La Germania ha votato anticipatamente. Il 6 novembre 2024, il cancelliere Olaf Scholz ha esautorato il ministro delle Finanze e annunciato l’intenzione di porre una questione di fiducia, con la possibilità di elezioni anticipate.
Nel frattempo, l’Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW), nata meno di un anno prima, a gennaio 2024, da una scissione della Linke, aveva già attirato molta attenzione. Dopo anni di conflitti interni, Sahra Wagenknecht aveva lasciato Die Linke, formando una nuova forza politica. Alle elezioni europee del giugno 2024, la BSW aveva ottenuto il 6,2% dei voti, raggiungendo pochi mesi dopo risultati significativi alle regionali in Germania orientale, entrando anche in coalizioni di governo in Brandeburgo e Turingia.
Nonostante questi buoni risultati, alle ultime elezioni la BSW non è riuscita a entrare, per soli 9.000 voti, nel Bundestag. Pur avendo ottenuto il miglior risultato per un partito di nuova formazione, la delusione è stata grande. Gli eventi tra la caduta della coalizione di governo e le elezioni evidenziano però le criticità del sistema politico tedesco e il ruolo crescente della BSW nel dibattito pubblico.
1. Cosa vuole la BSW?
Non esiste ancora un programma di base, ma già a novembre era chiaro quali fossero i principi cardine del nuovo partito: pace, economia sociale di mercato e un approccio più sfumato al dibattito sulla migrazione.
Nel suo anno di fondazione, il principale tratto distintivo della BSW consisteva nell’opposizione alla “politica estera basata sui valori” della coalizione di governo, proponendo invece una coerente politica di pace. Secondo la BSW, la strategia della ministra degli Esteri Annalena Baerbock e del ministro dell’Economia Robert Habeck non solo aveva causato gravi danni economici e aumentato il rischio di un’escalation della guerra in Ucraina, ma aveva anche portato la Germania, con le sue massicce forniture di armi, a sostenere una guerra di ritorsione contro i palestinesi.
La BSW prevedeva inoltre di stabilizzare l’economia in crisi annullando le conseguenze di una “politica economica moralizzante” e proteggendo il ceto medio e le industrie strategiche. Queste posizioni hanno trovato particolare sostegno nella Germania orientale, dove molte persone si opponevano alle forniture di armi all’Ucraina. La paura del “russo”, ancora forte in Occidente, aveva meno presa in questa regione – dove troppo forti erano i legami personali ed economici risalenti ai tempi della Repubblica Democratica Tedesca (DDR).
Contemporaneamente, le sanzioni economiche contro la Russia avevano colpito in modo particolarmente duro la Germania orientale. Le scarse riserve nelle famiglie e nelle piccole e medie imprese ne hanno lì reso gli effetti, in particolare la perdita delle forniture di gas a buon mercato, decisamente più evidenti. Inoltre, le proposte, avanzate dalla BSW, di socializzazione di alcuni settori economici così come i modelli propugnati in campo di assistenza sanitaria e previdenza sociale comunitari hanno ricevuto un maggiore consenso nell’Est, dove era ancora forte la memoria del sistema socialista.
Nonostante i successi alle elezioni regionali, alle ultime elezioni la BSW ha però perso consensi anche nell’Est, con una diminuzione dei voti alle elezioni federali, sebbene i numeri assoluti siano rimasti stabili grazie alla maggiore affluenza alle urne.
Un fattore decisivo è stata la difficile formazione del governo in Turingia. Per evitare che un esponente dell’AfD diventasse presidente del Land, la BSW ha infatti dovuto fare alcune concessioni durante i negoziati di coalizione, giudicate però eccessive da molti elettori. Il conflitto tra la leadership del partito e quella regionale fu presentato all’epoca come uno scandalo, e anche dopo l’accordo rimase l’impressione che la BSW avesse ceduto troppo.
