Siamo in un mondo segnato da instabilità e conflitti, siamo in un’Italia in declino, tra crisi economiche e fragilità sociale. L’incertezza sul futuro condiziona la nostra vita e colpisce in particolare le generazioni più giovani. Le regole che ci diamo, tuttavia, sono lo strumento che abbiamo per ridurre quest’insicurezza.Negli ultimi anni le condizioni di incertezza e precarietà sono state aggravate anche da alcune politiche che regolano la nostra vita e il nostro lavoro. Diventare cittadini italiani è diventato più difficile per chi è di origine straniera. Le tutele del lavoro sono state ridotte, con effetti negativi sulla qualità dell’occupazione, sui salari, sulle disparità tra uomini e donne, sulla sicurezza sul lavoro. Politiche di questo tipo hanno alimentato la sfiducia, allontanato le persone dalla politica, aggravato la crisi della democrazia. Non è una deriva inevitabile. Le regole e le politiche possono essere cambiate per dare più protezione a chi vive e lavora in Italia.
L’8 e 9 giugno 2025 si potrà votare per 5 referendum che chiedono di cancellare alcune misure che hanno peggiorato le condizioni di vita e di lavoro in Italia.
Si tratta di questioni importanti, che possono indirizzare il nostro Paese verso una traiettoria di sviluppo civile e sociale più avanzata, vicina ai maggiori paesi europei. Oggi due milioni e mezzo di persone di origine straniera vivono da anni in Italia e non hanno il pieno riconoscimento dei diritti di cittadinanza. Oggi cinque milioni e mezzo di persone lavorano con contratti a tempo determinato o a tempo parziale, quasi il 30% dei lavoratori dipendenti; sono in gran maggioranza donne e giovani, con salari più bassi e più esposti a condizioni di povertà.
Un cambiamento delle politiche può rovesciare le misure che hanno aggravato insicurezza e precarietà. I 5 referendum sono l’occasione per fare in modo che le politiche tornino a proteggere le persone, e che la politica sia fatta di partecipazione e democrazia.
In un mondo segnato da derive autoritarie, lo strumento che abbiamo per fermarle è proprio la pratica della democrazia, a cominciare dalla partecipazione al voto per i referendum.
Per queste ragioni, sui 5 referendum – come persone impegnate nel mondo dell’università e della ricerca – vogliamo contribuire a una discussione sul futuro del Paese – sulla qualità della vita, del lavoro e della democrazia.
Per queste ragioni, l’8 e 9 giugno 2025 invitiamo a partecipare ai 5 referendum e a votare SI.
28 aprile 2025
Primi firmatari
Alessandra Algostino, giurista, Università di TorinoRoberto Artoni, economista, Università BocconiGaetano Azzariti, giurista, Sapienza Università di RomaFilippo Barbera, sociologo, Università di TorinoClaudio De Fiores, giurista, Università della Campania Luigi VanvitelliJuan Carlos De Martin, ingegnere informatico, Politecnico di TorinoDonatella Della Porta, politologa, Scuola Normale Superiore, Accademia dei LinceiMarco Doria, storico, Università di Genova, già sindaco di GenovaGiovanni Dosi, economista, Scuola Superiore Sant’Anna, Accademia dei LinceiEmanuele Felice, economista, Università IULM MilanoLuigi Ferrajoli, giurista, Università Roma TreMarianna Filandri, sociologa, Università di TorinoMaurizio Franzini, economista, Sapienza Università di RomaFabio Gadducci, informatico, Università di PisaSilvio Garattini, medico farmacologo, Presidente Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario NegriMarco Geddes da Filicaia, medico epidemiologo, esperto di sanità pubblicaChiara Giorgi, storica, Sapienza Università di RomaMaria Cecilia Guerra, economista, Università di Modena e Reggio Emilia, ParlamentarePaola Inverardi, informatica, Rettrice del Gran Sasso Science InstituteNicola Labanca, storico, Università di SienaGuglielmo Meardi, sociologo, Scuola Normale SuperioreTomaso Montanari, storico dell’arte, Rettore dell’Università per stranieri di SienaEnrica Morlicchio, sociologa, Università di Napoli Federico IILia Pacelli, economista, Università di TorinoFrancesco Pallante, giurista, Università di TorinoGiorgio Parisi, fisico, Accademia dei Lincei, Premio Nobel per la fisicaValentina Pazé, filosofa, Università di TorinoGabriele Pedullà, storico della letteratura, Università Roma TreMario Pianta, economista, Scuola Normale SuperioreAlessandro Portelli, storico, Sapienza Università di RomaMichele Raitano, economista, Sapienza Università di RomaFranca Roncarolo, politologa, Università di TorinoAndrea Roventini, economista, Scuola Superiore Sant’AnnaRodolfo Saracci, epidemiologo, già International Agency for Research on Cancer, LioneGiorgia Serughetti, filosofa, Università di Milano-BicoccaSalvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, Scuola Normale Superiore, Accademia dei LinceiPasquale Tridico, economista, Università Roma Tre, EuroparlamentareNadia Urbinati, politologa, Columbia University, New YorkGianfranco Viesti, economista, Università di Bari Aldo MoroMarco Vivarelli, economista, Università Cattolica del Sacro Cuore
Per aderire all’appello compilare il modulo qui: https://forms.gle/pkiYBUTyBJmi8Rr39
Qui il rapporto di ricerca della Fondazione Di Vittorio sul lavoro a dieci anni dal Jobs Act, intitolato “Precarietà e bassi salari”, presentato il 30 aprile 2025 a Roma.
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