Roberta Calvano il 4 Maggio 2024 alle 10:51 Rispondi Il bell’articolo dell’amica Maria Chiara Pievatolo stimola molte riflessioni nel momento in cui le Università sono sotto i riflettori del dibattito pubblico sotto una duplice prospettiva: per via della violenta repressione delle proteste pacifiche in atto nei campus Usa, e in Italia per l’attenzione improvvisa del dibattito pubblico, tanto poco informato quanto “sospetto”, sul problema delle Università telematiche e il prospettato futuro crollo delle iscrizioni nelle Università statali (v. l’importante rapporto “Il piano inclinato” della FLC CGIL). Pievatolo evoca il rischio della degenerazione verso l’Università “fabbrica”, organizzazione burocratica sotto il controllo dello Stato che riconosce ai professori qualche libertà esclusivamente allo scopo di renderli più produttivi, e in particolare sull’idea dei professori-funzionari di Stato a fronte del desiderio di considerare l’istruzione superiore come “bene comune”. Su questa prospettiva mi permetto di offrire nuovamente al dibattito con i filosofi, anzi direi proprio le filosofe, pensando a chi si è occupato di questi temi, la prospettiva costituzionalistica. Quando dice “libertà” della scienza e della ricerca, la Costituzione vi aggancia il concetto di autonomia, proprio per proteggere e promuovere quella libertà. Se negli ultimi vent’anni abbiamo visto le degenerazioni del regionalismo competitivo a fronte del disegno di un regionalismo cooperativo che poteva essere maggiormente rispettoso degli obiettivi di garanzia dei diritti sociali, anche per le università vale lo stesso ragionamento: andrebbe perseguito il ritorno ad un sistema universitario cooperativo, in cui l’autonomia non sia strumentale ad un sistema di aziende in competizione tra loro nel mercato dell’istruzione superiore, nel quale trionfa l’offerta al ribasso e ne risente il livello complessivo dell’insegnamento universitario. I ricercatori/docenti devono essere si liberi, ma l’unico mantello che ancora li tutela in questo senso è oggi proprio la loro veste di funzionari pubblici, posto che l’istruzione, il progresso della conoscenza e della ricerca scientifica e tecnologica sono obiettivi primari che nel testo costituzionale la Repubblica si prefigge. Funzionari pubblici quindi, per obiettivi di interesse generale, garantiti tramite un regime pubblicistico (via via sgretolato dalle riforme degli ultimi 15 anni, ma ancora in piedi), proprio come il diritto all’istruzione è garantito tramite il valore legale del titolo di studio. Valore legale oggi messo sempre più alla prova dalla “liberalizzazione” dei contenuti dei corsi di studio in un recente dm, nonché dal proliferare dell’enfasi posta sui cd. “esamifici” (per decenni ignorati) che sembra preannunciare interventi in materia. Insomma, tutto ciò per dire che le parole “bene comune”, così belle e ormai care all’immaginario di molti, non evocano a mio avviso strumenti, garanzie, istituti in grado di fronteggiare le sfide che la centralità dell’Università per la costruzione di un sapere critico e consapevole, oggi così necessario. Quegli strumenti, vetusti se volete e perfettibili, sono l’eredità lasciataci dallo Stato costituzionale di diritto e da un dibattito alla Costituente nel quale sulla delicata questione della scienza, della sua libertà e del ruolo degli universitari ci fu piena consapevolezza.
ROSA+DALMIGLIO il 4 Maggio 2024 alle 07:03 Rispondi non sono più abituata all’INTELLIGENZA UMANA-Complimenti una buona analisi reduce dalla Mostra AI sulla Divina Commedia-Roma FESTIVAL del CINEMA AI-Pechino parliamo di PASSATO… non serve commentare ciò che è stato ma di FUTURO dobbiamo parlare passeggiando per le strade di ROMA con un Filosofo Cinese mi sono sentita chiedere “MA i Romani non hanno DIRITTO alla pulizia ? non rientra nei DIRITTI UMANI della Vostra DEMOCRAZIA?(si riferiva alle strade) nel 2019 ho ricevuto la Prima lettera da Bill & Melinda Gates Bill raccontava la sua storia e mi chiedeva IDEE sul SOCIALE ELON MUSK 2024 offre finanziamenti a Ricercatori sulla SCIENZA della PACE – la TAILANDIA-premia un Filosofo RUSSO- con lui collaboriamo con l’Università GANDHI- da 20 anni per fortuna o per disgrazia i FRATI FRANCESCANI mi hanno chiesto un progetto credo che accetterò- se si tratta di POVERI ho 30 anni di esperienza con gli AMICI Cinesi