Cesare Pinelli il 15 Settembre 2015 alle 08:42 Rispondi Per me è stato un vero dolore apprendere della morte di Riccardo. Ci eravamo conosciuti una ventina di anni fa al CRS, e da allora abbiamo continuato ad avere scambi, epistolari e non, anche dopo che Riccardo si era spostato a Milano. Le nostre idee politiche non collimavano sempre: ero uno di quei socialisti con cui Riccardo, senza essere mai stato migliorista (come giustamente ha notato Michele), amava confrontarsi. Il confronto muoveva spesso da lui, dalla sua voglia di leggere i movimenti profondi della società italiana, prima ancora della politica. Aveva capito che il problema di fondo di questi anni difficilissimi stava lì. E dopo averlo capito, dimostrava di essere un acutissimo e spregiudicato osservatore delle dinamiche sociali del Paese, da cui poi traeva conclusioni politiche altrettanto innovative. Mi mancherà per questo, e per la sua trattenuta, ma profonda, umanità.
Michele Magno il 14 Settembre 2015 alle 19:27 Rispondi Non lo sapevo e sono rimasto tramortito. Posso dire solo questo: Riccardo era certamente interessato all’autonomia del sociale e del politico, ma soprattutto all’autonomia di pensiero delle persone, alla loro indipendenza intellettuale. Era ossessionato dall’idea che si potesse portare la propria testa all’ammasso della soggezione al potere, delle mode culturali, dei luoghi comuni sul “nuovismo” di una sinistra italiana ormai senza più passato. Piango un caro amico, un uomo perbene, una bellissima mente politica.