È tempo di voler bene al PD. A quello rappresentato in questa sala e a quello di milioni di militanti ed elettori che ci guardano col fiato sospeso. Il PD ha bisogno di cure, non si sente tanto bene. Chi lo ha fatto ammalare oggi vorrebbe proseguire come prima. Da quando è nato non ha mai vinto, anzi è andato sempre peggio alle elezioni politiche. Le sconfitte di ieri sembrano oggi dei successi. Magari avessimo i voti del 2008 che pure non bastarono per battere la destra. Magari avessimo i 19 milioni di voti del 2006 che pure non furono sufficienti per governare. Nella discesa non siamo mai riusciti a invertire la tendenza. Anche dopo l’ultima sconfitta del 25 febbraio abbiamo reagito come se non fosse successo niente. Quelli che due mesi fa si gonfiavano il petto, dicendo “siamo pur sempre il primo partito”, ora ci spiegano con la stessa sicumera che non abbiamo vinto le elezioni e quindi il governissimo è una scelta obbligata. Più che un obbligo è sembrato un desiderio inconfessabile. Non a caso realizzato con l’ipocrisia dei 101 tiratori ben poco franchi.
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