“La debolezza di fondo della civiltà occidentale è l’empatia” sostiene Elon Musk, d’accordo stavolta con Trump. È questa la nuova filosofia del governo più potente del mondo? In effetti, solo l’assenza di empatia può spiegare la politica sulla immigrazione di chi comanda ora a Washington: intendo i repentini e immotivati decreti di espulsione che diffondono il panico tra chi sognava di rifarsi una vita negli USA; o la perversione di separare i minorenni dalle rispettive famiglie immigrate a rischio della vita; o il piano di riempire Guantánamo di 9.000 clandestini, quasi non bastassero gli abusi perpetrati in quella base in oltre vent’anni. Trump pare invertire la invocazione di Lincoln: “malvagità verso nessuno, carità verso tutti”. Viene naturale ricordare quel milione di giovanissimi immigrati che Obama aveva salvato dall’espulsione con un decreto esecutivo e una citazione biblica: «Un tempo eravamo stranieri anche noi».
Per sedare le rivolte – fomentate ad arte dal Governo federale – a Los Angeles e in altri centri urbani californiani, Trump ha dispiegato la Guardia Nazionale e una guarnigione di marines, contro la volontà del governatore Newsom e in violazione delle norme costituzionali. Era già successo nel 1965, ma allora era il governatore razzista dell’Alabama, Wallace, a opporsi per non applicare le leggi sui diritti civili approvate dal Congresso, costringendo il presidente Johnson a inviare la Guardia Nazionale per farle rispettare.
Anche gli immigrati non clandestini stanno per ricevere una brutta notizia: la nuova legge di bilancio prevede una tassa del 10% sulle loro rimesse, cioè sui dollari inviati ai famigliari in Africa, in Asia, in America Latina, dove molti sopravvivono grazie a quei pochi soldi. Trump assomiglia a un gabelliere feudale, guidato da una curiosa visione del cristianesimo. Proclamando che “è tempo di riportare la religione nel Paese”, ha istituito alla Casa Bianca un Ufficio della Fede (ovviamente cristiana), in violazione del sacrosanto principio della separazione tra Stato e Chiesa. Il nuovo Papa non ha potuto fare a meno di denunciare “l’assenza di pietà e le orribili violazioni della dignità umana” perpetrate dal governo federale. Ha ribattuto Steve Bannon, stratega dei MAGA e cattolico: l’elezione di Leone XIV è stato “un voto anti-Trump dei globalisti del Vaticano” (ignorando forse che l’aggettivo “cattolico” significa anche “globalista”).
Parlando del conflitto russo-ucraino costato finora un milione e mezzo tra morti e feriti, solo l’assenza di empatia può spiegare il cinico commento di Trump: “Putin e Zelensky sono come due ragazzini che litigano al parco; lasciamoli sfogare un po’ prima di intervenire a dividerli”. Con pari cinismo ha lasciato Musk libero di cacciare su due piedi migliaia di pubblici impiegati, ora sul lastrico con famiglie da mantenere. La scure si è abbattuta perfino sull’USAID, la benemerita agenzia creata dal presidente Kennedy; suo nipote Robert, ora ministro della Sanità, non ha mosso un dito per fermarne lo smantellamento. Anzi, Musk si è lamentato di aver dovuto “spendere un intero weekend a triturarla” invece di riposarsi. Si calcola che in pochi mesi siano già 300.000 le vittime – di cui due terzi bambini – che la paralisi dell’USAID ha causato nei Paesi privi di vaccini e di farmaci antiretrovirali, essenziali per debellare malattie endemiche come l’HIV.
In compenso, Musk ha manifestato empatia verso 59 suoi concittadini, bianchi, da lui invitati a lasciare il Sudafrica e presentarsi alla Casa Bianca a raccontare che la maggioranza nera sta depredando le terre della minoranza bianca (sic): testimonianza suffragata da un filmino “alternativo” proiettato nello Studio Ovale in presenza di Trump, una bufala smentita dalle Nazioni Unite e da Pretoria. Sarà spassoso seguire il destino negli Usa di questi 59 suprematisti bianchi, abituati da sempre a godere a casa loro di privilegi negati alla maggioranza nera.
Il 4 giugno il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha sottoposto al voto una Risoluzione che obbliga Israele a fermare il massacro a Gaza. Dei 15 membri del Consiglio 14 hanno votato a favore, ma il 15°, gli Stati Uniti, ha posto il veto su ordine di Trump. Ecco dove porta l’assenza di empatia (e la simpatia per uno come Netanyahu). Gaza ha seppellito finora 17.000 bambini; altri 35.000 sono stati feriti in modo grave; e altri 70.000 patiranno a vita le conseguenze di malnutrizione acuta (dati UNICEF). La distribuzione di cibo, acqua, medicine era curata dalle agenzie (Croce Rossa, UNRWA, USAID e varie ong). Ora Israele ha proibito all’ONU di operare e la distribuzione di cibo e acqua è stata affidata a una ditta priva di qualsiasi competenza: è la Gaza Humanitarian Foundation, che di umanitario ha solo il nome.
Si ripete dopo due millenni la “strage degli innocenti” narrata nel Vangelo di Matteo: “Erode, adirato, mandò a sopprimere tutti i bambini nel territorio di Betlemme. Allora si compirono le parole del profeta Geremia: Si è udito grande pianto e lamento, è Rachele che piange i suoi figli”. Anche Alaa el-Najjar, dottoressa palestinese a Gaza e madre prolifica, piange il massacro di nove dei suoi dieci figli e del marito, sterminati da un solo micidiale ordigno israeliano. Ovidio ne avrebbe tratto spunto per descrivere nelle “Metamorfosi” la tragedia di Niobe, colpita nella sua prole dalla vendetta degli dei: tutti quanti i suoi figli furono trafitti dai dardi divini e per il dolore la madre si trasformò in pietra. “Niobe si accasciò tra il marito e i figli esanimi, impietrita per troppe sciagure: esangue il colore del volto, gli occhi immoti nel viso afflitto, nulla più di vivo nel suo aspetto; anche la lingua si irrigidì nel palato e i polsi cessarono di battere”. Questo il racconto di Ovidio. Una sciagura simile ha colpito Alaa el-Najjar, a cui è sopravvissuto un solo figlio, Adam, ora trasportato in Italia per urgenti cure mediche.
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