Con la nascita dell’Alleanza Clima Lavoro tra le associazioni ambientaliste (Legambiente, Kyoto Club, Greenpeace, WWF, Motus-E, Transport and Environment) e le organizzazioni della CGIL si dà vita a un percorso di dialogo e di iniziativa comune quanto mai necessario. Di fronte abbiamo le sfide della transizione ecologica, del Green Deal e in particolare del passaggio a una mobilità sostenibile che presuppone un cambiamento radicale sia di una parte del nostro sistema industriale che dei consumi e dei comportamenti di tutti noi. Il progressivo superamento delle fonti fossili nella produzione energetica e nell’alimentazione di motori dei veicoli e della nostra industria è fondamentale se si vuole contenere il riscaldamento del pianeta e, in questo modo, fare una seria ed efficace lotta ai cambiamenti climatici, che mettono a repentaglio il futuro delle nuove generazioni.
La scadenza europea del 2035 ci impone a non fabbricare più, da quella data, automobili alimentate da motori endotermici (benzina, diesel, gas) mentre la sfida dell’elettrificazione ci impone una rivoluzione nel sistema produttivo ed economico del nostro paese. A rischio non è solo un settore industriale che è stato fondamentale per il nostro paese (l’automotive) con tutto il suo indotto e attività collaterali (la componentistica, i servizi di manutenzione e riparazione tradizionali, gli impianti di rifornimento carburante, ecc.), ma centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Di fronte a questa sfida, la strada non è quella di rallentare un processo, che è irreversibile, e che ci porterebbe in questo modo ad arrivare ultimi alla scadenza del 2035, ma accelerare la transizione, con l’innovazione tecnologica, politiche industriali degne di questo nome, la formazione dei lavoratori verso le nuove competenze. E poi serve un cambio da paradigma, dalla mobilità come proprietà (individuale) di un mezzo privato alla mobilità come servizio (collettivo) gestito pubblicamente o in condivisione con gli altri. Bisogna riequlibrare il rapporto tra trasporto privato e trasporto pubblico, e condiviso. Il trasporto pubblico locale è uno snodo importante, da troppo tempo in sofferenza sia nei grandi centri urbani sia nei collegamenti che portano i lavoratori nei posti di lavoro. E poi è necessaria una rivoluzione del trasporto merci, dal trasporto su gomma a quello su rotaia.
La transizione deve essere “giusta”, anche socialmente. Gestita con accuratezza e con investimenti adeguati, si può evitare che questa comporti la desertificazione del nostro sistema industriale, la fine delle attività economiche collaterali, la perdita di migliaia di posti di lavoro. Anzi, la riconversione ecologica del nostro sistema industriale e del settore della mobilità può offrire nuove opportunità e creare nuovi posti di lavoro. Ma servono le politiche pubbliche – che fino a oggi sono mancate – e anche uno scatto delle nostre imprese che fino ad ora non c’è stato; basti guardare l’enorme ritardo della vecchia FIAT di fronte alla sfida delle auto elettriche.
Ecco quindi le ragioni di questa Alleanza, che intende superare scetticismi, sospetti reciproci, polemiche passate tra ambientalisti e sindacato: l’obiettivo è di lavorare insieme per affrontare la doppia sfida della salvezza del pianeta e quella di un modello di sviluppo sostenibile con al centro un lavoro qualificato e socialmente responsabile.
Nei prossimi mesi l’Alleanza promuoverà assemblee nei posti di lavoro e nelle sedi sindacali, due appuntamenti nazionali con delle proposte specifiche e praticabili, studi e ricerche scientifiche, attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Si vuole premere e incidere sui comportamenti (ancora ambigui) e sulle politiche (ancora inadeguate) delle istituzioni e del Governo. Serve una svolta radicale, concreta, nelle scelte di politica industriale e nel sostegno a una nuova stagione per la mobilità e per tutto il sistema economico del nostro paese verso un modello di sviluppo sostenibile. È questa la sfida che l’Alleanza Clima Lavoro vuole lanciare nei prossimi mesi.
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