La democracia en Europa, treinta años después de la caída del muro de Berlín | exodo21 il 28 Luglio 2019 alle 10:52 Rispondi […] https://www.centroriformastato.it/la-democrazia-in-europa-trentanni-dopo-la-caduta-del-muro-di-berli… […]
A democracia en Europa, trinta anos despois da caída do muro de Berlín | nomadasempre il 18 Luglio 2019 alle 16:58 Rispondi […] https://www.centroriformastato.it/la-democrazia-in-europa-trentanni-dopo-la-caduta-del-muro-di-berli… […]
claudio salone il 12 Luglio 2019 alle 09:17 Rispondi Articolo molto interessante. Qualche osservazione sparsa: 1. – La UE ha tirato un sospiro di sollievo? Se è questo è il mood dinnanzi alla clamorosa perdita di consensi dei partiti che hanno governato l’Europa negli ultimi trent’anni (PPE, PSE) mi pare vi sia poco da sperare per il futuro; non sollievo, ma profonda sofferenza, bisognerebbe provare. 2. – “Priva com’è diventata di spessore storico, la politica non dà risposte, o le sbaglia”. L’aver perduto lo spessore storico in una sorta di rinascita – nei casi migliori – di un Neo-illuminismo universalistico e ideologico, non è uno sbaglio, è una scelta intrinsecamente connessa all’egemonia del modello liberista e della finanza globale, che vuole un mondo aperto, egualitario e deraciné, un modello di clienti/consumatori da spostare e influenzare a piacimento. 3. – Ha ragione Habermas: è stata una “rivoluzione (!) recuperante”. 4. – Le esiziali primavere arabe – come del resto l’idea che la democrazia in quanto tale si possa esportare – sono l’emblema di un modello politico ideologico, che copre di Virtù astratte gli interessi concreti del capitale internazionale. 5. – Comprimari? Reagan e Thatcher sono stati i motori degli eventi. Il mancato sostegno al tentativo riformista di Gorbaciov e la sua sostituzione con l’etilista Eltsin ne sono la prova. 6. – Nessun tradimento: le promesse sono state mantenute con l’annessione dell’est e l’espansione della Nato fino a qualche decina di chilometri da San Pietroburgo. 7. – L’enfasi sui diritti è tipica di una ideologia neo-illuminista, di una astratta eguaglianza degli Uomini a prescindere dalla loro storia, che tuttavia ammanta lo sfruttamento più feroce. 8. – La sinistra che nel Novecento si era nutrita di Storia e aveva imparato a leggere dove si annidasse il motore degli eventi (era una sinistra “sospettosa”) mi pare condannata all’estinzione, annegata in un mare di melassa buonista e in una sorta di radicalismo di massa, al cui centro si collocano unicamente e acriticamente gli Individui e i loro inalienabili Diritti personali. Un disegno egemonico non può che (ri)nascere dallo studio approfondito della Storia, intesa come indagine sulle cause degli eventi e sugli interessi che li muovono.