Gentile Direttore, leggendo l’articolo di Aldo Grasso pubblicato il 1° maggio sul suo giornale confesso che ho faticato a districarmi tra paradisi perduti neri, rossi e rossobruni; nostalgie di saluti romani e amori mai sopiti per l’Urss. Alla fine ho compreso che Grasso si è dilettato nell’allungare la lista di proscrizione dei filoputiniani, con accuse palesemente false e strumentali che non meriterebbero risposta.
Se ho deciso di esprimere pubblicamente la mia indignazione, non è solo per solidarietà a chi è stato accusato, in particolare a Ida Dominijanni autorevole e stimata dirigente del CRS. Ma perché sento il dovere di reagire al degrado di un dibattito pubblico svolto a colpi di accuse di connivenza con il nemico e di violente stigmatizzazioni di ogni voce fuori dal coro. Perché è tossico e mira a distogliere l’opinione pubblica dalle drammatiche responsabilità dei paladini dei giusti valori.
Per fortuna c’è un’altra realtà ampia e ricca che pensa, prende parola, si confronta nella ricerca tenace delle vie per la pace. Impossibile racchiuderla in una lista di nomi. Invito comunque Grasso ad aggiungere il mio nome all’elenco da lui stilato. E invito lei e il suo giornale a partecipare il 5 maggio alle 12 alla conferenza stampa promossa da CRS, Fondazione Basso e Alternative per il socialismo nella quale presenteremo le nostre proposte “Per una soluzione di pace”.
Cordialmente,
Maria Luisa Boccia, Presidente del CRS – Centro di studi e iniziative per la Riforma dello Stato, Roma.
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