Al Polo Nord rischiarato da un’aurora boreale le truppe schierate di Santa Claus strigliano il manto delle renne, lucidano le slitte e si preparano a caricare i sacchi con i doni, ogni slitta indirizzata verso una meta precisa. Arriva l’organizzatore-capo e domanda: “Chi è incaricato degli Stati Uniti?”. Si alza una mano. “Bene, ho saputo che quest’anno in America si è allargata troppo la forbice tra ricchi e poveri. Perciò tu distribuirai molti più doni ai più bisognosi e meno a chi è già benestante”. L’interpellato obietta indispettito: “Vorrei far presente che è stato Marx a inventare la massima a ciascuno secondo i suoi bisogni e io non sono marxista, se permetti”. L’organizzatore-capo frena un moto d’irritazione e ordina: “Allora tu distribuirai i doni in proporzione al reddito delle famiglie. D’accordo? Ora puoi caricare e partire”.
Quel Babbo Natale così seccamente interpellato accenna un ghigno, carica i doni e parte. Mentre vola verso gli Stati Uniti rimemora gli insegnamenti ricevuti da studente ai tempi della Reaganomics e ultimamente ravvivati da Donald Trump secondo il verbo MAGA. Quindi si mette diligentemente al lavoro, invertendo l’ordine che gli era stato commissionato. Giù per i camini delle ville lussuose scarica pesanti lingotti d’oro, titoli di proprietà immobiliari, criptovalute, azioni e obbligazioni. Immagina la felicità di chi nei salotti vede arrivare tanto bendidio e si ripulisce la coscienza dicendo: “I miliardari meritano questa ricchezza, perché creano valore aggiunto per tutti. Ogni volta che qualcuno si arricchisce stanno meglio tutti”.
Ma non è sempre oro ciò che luccica. Su per i camini gli giungono anche lamentele. Robert Frank, economista alla Cornell University, ha studiato attentamente il mondo dei super-ricchi; ha scoperto che in genere vivono psicologicamente isolati dalla società e si sentono insicuri. A centinaia di paperoni ha posta una domanda: “Lei è soddisfatto del suo reddito?”. Quasi sempre la risposta era: “Solo se guadagnassi il doppio mi sentirei finanziariamente al sicuro”. C’è anche chi – come Elon Musk, l’uomo più danaroso al mondo con un patrimonio stimato di oltre 600 miliardi di dollari – ha appena incassato qualche altro miliardo dalle sue società, ma si è offeso a morte con la Commissione Europa perché X, il suo social, ha ricevuto una multa di 120 milioni di dollari per aver violato gli obblighi di trasparenza previsti dalla legge europea sui servizi digitali. 120 milioni? Una bazzecola per lui! Eppure se ne è uscito con questa acida protesta: “L’Unione Europea è il Quarto Reich”.
Ovviamente il Babbo Natale ammaliato dai MAGA non poteva tralasciare la Casa Bianca. A dirla tutta, quando dal Polo stava sorvolando la Groenlandia in direzione degli Stati Uniti era stato tentato di fare una maxi-sorpresa al suo Presidente: impacchettare l’isola più grande del mondo e portargliela in regalo con un bigliettino augurale. Poi però si era reso conto che le dimensioni del pacco-dono avrebbero provocato sconquassi e preferì scegliere qualcosa di più leggero, anzi leggerissimo: un bel mazzo di criptovalute di varia estrazione (bitcoin, litecoin, tether, ethereum, stellar, XRP) con cui giocare alla tombola di Natale, ma senza rischiare. Senza rischiare? Beh, non c’è rischio per il croupier. E il Presidente, fra le tante incombenze, si era assunto anche quella del croupier, coadiuvato dalla famiglia e da una società creata apposta per gestire il malloppo, la World Liberty Financial.
Di tutta evidenza Babbo Natale ignorava che il Presidente si era già servito abbondantemente, in barba a un macroscopico conflitto d’interesse: aveva perfino coniato un proprio memecoin chiamato modestamente $Trump, che era andato subito a ruba fra i MAGA. Ora non gli restava che invitare a pranzo quei preziosi investitori, rassicurarli e ringraziarli per aver aperto il portafoglio con tanta alacrità. Detto fatto. Agli investitori più generosi riservò un orologio d’oro a 18 carati firmato Trump e a tavola servì vino della cantina presidenziale, accompagnato da queste parole di incoraggiamento: “C’è tanto buon senso nelle criptovalute. Ed è per me un onore collaborare ad aiutare ciascuno di voi seduto qui oggi”. Ma per i milioni di suoi concittadini che non erano seduti lì – alcuni dei quali mancanti perfino di un desco attorno a cui sedersi – Babbo Natale non aveva più nulla da offrire; se non la magra consolazione di far parte di quella massa di esseri umani – tra cui sei milioni di italiani – accomunati dalla totale indigenza.
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