Politica, Temi, Interventi

Ogni tanto torno a scrivere della mia città, Pisa, governata da una giunta di destra ormai al suo secondo mandato. Succedono cose strane, piccole cose da cui è evidente che sta cambiando profondamente, come ovunque purtroppo, quello che è diventato accettabile e quello che muove un minimo di reazione.

Non seguo la politica cittadina con l’attenzione che meriterebbe, prevale in me lo sconcerto e il senso di impotenza. Leggo i giornali e mi tengo informata. Quando mi capita di seguire i lavori del consiglio comunale cercando di dare, a distanza, un po’ di solidarietà a chi siede nei banchi dell’opposizione, assisto allo spettacolo sconcertante di una discussione totalmente inesistente. Alle tante proposte e agli emendamenti che arrivano dai consiglieri dei partiti e delle liste di opposizione segue il silenzio, al massimo qualche colorito battibecco portato avanti da uno storico consigliere di Fratelli d’Italia, nickname sui social «Maunero», cui segue una votazione compatta. I numeri asfaltano la discussione e d’altra parte molti consiglieri che siedono a destra sono nuovissimi alla politica, molti arrivati grazie alle liste “civiche” create ad hoc a supporto del Sindaco, e che hanno espresso anche diversi assessori e assessore, ahimè, felicemente in fuga da una sinistra evidentemente non in grado di dare loro la motivazione sufficiente per impegnarsi per la città. Siamo a questo. Sindaco e assessori/e presiedono ai consigli comunali, a volte rispondono alle varie interrogazioni, ma stancamente, come chi è obbligato a eseguire un compitino sgradito. Le decisioni si prendono altrove, fondamentalmente le prende il Sindaco, mi pare; anche la Giunta non sembra godere di grande autonomia. Ci sono, mi dicono, un po’ di consiglieri occulti e interessi tenuti di gran conto, ma tutto avviene secondo logiche impossibili da contrastare con i metodi classici della democrazia.

In questi giorni il consiglio comunale lavora senza pause. I consiglieri di opposizione hanno redatto 700 emendamenti per il bilancio preventivo 2025. Il tutto avviene nella solita ritualità, agli emendamenti e alle proposte non segue nessuna discussione e i voti rendono inutile lo sforzo. La stampa locale dà ossigeno alle rimostranze della destra che grida all’ostruzionismo e al sentirsi tenuti in ostaggio, e il suddetto Maunero pubblica sui social la foto della settimana enigmistica commentata dalla frase “pronti per affrontare compiutamente gli emendamenti comunisti”. Scene da strapaese, il folklore e la goliardia di destra avanzano indisturbate, anacronistiche ma attuali più che mai. Nel frattempo, però, succedono piccole cose di grande importanza e forse non è male dare loro il risalto che meritano. Uno dei tanti emendamenti presentati dai consiglieri di opposizione ha chiesto che nei documenti ufficiali del Comune si recuperi la dicitura nazifasciste in relazione alle stragi avvenute prima della Liberazione. Zitti zitti i signori che amministrano la città sono riusciti a dare il loro contributo al revisionismo che sta tanto a cuore alla destra, limitandosi all’espressione “stragi naziste”. Il fascismo è sparito e l’emendamento è stato bocciato dal solito voto compatto. Vedremo come andrà a finire. Nel frattempo i soliti buontemponi non hanno perso l’occasione di sbeffeggiare, deridere, gridare all’ideologia. Non è la cosa più grave che sta succedendo in una città in cui i servizi sociali e culturali sono sotto attacco. È nota la volontà del Sindaco di rimuovere Pisa dalla Società della Salute, l’infrastruttura creata in Toscana per integrare servizi sociali e sanitari e promuovere un’idea democratica di welfare. Riportare le politiche sociali a un’idea di assistenza tutta fatta di bonus e incentivi economici è molto più utile per racimolare consensi nei quartieri più fragili e impoveriti della città.

Dal punto di vista delle politiche culturali quello che il Sindaco ha architettato è trasformare senza criterio una partecipata controllata dal comune, che fino a ieri si occupava di mobilità e di parcheggi, in una società in house che organizza eventi culturali, sportivi e turistici, esautorando così il ruolo degli assessorati di riferimento e bypassando la struttura comunale. Tutte forme di semplificazione che seguono una logica coerente: accentrare e privatizzare. La destra fa così, ma a volte esagera. In questi giorni forte dell’ordinanza sul decoro urbano è stata multata una libreria, una storica libreria che da sempre sistema i libri in espositori posti fuori dalla vetrina, disponibili alla visione di chi passa sotto i portici. Inutile parlare in termini critici di decoro, troppo difficile, ma nello specifico non si capisce quale “decoro” sarebbe oltraggiato dalla possibilità di sfogliare libri sotto i portici. Chissà cosa è successo, davvero. Molte cose ormai succedono perché l’amico dell’amico chiede che… Strapaese appunto, ma non un bel paese quello in cui il fascismo sparisce dai documenti ufficiali e le librerie sono multate per oltraggio al decoro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *