Abbiamo un Piano. Anzi, addirittura un Piano quinquennale (!): 2021-2026.
Forse non abbiamo riflettuto abbastanza su questo fatto. O su questo nome. E su questi tempi: già, perché in Italia, nel 2023 (se non prima) si vota. Ma i tempi del Piano sembrano indifferenti, o preminenti o soverchianti, rispetto a quelli della democrazia. Siamo passati, anche formalmente, dalla democrazia alla tecnocrazia?
O ancora (sia detto con ironia): siamo forse passati dall’economia di mercato all’economia di piano? Certo che no: pare che l’idea — anzi, il vero piano — sia restaurare attraverso l’attuazione del Piano il dominio del mercato. Lo dicono le parole stesse del titolo: «Ripresa», termine consueto nel discorso sui cicli del capitalismo; e «Resilienza», termine scientifico inconsueto nel discorso pubblico, anzi fastidioso neologismo mediatico, il cui significato nel nuovo contesto extra-scientifico è forse quello involontariamente rivelato dalla Presidente della Commissione europea in un improvvido commento recente, perla di ingenuità e ignoranza: quando ha citato il celebre motto del Gattopardo, «tutto deve cambiare perché tutto ritorni come prima», intendendolo come l’indicazione di una fulgida mèta, anziché la mesta enunciazione di una filosofia pessimistica della storia.
Ma che cosa dice davvero il Piano? Che cosa bolle in pentola? Insomma: dove ci porta il Piano? La Scuola per la Buona Politica di Torino e Volere la luna hanno promosso un’iniziativa congiunta per aiutarci a capirlo. Abbiamo chiesto a un gruppo di studiosi di leggere le varie parti del Piano, le cosiddette «missioni», e i documenti finora disponibili di alcune delle «Riforme» ad esso collegate, per cercare di scorgere che cosa si sta preparando per il nostro futuro.
Sono previsti quattro incontri che si svolgeranno tutti i mercoledì a partire dal 30 giugno e potranno essere seguiti in streaming sul canale Youtube di Volere la Luna:https://www.youtube.com/c/AssociazioneVolerelaluna
Qui la locandina con il programma completo e i link per partecipare via Zoom.
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