Per chi, pur interessato, non potrà partecipare di persona è prevista la possibilità di seguire l’incontro collegandosi tramite il seguente link: https://us02web.zoom.us/j/81401502895
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Il mondo digitale è stato raccontato, e continua ad esserlo, come un universo libero da ogni vincolo materiale. Non è così. Il mondo digitale per esistere ha bisogno di cavi, circuiti, calcolatori sempre più potenti, memorie, sensori e dispositivi individuali della più varia natura. E tutto questo deve essere costruito, trasportato, alimentato, dismesso e smaltito.
La miniaturizzazione dei dispositivi e l’invisibilità di Internet e dei data center rendono difficile immaginare quanta energia sia necessaria per consentirne costruzione, uso e smaltimento. Ma è possibile dimostrare che l’universo digitale lascia un’impronta di carbonio significativa e crescente e che influisce sul riscaldamento globale.
L’utilizzo da parte delle aziende informatiche di “tecnologie rinnovabili” non risolve il problema. Nella produzione informatica infatti si è sempre considerato l’uso crescente di risorse fisiche come un dettaglio trascurabile considerando i costi decrescenti dell’hardware. È necessario invece tenere conto fin dalla progettazione di modalità di elaborazione capaci di ridurre le emissioni. Serve un’informatica che conosca, rispetti e risparmi le risorse computazionali che utilizza.
Ma serve, anche nel mondo digitale, una maggiore consapevolezza da parte degli utenti dell’impatto ambientale dei comportamenti di consumo, verso una maggiore sobrietà nell’uso delle risorse. È necessario utilizzare i servizi digitali che ci sono davvero utili e non usare quelli che non ci servono solo perché in apparenza gratuiti. Si può evitare di installare e mantenere App inutili che consumano risorse anche se non le utilizziamo.
Anche se in apparenza non paghiamo un servizio, lo paga l’ambiente.
Tutto questo è oggi reso ancora più evidente dalle aspettative di consumo dei nuovi servizi basati sull’intelligenza artificiale, che può funzionare solo grazie a un enorme e crescente utilizzo di risorse computazionali. Invece di considerare questo come un vincolo significativo che induce ad un uso più cauto e selettivo dei nuovi servizi, le Big Tech che sulla AI hanno scommesso grandi capitali reclamano a gran voce l’uso della tecnologia nucleare per produrre tutta l’energia necessaria.
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