Particolarmente delusi furono gli elettori che si aspettavano una netta rottura con l’establishment, un impegno con cui la BSW aveva fatto campagna elettorale. Questo “tradimento” fu mal visto, soprattutto nella Germania orientale, dove molte persone si sentono politicamente messe ai margini del sistema politico istituzionale.
2. I temi della campagna elettorale
Durante l’ultima campagna elettorale, la BSW ha focalizzato la sua critica sulle gravi mancanze della coalizione di governo, accusando una politica ambientale miope e un approccio ideologico verso la Russia che ha causato danni economici, aumentando i costi per le famiglie e favorendo la militarizzazione. La fine delle forniture di gas russo e la dipendenza dal gas liquido americano, unita alle tasse sul CO₂ e alla privatizzazione delle reti energetiche, ha infatti portato la Germania ad avere l’elettricità più cara d’Europa, danneggiando famiglie e settori chiave come l’industria chimica.
Nel frattempo, la “svolta storica” di Scholz, che ha destinato 200 miliardi di euro per scopi militari, ha suscitato crescente discontento. Le forniture di armi all’Ucraina e la prospettiva di un conflitto diretto con la Russia hanno ridotto il sostegno popolare. Inoltre, l’annuncio di Scholz di schierare missili americani in Germania dal 2026, decisione presa senza discussione pubblica, ha alimentato le preoccupazioni.
In questo contesto di crescente rischio militare ed economico, la BSW ha dato voce a molti elettori delusi dai partiti tradizionali. Ma durante la campagna elettorale, questo tema centrale ha perso rilevanza, a causa dell’intervento di altri fattori.
2.1. Trump e il cambiamento degli argomenti del dibattito
Poco prima della rottura della coalizione semaforo, è arrivata negli Stati Uniti la rielezione a presidente di Donald Trump. La sua enfatica dichiarazione di voler porre fine alla guerra in Ucraina in pochi giorni dal suo insediamento è caduta proprio nel mezzo della fase calda della campagna elettorale tedesca e ha spento l’appeal dei richiami pacifisti della BSW.
Allo stesso tempo, il tema dell’Ucraina è stato largamente evitato durante la campagna elettorale. Era nota l’avversione alla fornitura di armi di gran parte della popolazione, di cui invece il candidato cancelliere della CDU, Friedrich Merz, era stato fino a quel momento considerato un falco. Ancora nell’ottobre 2024, aveva posto un ultimatum a Vladimir Putin, minacciando che, al suo scadere, il territorio russo sarebbe stato colpito con missili Taurus “entro 24 ore”. Durante la campagna elettorale non se ne è più parlato. Al contrario, un altro tema è emerso al centro dell’attenzione pubblica: la migrazione.
2.2. La migrazione come tema dominante della campagna elettorale
Già quando era ancora nel partito Die Linke, Wagenknecht aveva avuto una posizione critica sulla politica migratoria – in particolare dopo gli attacchi massicci avvenuti nella notte di Capodanno del 2015/16 a Colonia. Wagenknecht ha sempre sottolineato che l’immigrazione doveva essere limitata e che i migranti colpevoli di atti criminali dovessero essere espulsi in modo deciso, chiedendo allo stesso tempo una migliore integrazione per i migranti che erano già ben integrati.
La domanda su come gestire i migranti colpevoli di atti criminali ha acquisito, durante la campagna elettorale per il Bundestag, una tragica rilevanza. Il 20 dicembre, un migrante saudita aveva travolto deliberatamente il mercatino di Natale di Magdeburgo con un’auto, uccidendo sei persone e ferendone 299. Poche settimane dopo, a febbraio 2025, un autista afghano a Monaco di Baviera aveva guidato la sua auto contro una manifestazione sindacale – una madre e il suo bambino di pochi anni persero la vita, mentre 39 persone rimasero ferite.
