Qui la locandina
Qui “Dal tecnocivismo alla cittadinanza digitale. Trasparenza e partecipazione” disponibile in open access
Qui il link alla prefazione di Giulio De Petra a “Dal tecnocivismo alla cittadinanza digitale. Trasparenza e partecipazione”
Qui la scheda di “Piattaforme e partecipazione politica”
Per chi, pur interessato, non potrà partecipare di persona è prevista la possibilità di seguire l’incontro collegandosi tramite il seguente link: https://us02web.zoom.us/j/81105284005
Le conseguenze negative di aver consegnato ai monopolisti delle piattaforme il confronto pubblico nello spazio digitale sono oggi sotto gli occhi di tutti, svelate anche ai meno avveduti dall’uso che Musk sta facendo della piattaforma X a servizio della crescita e dell’esercizio del proprio potere.
Ma proprio mentre questa consapevolezza esce dalla ristretta platea degli esperti e inizia a farsi senso comune, proprio ora più evidente e più forte si manifesta la necessità di poter utilizzare la potenza delle tecnologie digitali a servizio di una arricchimento della democrazia.
In particolare questo è vero se ci riferiamo al tema centrale dei due libri che presentiamo, e cioè a quel multiforme insieme di pratiche, strumenti, metodi, istituzioni, attori sociali che per gli autori costituisce la “cittadinanza digitale”, cioè la piena espressione della cittadinanza nel contesto della trasformazione digitale.
È opinione diffusa, e tema dibattuto quotidianamente, che una piena espressione della cittadinanza sia oggi impedita, o comunque fortemente ostacolata, dalla crisi degli istituti democratici. Ma questo non è imputabile soltanto alla scarsa qualità degli attori politici e degli amministratori, o alle carenze degli apparati normativi esistenti. Dipende anche da una oggettiva crescita di complessità dei fenomeni sociali da indirizzare politicamente e da governare amministrativamente. E questa crescita di complessità, come è noto, può essere risolta in due direzioni opposte. Una semplificazione autoritaria che si illude di governare la complessità riducendo gli spazi di democrazia, o, al contrario, una crescita della qualità e della efficacia della partecipazione politica. Ed è proprio questa crescita a richiedere oggi una nuova possibilità di utilizzo della potenza degli strumenti digitali.
I due libri che presentiamo si collocano consapevolmente dentro questa contraddizione: la consapevolezza delle aspettative deluse di migliorare pratiche e istituti della cittadinanza mediante l’utilizzo delle tecnologie digitali, e, al tempo stesso, la convinzione che senza di esse sarà difficile una piena espressione della cittadinanza capace di indirizzare e governare la crescente complessità sociale.
E condividono una proposta di metodo: ogni processo di partecipazione richiede una autonoma e originale progettazione, che non esclude l’adattamento degli strumenti esistenti, ma lo persegue mediante una rigorosa valutazione critica e, se necessario, mediante la riprogettazione di parti anche significative della tecnologia disponibile. Ogni processo di partecipazione richiede di non delegare alla competenza tecnica la comprensione e l’analisi della irriducibile specificità sociale di ogni esperienza, ma impone di considerare la tecnologia digitale una variabile dipendente dalla effettiva utilità sociale dei suoi possibili utilizzi.
Fiorella De Cindio ha insegnato all’Università degli studi di Milano “Linguaggi di programmazione”, “Ingegneria del software”, “Comunità Virtuali”, “Cittadinanza Digitale e Tecnocivismo”, “e-democracy e e-partecipation”. Ha fondato il Laboratorio di Informatica Civica e la Rete Civica di Milano, che è ora una Fondazione di partecipazione di cui è Presidente.
Marco Deseriis insegna Sociologia dei media, della cultura e della comunicazione alla Scuola Normale Superiore. È autore di “Improper Names: Collective Pseudonyms fron the Luddites to Anonymous” (University of Minnesota Press 2015) e “Net.Art: L’arte della commissione (Shake, 2008)”.
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