Le tecnologie per il trattamento del linguaggio naturale sono un ingrediente fondamentale di quella trasformazione detta “digitalizzazione“ che oggi coinvolge le società su scala globale. Nell’ultimo decennio, queste tecnologie, a cui ci si riferisce in generale con la sigla HLT (Human Language Technologies) o, più specificamente, NLP (Natural Language Processing), hanno fatto notevoli progressi grazie soprattutto alle crescenti capacità dell’Intelligenza Artificiale (AI) applicate al materiale linguistico. Le tecnologie del linguaggio naturale rappresentano uno dei principali settori dell’AI, non solo per la loro immensa potenzialità economica, ma anche per il fatto di affrontare direttamente la materia dell’intelletto umano. Tutte le tecnologie intelligenti hanno qualcosa a che fare con la cognitività della nostra specie: si pensi ad esempio alla guida autonoma, dove è importante riuscire a classificare le forme visibili dal veicolo in modo simile a quanto fa normalmente chi è al volante. Ma il linguaggio è il modo stesso in cui rappresentiamo nella coscienza gli oggetti che i sensi ci consegnano, ed anzi, secondo alcune ipotesi, entra direttamente nel processo di identificazione di tali oggetti.

L’impiego delle moderne tecniche di NLP include la ricerca e la classificazione di informazione per la gestione dei contenuti prodotti sul web o all’interno delle imprese, e in generale per la business intelligence, con significative applicazioni nella sanità; la traduzione e correzione automatica per il commercio elettronico, l’editoria, le relazioni istituzionali; l’analisi e classificazione di testi anche frammentari per la sicurezza, i media sociali e la profilazione dell’utenza; i servizi di interrogazione e dialogo per il supporto alla clientela, le relazioni col pubblico e l’assistenza personale; la generazione o la trasformazione di testi per gioco e intrattenimento, per editoria, o il lavoro creativo; la robotica e l’automazione, anche nel settore automobilistico.

L’impatto delle tecnologie del linguaggio naturale diviene sempre più significativo nella vita sociale, non solo per le piattaforme che le usano intensamente (talvolta con finalità opache), ma anche per le applicazioni a scopi di utilità pubblica come, ad esempio, quelle recentemente sviluppate per il contrasto alla pandemia da COVID-19.

Per la crescente pervasività ed il ruolo sempre più incisivo che le tecnologie del linguaggio giocano nei sistemi economici e politici, il tema del loro sviluppo nelle diverse aree linguistiche assume un carattere di rilevanza strategica. Il disequilibrio di queste tecnologie, ed in particolare la preminenza, in esse, della lingua inglese, entra infatti a far parte del problema geopolitico riguardante i monopoli tecnologici: le concentrazioni di dati e capacità computazionali hanno raggiunto dimensioni tali da produrre distorsioni negli equilibri economici e sociali. Il possesso di migliori tecnologie linguistiche, in particolare, si traduce in migliori servizi per le aziende e i cittadini, maggiore efficienza delle amministrazioni e delle filiere produttive, più ampie capacità della ricerca pubblica e privata.

Un capitolo specifico riguarda l’efficienza dei sistemi di traduzione automatica, dove la differenza qualitativa che oggi ancora si riscontra nelle traduzioni da e per l’inglese è molto significativa.

Il seminario vuole offrire una riflessione sullo stato e le prospettive di ricerca delle tecnologie per lingue diverse dall’inglese, e in particolare per le maggiori lingue dell’Unione europea, con lo scopo di fornire elementi utili per comprendere il quadro attuale e i suoi possibili sviluppi. Sarà fornita dapprima una breve introduzione alle tecniche che nel corso dell’ultimo decennio hanno rivoluzionato il campo delle tecnologie linguistiche. Questa sarà utile a comprendere il funzionamento della “fabbrica del linguaggio” basata sull’odierna Intelligenza Artificiale ed il ruolo che le risorse linguistiche giocano al suo interno. Infine, si ragionerà sulle alternative che, sul piano metodologico e tecnologico, possono contribuire ad uno sviluppo più equilibrato e governabile delle tecnologie linguistiche nel prossimo futuro.

Guido Vetere

Professore straordinario presso la Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi e co-fondatore di una startup di Intelligenza Artificiale. Ha diretto il Centro di Studi Avanzati IBM Italia conducendo ricerche e progetti internazionali nell’area della rappresentazione della conoscenza e del linguaggio naturale. Ha conseguito la laurea in Filosofia del Linguaggio all’Università Sapienza di Roma sotto la guida di Tullio De Mauro, con cui in seguito ha lungamente collaborato. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche in conferenze e riviste internazionali, collabora col Sole 24 Ore e altre testate per approfondimenti di cultura tecnologica.

Si chiede a chi è interessato a partecipare di segnalarlo tempestivamente all’indirizzo scuolacriticadigitale@gmail.com indicando se intende partecipare in presenza o se preferisce collegarsi da remoto. In questo caso riceverà in tempo utile un invito a collegarsi mediante la piattaforma Zoom.

2 commenti a “Le nuove fabbriche del linguaggio: come funzionano, chi le possiede, come occuparle”

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