L’inchiesta di Yuval Abraham all’uso del sistema Lavender nella guerra di Gaza ha attirato l’attenzione di analisti e commentatori sull’uso dell’intelligenza artificiale nei teatri di guerra ed ha avuto il merito di portare in superficie ciò che già da molti anni sta accadendo nelle strategie di sviluppo dei grandi monopolisti digitali: una crescente e reciproca dipendenza tra industria digitale e apparato statale militare. L’apparato militare sempre più dipendente dai prodotti e dai servizi delle imprese digitali in tutti i teatri di guerra, le big tech sempre più alla ricerca di nuovi mercati, di lucrose commesse pubbliche, e di finanziamenti per investimenti in ricerca e sviluppo orientati all’utilizzo in ambito bellico.
Questa torsione dell’industria digitale verso la produzione militare sta avendo nelle guerre in corso, ed in particolare a Gaza ed in Ucraina, una accelerazione così forte da costituire essa stessa uno dei motivi che determina la prosecuzione dei conflitti e anche la loro traiettoria futura.
Un teatro effettivo di guerra può essere il migliore ambiente di collaudo possibile per le aziende digitali che producono tecnologie militari. E i sistemi concepiti per fini militari conservano l’impostazione, la concettualizzazione degli oggetti di interesse, gli assunti normativi e la logica originari, anche quando vengono proposti in ambiti non militari. L’uso da parte di investigatori e giudici di sistemi predittivi basati su AI, ad esempio, trasforma la totalità dei cittadini in persone oggetto di sorveglianza, estendendo all’ambito civile la logica militare dell’intelligence.
Per chi, pur interessato, non potrà partecipare di persona è prevista la possibilità di seguire l’incontro collegandosi tramite il seguente link: https://us02web.zoom.us/j/81948891898
Qui la locandina
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