Articolo pubblicato su “Transform!Italia” il 26.02.2025.
Un grande sollievo e una gioia, a cui ho potuto contribuire anch’io: il ritorno della LINKE in Parlamento con un risultato eccellente, “il ritorno dell’anno” si potrebbe definire.
Qual è il motivo: “Tutti vogliono governare, noi vogliamo cambiare!”, questo slogan era il dinamismo che serviva:
13.000 voti in meno per il BSW (4,972% con una soglia del 5%). Cosa è successo?
La fine di FDP: era ora – con il suo leader di partito e ministro delle finanze, era il puro rappresentante del neoliberismo, del trattamento preferenziale dei ricchi e dell’élite sociale, che ha anche preparato il terreno per la “destra”. È stata giustamente cacciata dalla “coalizione del semaforo” (come veniva chiamata la coalizione che ha sin qui governato, ndr) e molti giovani liberali, che avevano votato per l’FDP l’ultima volta, si sono astenuti dal farlo questa volta e hanno scelto direttamente AFD, CDU o Verdi. La loro è stata una performance molto maschile.
CDU/CSU: sicuri e spietati sulla strada della vittoria per “far uscire finalmente i piccoli gruppi e le ONG dal Parlamento” (citazione di Söder), una forza per cambiare con la dovuta calma le relazioni transatlantiche a favore di Trump, militarizzando l’Europa ed espellendo i “migranti illegali”. Per far sì che il capitalismo possa rimettersi in carreggiata e l’economia possa ripartire – senza menzionare la responsabilità sociale, la giustizia climatica o la responsabilità ambientale. Una forza fondata su un legame di genere maschile!
SPD: ha suonato la stessa tromba dei conservatori per troppo tempo, marginalizzando la propria ala sinistra. Ora potrebbe risalire sulla barca del governo, forse con nuovi personaggi, ma con la stessa negligenza verso il cambiamento climatico come durante l’ultima coalizione. L’impatto della militarizzazione sul clima è criminalmente trascurato, la comprensione sociale rimane legata a piccole nicchie poiché gli argomenti economici dominanti restano legati alla crescita e al modello capitalista.
I Verdi: erano soliti essere una grande offerta nella combinazione di pace, ecologia e diritti delle donne, da molto tempo hanno smesso di farlo in nome di una malintesa “responsabilità”. Politica estera femminista? Anche questa era originariamente un’idea entusiasmante, su cui contavano molte giovani donne, soprattutto del circolo WILPF (Women’s International League for Peace and Freedom – Rete internazionale di donne per la Pace e la Libertà), ma ha cooptato l’agenda WPS (Women, Peace and Security – Donne pace e Sicurezza), omologata al mainstream politico (ndr) il disarmo e la prevenzione sono praticamente annullati e la costruzione della pace sta annegando nella retorica geostrategica della forza attraverso le armi, la prevenzione dei conflitti e gli aiuti umanitari erano già stati sacrificati in una certa misura nella corsa al nuovo orientamento. Certamente non sarà una politica estera femminista.
AFD: nessuna ulteriore spiegazione! Il fascismo va combattuto! Puro antifemminismo sotto mentite spoglie. Conservazione e tradizione.
L’Europa deve ritrovare le proprie radici: è questo il messaggio attuale? Sfortunatamente, ci sono pochissimi segnali in tal senso, a parte il rafforzamento del braccio di difesa e della cooperazione NATO, o della NATO come parte integrante della politica estera dell’UE.
La miseria nel mondo, le tante guerre, gli effetti del colonialismo e del capitalismo sono tutti assenti dai programmi politici. La pace in Medio Oriente è sostituita dalla caccia agli antisemiti in patria (anche se esistono, ovviamente, e la cautela è un prerequisito). Non ci sono quasi vere iniziative di pace, l’OSCE e gli sforzi di riforma verso la “sicurezza comune” sono lasciati a un piccolo gruppo, emarginato nell’arena politica, come purtroppo è quasi sempre accaduto.
La percentuale di donne nel nuovo Bundestag sarà del 32%, principalmente dovuta alla sinistra del “centro borghese”. Un forte rifiuto della parità!
La democrazia è davvero a rischio, ma per noi la speranza è l’ultima a morire, stiamo continuando a lottare e la speranza è cresciuta un po’ con il risultato della sinistra!
Traduzione ripresa dal sito di Transform!Italia, effettuata tramite Google translator.
*Heide Meinzolt è un’attivista femminista e pacifista tedesca. È stata membra del Comitato Esecutivo del Partito Verde Europeo dal 1992 al 1998. Ha lasciato il partito nel 2000. Dagli anni ‘80 fa parte del Women’s International League for Peace and Freedom (WILPF).
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