Sergio Manghi il 4 Marzo 2017 alle 12:56 Rispondi Whishful thinking? Come mai nessun cenno a M5S, forza culturalmente egemone del NO?
giuseppe antinolfi il 4 Marzo 2017 alle 12:28 Rispondi Quando si fa campagna elettorale si vede la propria parte, quindi si corre il rischio di vedere se stessi e non l’universo mondo. La spinta propulsiva che accomuna tutti i movimenti espressi negli ultimi mesi in tutto l’occidente, è la forte preoccupazione delle classi medio-proletarie per una regressione economico-sociale, in primo luogo la paura che il sistema capitalistico nella sua configurazione” mondialista- finanziaria” non riesce più a produrre occupazione, sopratutto in occidente. La preoccupazione primaria di una sinistra, che attualmente non c’è se non “in nuce” nel movimento spagnolo di Podemos dovrebbe essere quella di farsi carico di questi problemi proiettandosi chiaramente su un programma alternativo al capitalismo finanziario. Questo non lo fa o non lo fa con chiarezza, anzi cade nella trappola tesa proprio da questi, posponendo la battaglia per i diritti sociali a quella di diritti individuali che spesso sono amplificati dai media mainstream. Queste problematiche le ha capite la desta cosi detta populista che infatti vince. Confondere le manifestazioni femministe americane per quello che non sono, e che invece potrebbe essere stato il movimento” occupy wall street”, che ha dato 12 milioni di voti a Sanders, è l’errore che accomuna SI e PD, uniti nell’accettazione del liberismo economico, tinto di battaglie minoritarie per i diritti individuali. Le minoranze si sa non nuocciono al sistema e possono essere care anche alle classi dominanti. Naturalmente questo non significa che non bisogna porre in discussione anche i diritti civili, ma se si fa solo quello si diventa una sorta di Amnesty International e non un partito politico di sinistra alternativo al capitalismo in corso.