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Ψυχῆς ἐστι λόγος ἑαυτὸν αὐξόν
(Eraclito frammento 115 DK)

Del respiro v’è un λόγος ἄλογος,
un discorso che accresce se stesso,
un infinito che non è quantità,
è misura.

Il cielo infinito
ha la profondità
di un respiro.

Cielo e respiro
sono la misura,
lo smisurato
non la raggiunge.

Parlare di Occidente non è un esercizio per ingenui, e di ingenui non ne sono in giro molti nelle redazioni dei giornali. Chi è amico dell’Occidente? Chi ne è il nemico?

Nel gioco dell’amico-nemico cadono papi e re, presidenti della Repubblica e presidenti del Consiglio.  La guerra è in atto, dunque chi è con noi e chi contro di noi?

Guai ai pacifisti, quelli sono sempre nemici.

La guerra uccide, ma l’importante è che a essere uccisi siano i nemici. Se per nemici abbiamo gli individui di un intero popolo, va bene anche ucciderli tutti, l’importante è farlo bene, con i motivi giusti, con una morale appropriata. Chi ci dice che questo non è umano sbaglia, si è fatto sempre così, dunque questo è il modo umano di procedere. Chi dice che non è vero lo dice perché è contro di noi, come lo sono i maledetti pacifisti, che difendono gli esseri umani con il misero motivo che si tratta di esseri umani. Con questo motivo non si dovrebbe più uccidere nessuno, figurarsi!

Il comandamento “non uccidere” sta nella Bibbia ebraica, ma vale soltanto per gli amici. I nemici puoi ucciderli tutti senza scrupoli. Per ogni ebreo ucciso puoi tranquillamente uccidere cento, mille palestinesi, senza preoccuparti della proporzione: vecchi, donne, bambini inclusi. E il responsabile di questo, quando avrà ricostruito il tempio nella spianata delle moschee, a Gerusalemme, sarà considerato il tanto atteso Messia.

Tornare indietro nella storia di due millenni è una impresa immane, comporta la cancellazione di popoli e Stati, religioni e templi, civiltà e libri. Cancellare memorie, annientare mondi spirituali.

Una grande impresa per il popolo ebraico, che dovrebbe essere richiamato da ogni parte del mondo, per tornare ad abitare entro confini precisi, consacrati dalla tradizione e dalla memoria, dal cammino e    dalla guerra spietata contro ogni essere umano, ogni idea, ogni fatto, ogni ragionamento che lo contrasta. La guerra arabo-sionista dura da quasi centocinquanta anni e sembra sempre essere al suo inizio. Dopo il 1948 non sono più due popoli a combattersi, ma un popolo e uno Stato: lo Stato israeliano contro il popolo palestinese che lo Stato non è riuscito ad averlo. A darglielo, lo Stato, dovevano essere gli ebrei, ma gli ebrei erano i suoi  nemici. Tutti lo sapevano, ma l’ONU, nel 1948, ha finto di ignorarlo.  Così la guerra, dal 1880, si è protratta fino al 2025. Ma ora, dopo l’eccidio di Hamas del sette ottobre 2023, da quasi due anni Israele ha impiegato l’esercito per una occupazione della striscia di Gaza, dove risiedeva più di un milione e mezzo di palestinesi, e uccidendone con ogni mezzo ogni giorno decine e affamandone centinaia di migliaia, sta giungendo alla soluzione del problema. L’espulsione definitiva o la soppressione del numero più grande di palestinesi nel territorio che gli israeliani considerano degli ebrei. Lo considerano tale perché lo era duemila anni fa. Ma non è una questione storica, bensì una fede religiosa, dunque chi è contrario è antisemita o, meglio, antiebraico, perché semiti sono anche i palestinesi. Per questo hanno abitato per secoli da queste parti, quando gli ebrei se ne stavano in giro per tutta la Terra.

