera. Quale persona di buon senso può mai pretendere che questa descrizione si sarebbe potuta risolvere in una sola riga?