Questi e altri eventi simili hanno scatenato un acceso dibattito sociale, dal quale inizialmente fu soprattutto l’AfD a trarre vantaggio. La BSW ha criticato le mancanze del Governo in materia di sicurezza interna e gli ha imputato l’insufficiente applicazione delle leggi esistenti in merito alle espulsioni. La CDU, come principale partito di opposizione, ha ovviamente cercato di sfruttare il dibattito a suo favore, presentando con grande urgenza tre mozioni al Bundestag che prevedevano un ampliamento significativo dei poteri di sorveglianza dello Stato. Tra le proposte vi erano la reintroduzione dei controlli alle frontiere, il respingimento dei migranti provenienti da paesi terzi sicuri, la sospensione del ricongiungimento familiare per i rifugiati con status di protezione sussidiaria, nonché l’ampliamento dei poteri per la conservazione dei dati.
2.3. La BSW e il dibattito sul “cordone sanitario”
Invece di affrontare in modo sostanziale queste proposte, il dibattito politico si è concentrato quasi esclusivamente sulla questione del cosiddetto “cordone sanitario” contro l’AfD (Brandmauer). L’AfD aveva già annunciato che avrebbe sostenuto le mozioni. A quel punto, i media e gli avversari politici spostarono la discussione sulla questione della legittimità o meno di una legge approvata con i voti dell’AfD.
La BSW si era già espressa in passato contro l’opportunità del “cordone sanitario”. Wagenknecht aveva sostenuto che una tale strategia non avrebbe fatto altro che conferire maggiore influenza sul dibattitto pubblico all’AfD, favorendone la crescita. Di conseguenza, la BSW ha deciso di seguire criteri di merito nella votazione delle mozioni:
Tuttavia, in mezzo a un dibattito tanto infuocato, lo spazio per questa posizione differenziata è risultato inevitabilmente ridotto.
La CDU, grazie alla sua vicinanza all’AfD, ha subito pochi danni ed è anzi riuscita a presentarsi come alternativa “democratica” all’AfD, pur avendo in realtà posizioni molto simili a quelle dell’estrema destra. Ironia della sorte, è stata soprattutto la BSW a soffrire di questa impostazione del dibattito. Alcuni sostenitori di Sahra Wagenknecht hanno infatti respinto ogni forma di vicinanza alle posizioni dell’AfD in materia di migrazione, allontanandosi delusi. Gli elettori critici dell’immigrazione, invece, avevano già trovato una casa politica nell’AfD o nella CDU.
Dopo il voto sulle mozioni, decine di migliaia di persone in tutta la Germania sono scese in piazza contro un presunto “spostamento a destra” e il possibile crollo del “cordone sanitario”. In questo contesto, un partito come Die Linke, fin lì giudicato dagli analisti politicamente in declino, ha tratto invece un imprevisto vantaggio. Dopo un discorso acceso della sua leader, il partito ha infatti improvvisamente guadagnato migliaia di nuovi membri.
3. Politica dei sondaggi e il ruolo della stampa
L’improvvisa ascesa del Die Linke, che al momento della rottura della coalizione semaforo languiva al 3,5%, non ha evidenziato solo la polarizzazione del dibattito politico durante la campagna elettorale, ma anche l’influenza significativa della stampa e degli istituti di sondaggio.
Già all’inizio della campagna elettorale, fu chiaro che i principali organi di informazione non avrebbero reso la vita facile alla BSW. Mentre Sahra Wagenknecht, nei mesi precedenti, era stata invitata regolarmente nei talk show come una politica combattiva e popolare, durante la campagna elettorale la BSW fu ampiamente esclusa dai principali format televisivi. Nei duelli televisivi tra i principali candidati, Wagenknecht fu mandata a dibattere con Alice Weidel dell’AfD. I media sembravano intenzionati a fare un parallelismo tra i cosiddetti “populisti”, come se un partito libertario e in parte di estrema destra, sostenitore delle élite economiche, fosse paragonabile a un partito pacifista.
3.1. Strategia mediatica contro la BSW
Contemporaneamente, si è verificato un sorprendente cambiamento di rotta nel trattamento riservato a Die Linke. Il politico SPD Sigmar Gabriel, ormai presidente dell’organizzazione della lobby transatlantica Atlantik-Brücke e membro del consiglio di sorveglianza del gigante della difesa Rheinmetall, ha sorpreso gli ascoltatori nel gennaio 2025 con una dichiarazione nel talk show di Markus Lanz, dicendo che avrebbe preferito vedere Die Linke nel Bundestag piuttosto che la BSW. Pochi giorni dopo si registrò un cambiamento notevole nei sondaggi: secondo l’istituto di sondaggio dello stesso canale televisivo, Die Linke era salito al 5%, mentre la BSW era improvvisamente scivolata al 3%.
3.2. Sondaggi manipolativi e influenza mediatica
Nei media e sui social network, si cominciò ad alimentare il timore del fallimento imminente della BSW. Un sondaggio, risalente a solo un giorno prima, che dava alla BSW una solida previsione del 7%, fu ampiamente ignorato. Al contrario, Die Linke continuò la sua sorprendente ascesa: dal 3,5% di gennaio, salì nei sondaggi fino al 10,5% alla vigilia delle elezioni.
Ancora più notevole fu la convergenza mediatica a favore di Die Linke. Attraverso i confini partitici, grandi gruppi mediatici – da quelli di sinistra a quelli conservatori – segnalavano una preferenza aperta per il partito, che era stato dato a lungo per morto. Molti potenziali elettori della BSW iniziarono a temere che il loro voto potesse andare perso a causa della soglia di sbarramento. Fino alla sera delle elezioni, circolavano sondaggi che vedevano la BSW ferma al 3,2%.
Alla fine, la profezia ‘autoavverante’ si è realizzata: la BSW ha fallito per una manciata di voti la soglia del 5%, mancando di sole 9.500 preferenze l’ingresso in Bundestag. Nel frattempo, Die Linke con l’8,8% ha vissuto una straordinaria resurrezione.
4. E il futuro? Investire nel “noi”
Le resistenze che la BSW ha dovuto affrontare sono state considerevoli. Tuttavia, non si può ignorare che sarebbe stato possibile fare di più, se il partito avesse creato un senso del “noi” più forte – un’identità che avrebbe reso il progetto più resiliente contro le ostilità esterne e le tematiche mutevoli della campagna elettorale.
Una criticità centrale sono stati i criteri restrittivi per l’ammissione di nuovi membri. Un partito giovane, senza radicamento istituzionale, può inizialmente attrarre un ampio e talvolta eterogeneo seguito – tra cui opportunisti, transfughi o persone con agende discutibili – per cui la dirigenza ha preferito optare per un processo di crescita più lento. L’AfD aveva dimostrato anni prima come un partito possa essere trasformato sul lungo periodo per mezzo di un’opera di infiltrazione ideologica – e secondo la legge tedesca sui partiti, i membri una volta ammessi possono difficilmente essere espulsi. In questo contesto, la prudenza della BSW era comprensibile. Questo ha però suscitato malcontento fin dall’inizio, ma la cosa sarebbe stata probabilmente perdonata se il partito avesse attivamente lavorato per costruire una relazione più profonda con i propri sostenitori.
4.1. L’importanza di un’avanguardia politica
Chi si confronta con strutture di potere consolidate dovrà prepararsi ad affrontare una forte opposizione. Un partito può resistere a questa pressione solo se è radicato profondamente nei gruppi sociali e nelle regioni che intende rappresentare. “Investire sul noi” significa quindi fare più che un semplice lavoro di proselitismo – significa costruire un’avanguardia politica.
Ora, dopo le elezioni federali, è il momento di investire nell’educazione politica di membri e sostenitori. Devono essere in grado di comprendere, difendere e rappresentare la linea del partito. È altrettanto importante smascherare i meccanismi manipolativi della politica consolidata e delle sue appendici mediatiche – e opporre loro una risposta.
Un passo fondamentale sarà la stesura di un programma politico di base, che non dovrà solo definire obiettivi contenutistici, ma anche stabilire lo stile politico del partito. Solo così la BSW potrà diventare un movimento solido e sostenibile nel lungo periodo.
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