Repubblica presidenziale, stato d’eccezione, sindrome di Weimar, rottura del modello parlamentare… Di tutto e di più si è appreso dal dibattito politico svoltosi, in queste settimane, segnate dalla crisi di governo. Vecchie (e stravaganti) teorie costituzionali sui poteri del Presidente della Repubblica sono tornate improvvisamente al centro del confronto istituzionale. E c’è addirittura chi non ha esitato a rintracciare accurate soluzioni finanche nelle pieghe della prassi parlamentare in voga ai tempi dello Statuto Albertino. E la Costituzione repubblicana? Paradossalmente se ne è parlato poco, per la semplice ragione – si è detto – che è la stessa Costituzione a parlare poco del processo di formazione dei governi. E in ciò c’è del vero: i costituenti, confidando nell’autonomia della politica, hanno evitato di irrigidire eccessivamente le procedure di composizione degli esecutivi. Ma nonostante le disposizioni vigenti in Costituzione siano alquanto scarne è ad esse che dobbiamo guardare per ricavare quelle tracce, quelle indicazioni di fondo, questi segnali oggi indispensabili per uscire dall’attuale condizione di stallo.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Nome *
Email *
Sito web
Do il mio consenso affinché un cookie salvi i miei dati (nome, email, sito web) per il prossimo commento.