Hamas ha usato gli ostaggi presi il sette ottobre per chiedere uno scambio di prigionieri e la cessazione della guerra. Gli scambi ci sono stati, ma Israele vuole, anche quando gli ostaggi fossero stati liberati tutti, continuare lo sterminio dei nemici o il loro sgombero. Essi risiedono là abusivamente.    Cosa c’è di più legittimo? I nemici vanno uccisi tutti, anche se questo comporta la morte degli ostaggi. Non dice forse bene quel santo di Netanyahu? E pensare che il tribunale internazionale dell’Aja, che dipende dall’ONU, ha accusato il Governo israeliano di genocidio: naturalmente questo non ha avuto nessun peso per gli alleati di Israele, innanzitutto gli Stati Uniti. L’ONU, si sa, è antisemita e il suo tribunale antisemita ritiene che tutti gli esseri umani abbiano gli stessi diritti, a qualsiasi religione appartengano. Anzi, ancora il sionismo non viene considerato una religione. L’umanità è restata alla religione ebraica, quella del comandamento: non uccidere. Da essa, negli ultimi duemila anni, sono nate altre due grandi religioni monoteiste: il cristianesimo e l’islamismo. Entrambe considerano terra santa quella nella quale i sionisti vogliono rinchiudere tutti gli ebrei.

Un santo-filosofo cristiano, Agostino, anzi, ha concepito una Gerusalemme celeste, nella quale gli esseri umani innocenti risiederanno dopo la loro morte.

Forse, quindi, vi saliranno gran parte dei popoli sterminati dalle armi dei bellicosi Stati nel corso dei secoli. Perché Cristo è venuto per la salvezza di tutti gli esseri umani, senza distinzione di stirpe, di religione, di pensiero, di credenza (la fede non è riducibile a credenza).

I popoli sterminati saliranno, o sono già saliti, nella Gerusalemme celeste, quella terrestre sarà intanto presidiata dai carrarmati israeliani. gli Stati occidentali continueranno, invece, ad abitare la Terra, con tutta la violenza che questo comporta.

È bene prepararsi a questo. Stabilire che i deboli, i diseredati, i perdenti sono la feccia dell’Umanità, che vanno contenuti e ricacciati nella parte meno feconda della Terra, della quale, tuttavia, possono sfruttarsi i giacimenti dei preziosi materiali che servono al civile Occidente a mantenere una vita comoda, con una economia in continua crescita. Una economia competitiva che premi sempre il più forte, il più scaltro, il meno oppresso dagli scrupoli morali. Una economia che mantenga il modo attuale di funzionare del rapporto tra gli individui e tra gli Stati.

Questo stile di vita deve divenire sempre di più una dottrina esplicita sostenuta anche dalle chiese cristiane, compresa quella di Roma.

Nei secoli futuri questo sarà considerato l’avvento dell’età dell’oro, iniziato dal presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump. Pontifex del nuovo Campidoglio, non romano, eretto nell’America del nord dagli emigranti europei quando hanno sterminato i nativi e portato in America centinaia di migliaia di africani ridotti in schiavitù. Si rilanci la festa del Columbus day, che celebra l’inizio di questa epopea della cristianità europea in tutte e due le Americhe.

Si cancelli la Costituzione degli Stati Uniti dove si parla della pari dignità di tutti gli esseri umani, si tolgano i finanziamenti alle università americane più avanzate e civili, si tolga ogni finanziamento all’ONU, fondato sulla dichiarazione universale  dei diritti umani. Lo si faccia morire lentamente nel suo orizzonte e nei suoi fini.

Sia la barbarie a vincere su tutta la Terra. Taccia la parola e si odano soltanto le armi.

Ma si prepari anche il mezzo di emigrare su un altro pianeta per colonizzarlo con gli stessi criteri quando questo sarà stato consumato in tutte le sue parti. Svuotato di tutte le sue risorse vitali, reso inerte in tutto ciò che di spirituale aveva l’Umanità e di vitale aveva il mondo della vita.

Roma, 10 maggio 2025

Il buio
infinito è infinità
della luce,

nel buio infinito
l’infinità della luce.

Limite e illimitato
è la parola,

profonda come il buio
infinita come la luce.

[dal mio saggio introduttivo Imre Toth Ebraismo – trascendenza – e filosofia, in Platon, di Imre Toth, Fiesole, Cadmo 2020, pg. LXIII]

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