Il lavoro fatto su Giap durante l'emergenza coronavirus. Un bilancio – e un glossario – mentre si «smarmella tutto» - Giap il 3 Giugno 2020 alle 10:01 Rispondi […] di molt* “radicali” al famigerato appello «contro gli agguati». Mossa a tutta prima sconcertante, ma in realtà conseguente alla scommessa politica fatta dal […]
Monica Quirico il 16 Maggio 2020 alle 16:18 Rispondi Devo essermi persa qualcosa: ricordo di aver letto a marzo un post di Nadia Urbinati (tra i firmatari dell’appello) che invitava a non arrendersi a obbedire e tacere… E’ desolante la soggezione anche psicologica di certa sinistra alla Narrazione dominante: se critichi, allora non ti stanno a cuore i morti degli altri, e questo perché evidentemente non hai avuto morti tuoi, né hai temuto di morire essendo “giovane” (anche se hai cinquant’anni) e dunque irresponsabile. La politica è rimpiazzata dalla contabilità dei decessi. Il “realismo”, in nome del “male minore”, ha già suicidato la sinistra riformista, non lasciamogli uccidere anche quella anticapitalista.
Francesco Clemente il 22 Maggio 2020 alle 09:42 Rispondi Il problema è anche la possibilità di una critica che non scada,seppur motivata e plausibile, nelle osservazioni scontate. Ma, a conti fatti,è preferibile essere sobri ma credibili, piuttosto che originali e inconsistenti. Pensiero e linguaggio sono dimensioni inscindibili, per cui è sufficiente un’analisi grammatico-fonatoria dell’ avvocato e amico del prof. Arpa per rendersi conto in quale pantano si è caduti. La grammatica politica sembra defunta, insieme a quella di base che costituisce il presupposto di tutto. Insomma…verebbe da dire “t’amo pio bove”…oppure-parodiando Hegel-“Ho visto lo spirito dell’apocalisse afasica a cavallo…”. Con buona pace di Napoleone. Sempre un piacere leggere Michele Prospero, cui porgo un saluto.
Giorgio Inglese il 16 Maggio 2020 alle 11:07 Rispondi Caro Michele, in quanti siamo rimasti a pensare così? Ciao
Luciano Vecchi il 15 Maggio 2020 alle 20:34 Rispondi Da Lombardiano irriducibile, concordo pienamente!
Francesco Marchianò il 15 Maggio 2020 alle 17:07 Rispondi Sottoscrivo questo impeccabile contro-manifesto. Francesco Marchianò
Imma Barbarossa il 15 Maggio 2020 alle 14:31 Rispondi Sono molto d’accordo. Finalmente una critica seria,un punto di vista alternativo a questa sorta di “unità nazionale” del tutto fuori luogo.
Imma Barbarossa il 15 Maggio 2020 alle 14:27 Rispondi Sono molto d’accordo. Sembra che sia un gesto “responsabile” dare una sorta di sostegno “morale” a questo governo e,soprattutto,al partito più coerentemente liberista che lo sostiene (il PD). La giusta indignazione per le polemiche becere delle destre gioca brutti scherzi e spinge a una sorta di unità nazionale del tutto fuori luogo. Le destre si contrastano con un progetto politico,sociale,culturale del tutto alternativo!
Mario Tronti il 15 Maggio 2020 alle 11:04 Rispondi Perfetto, Michele, sottoscrivo il tuo contro-manifesto. Mario Tronti
Egidio Zacheo il 16 Maggio 2020 alle 08:24 Rispondi Sottoscrivo il robusto, bene argomentato appello promosso da Michele Prospero
Maurizio Cosentino il 15 Maggio 2020 alle 23:03 Rispondi Analisi lucidissima, caro Michele! I residui dell’odierna “sinistra” non vedono perché non vogliono vedere… L’assai improbabile professorino assurto a “defensor civitatis” è una sorta di Cratilo afasico dinnanzi al quale la politica sta immolando se stessa all’altare dell’antipolitica. Nessuna forza intellettuale riuscirà a frenarli e il prossimo Parlamento sarà ancora più “rappresentativo” della decadenza di oggi. Preferisco considerarmi un felice sopravvissuto dell’Ideologia anzicchè un intellettuale espropriato.
Antonio Peduzzi il 15 Maggio 2020 alle 20:17 Rispondi Sono d’accordo con Tronti. La penso allo stesso modo. Antonio Peduzzi
Andrea P. il 18 Maggio 2020 alle 18:44 Rispondi Da ex lettore del Manifesto, sono pienamente d’accordo con Michele Prospero. Di certa pseudo-sinistra che non problematizza, che non approfondisce, che si nutre di retorica, potremmo fare tranquillamente a meno. Meglio prendere atto del deserto intellettuale in cui annaspa questo Paese e ricominciare da zero, in qualche modo.