La città delle donne non c’è | water(on)line il 12 Dicembre 2022 alle 17:14 Rispondi […] studi su questo tema si sono diffusi anche in altre zone, in particolare a Parma, Napoli e Campania. Si rivela così necessario ripensare la città e l’urbanistica in un’ottica di genere, farlo […]
ROSA+DALMIGLIO il 27 Novembre 2022 alle 04:56 Rispondi Cara Teresa non sei sintetica ma chiara a Pechino come in sede UNESCO il tema da te trattato è al primo posto inaugurato il Museo delle Donne e dei bambini nel 2015 a Pechino , è uno splendido Museo Moderno la forma architettonica è ispirata ad una DONNA incinta, chinata a proteggere il figlio in questi giorni invitata dalle Nazioni Unite, stò traducendo in Italiano il testo di presentazione di questo Museo che assieme a quello realizzato dalla Regina Rania di Giordania sono fra i più belli (sono pochi) al Mondo, dedicati a Donne e Bambini come SIBILLA sei un’ottima Ambasciatrice di PACE dal 2004 presento in sede UNESCO documentari in 10 lingue, alcuni prodotti in collaborazione con il Ministero della Cultura Cinese e l’UNESCO, dal 2013 dalle UNIVERSITA’ li ho introdotti nelle scuole elementari statali di ROMA (periferia) l’Educazione alla Pace deve iniziare nelle scuole primarie, benvenuta mi piacerebbe ascoltarti
teresa lapis il 26 Novembre 2022 alle 17:03 Rispondi Grazie Cinzia grazie Rosa, vi ho letto e condivido proposta e commento. Già difensora civica, unica istituzione sulla partecipazione non molto attuato in Italia e non previsto come figura istituzionale, come nel resto d’Europa ,anzi er una delle condizioni per farne parte quando la Ue si è aperta ad altre adesioni penso che il titolo, per verificarne condivisione previa comprensione debba monitorare le esperienze, chi ha capito cosa,il senso che viene attribuito alle parole chiave e quanto servirebbe ,una volta riflettuto insieme e verificato che si pensa nello stesso modo che si desiderano le stesse cose,gli spazi le relazioni le regole di quanto si continua a chiamare ” comunità” ma non sempre le si attribuisce lo stesso senso così come la scuola oggi definita ” comunità educante” con lo sfoggio di una retorica che vuole confondere la vista di un posto diventato istituzione totale di affaristi. La città a misura di donna propone una osservazione nello spazio dei luoghi che le donne hanno sempre occupato come il privato come la strada come un pubblico, abusato da maschi adulti possibilmente bianche con ” i baffi” he se la profumano da sempre non consapevoli a volte del proprio abuso e della propria mancanza di rispetto di persone e delle regole cd condivise come l’uguaglianza art3 COst o dei doveri inderogabili di solidarietà ex art 2 Cost che per molti non è neanche noto!!!.La vicinaza e la prossimità e la porosità e la resilienza come la resistenza sono tutte parole che sono nel patrimonio femminista per la storia delle donne che aspiri alla ricerca della verità.Sono insegnate in pensione da anno e ho insegnato nelle scuole e in 3 università a contratto, esperta in diritti umani e mi sono dottorata in Urbanistica a 60 anni allo Iuav perchè i miei studenti non capivano nulla ( e gli ultimi tempi insegnavo tutela dei beni culturali e del paesaggio) allora ho pensato,(un pò sollecitata dai colleghi che mi chiamavano in compresenza per spiegare diritto ed economia politica nei loro corsi) che vivere con gli studenti un perido di riflessione comune poteva aiutarmi a imparare a comunicare meglio con loro su temi come anche la bellezza che mi sembrava non avesse particolare necessità di motivazione ,per accedervi o interessarsene, anche se per imparare il rapporto tra bellezza il giusto e l’utile .La mia tesi che sto cercando di pubblicare è in Urbanistica ,sul dialogo tra discipline in riferimento la paradigma dello sviluppo sostenibile, come contributo alla didattica e alla ricerca ed ha una parte dove il protagonismo femminile esprime tutta la sua importanza storica, e non solo, per la comprensione di quanto ha vissuto che come me necessita la condivisione per il cambiamento di oggi ,ma anche di domani ,soprattutto con i giovani, in una dialogo interculturale e intergenerazionale. Spero di riuscire a farlo e a condividerlo perchè il dialogo tra saperi, come tra generazioni così come tra sessi è importante e universale almeno per me, pe r capire come stare al meglio al mondo e come prospettarne un futuro possibile e felice. Oggi quando si parla di donne sembra riguardi solo la sua posizione di vittima e la sua posizione di possibile concorrente valida di uomini nell’impresa o nella scienza. Il mio tema fondamentale a riguardo è la maternità, attuale o potenziale, della donne come produttrice di vita e la sua storia anche simbolica come traduttrice e seminatrice di cultura, che non può essere altro che di pace e di gestione del conflitto in una ricerca di simbiosi mutualistica ( sapete come quello del paguro bernardo e dell’attinia), che è una cosa che mi è rimasta impresa dal primo momento che ho conosciuto e imparato a scuola.Per questo un libro che io ho amato e amo molto per la grande esperienza che ho avuto con la donna che lo ha scritto, madre amica sorella maestra “Joice Lussu e il libro si intitola “la Sibilla” Prima di andarsene mi aveva nominato Sibilla ed io sono onorata di raccontarvelo. Grazie per chi trova il tempo di leggermi ( sono una giurista non sintetica, scusatemi)
ROSA+DALMIGLIO il 26 Novembre 2022 alle 08:54 Rispondi BETTER CITY-BETTER LIFE è un progetto elaborato a Pechino nel 2004 con il contributo di tutte le FEDERAZIONI, FONDAZIONI, ASSOCIAZIONI Internazionali delle DONNE compresi i SINDACATI l’ALTRA Metà del CIELO risale a MAO io c’ero a PECHINO- non ho mai visto una Donna Italiana, potete verificare dai numerosi libri stampati anche dall’UNESCO, ho lavorato e lavoro con le Donne, in questo momento suggerisco di leggere i risultati su GENDER and SPORT , Roma 17-19 Novembre 2022 io aggiungo BUONE PRATICHE in DIFESA delle DONNE CALCIATRICI- è attuale nessuno sapeva del progetto in corso sulla parità delle DONNE (vedi mondiali) Jack Ma Foundation e ALIBABA Foundation finanziano con 1 miliardo di yuan in dieci anni la Parità e Difesa delle DONNE in AFRICA ABH è finanziato da filantropi Cinesi, che combattono concretamente la Povertà, si fermano i migranti con progetti di aiuto alle DONNE le più penalizzate dalle nostre DEMOCRAZIE i progetti non mancano, purtroppo manca una classe dirigente (compresi i sindacati) capaci di risolvere i problemi creati sopratutto dagli uomini, serve SOLIDARIETA’ SOCIALE e le città future devono essere programmate per DONNE e UOMINI