Femminismo, Lavoro, Temi, Interventi

Perché parlare di città a misura di donne ?

Perché noi donne siamo le più grandi fruitrici della città, quelle che l’attraversano anche più volte al giorno, calpestandone i marciapiedi, inventandoci slalom se si ha un passeggino, correndo affannosamente da un punto ad un altro per ottimizzare il tempo. Ma siamo sicuri che le nostre città siano “vivibili ed accessibili” per le donne? E quanto gli spazi pubblici sono sicuri, funzionali, accoglienti?

Le donne pur rappresentando più della metà della popolazione vivono in sistemi urbani e organizzativi progettati, costruiti, realizzati da uomini e pensati, di conseguenza, prevalentemente al maschile.

Ciò limita la possibilità di essere pienamente cittadine e, come scrive Caroline Perez, le riduce in una condizione di “invisibilità” rispetto alle politiche urbane” limitandone la gestione del lavoro, del tempo libero, della partecipazione politica e culturale.

La pandemia ci ha mostrato la fragilità di un modello di sviluppo iniquo, a partire dal luogo in cui si abita, la casa, e da come questa è organizzata e vicina ai servizi.

Inoltre, l’isolamento in spazi limitati, ci ha fatto comprendere la necessità di avere luoghi diversi dove praticare “socialità”, rimettendo al centro la qualità degli spazi fisici per garantire una qualità della vita migliore per tutte e tutti.

Questo ha influito sul nostro modo di percepire le città e di quanto sia importante ripensarle un’ottica di genere.

A partire da queste riflessioni il Coordinamento Donne della CGIL Napoli e Campania ha deciso di mettere in campo la propria iniziativa di contrattazione e di lotta. Senza una nuova consapevolezza, nuove idee e nuove azioni degli attori politici e sociali presenti sul territorio, a partire dalle istituzioni, la città a misura delle donne è destinata a rimanere soltanto uno slogan.

Per le donne della CGIL ridisegnare la città vuol dire guardare al femminile il territorio, l’ambiente, la cura degli spazi comuni.

Questo impatta, ovviamente, sulle misure di contrasto al degrado urbano e alla riqualificazione, soprattutto delle aree periferiche.

Ridisegnare la città vuol dire avere luoghi in cui sostare e camminare in sicurezza; avere una mobilità efficiente e sostenibile; avere una città connessa, digitale, tecnologica. Vuol dire garantire servizi sul territorio e il diritto all’abitare, favorendo l’accesso all’abitazione a con affitti sostenibili, progetti di cohousing, di housing sociale, creazione di case rifugio per le donne vittime di violenza, individuando azioni a sostegno delle donne sole e con figli per la ricerca di un immobile.

Vuol dire anche rendere più fruibili gli spazi verdi, i parchi, e sostenere azioni e programmi per il tempo libero, per la salute, per la cultura individuale e collettiva.

Da qui è nato il progetto della CGIL Napoli e Campania e della CGIL Nazionale, con l’obiettivo di far riflettere sul ruolo chiave del mondo femminile nelle nostre città, iniziando proprio da Napoli.

Perché Napoli “è Femmina” per origini e tradizione – è figlia della Sirena Partenope – per la sinuosa morfologia del territorio.

Napoli “è Femmina” perché spesso sono soprattutto le madri a occuparsi dell’educazione dei figli, del rispetto del regole, anche quando queste non ci sono. Lo è nelle sue lotte per la libertà, la democrazia, il lavoro.

Ed è ancora femmina nella sua ricerca dell’identità del lavoro.

Eppure, come abbiamo visto “non è Femmina” nella sua concezione urbana, sociale e di mobilità.

Da qui nasce l’esigenza di ridisegnare la città in un’ottica di genere, pensando a un nuovo modello di città che risponda ai bisogni reali della gente che la popola.

Ancora da qui nasce l’idea di predisporre un questionario che verrà somministrato direttamente alle donne, lavoratrici, pensionate, studentesse, immigrate, per comprendere quale sia la loro percezione della città e dei tanti aspetti della vita quotidiana.

Un questionario redatto costruendo domande relative sia a variabili oggettive (condizioni personali, familiari e lavorative; tempi necessari per raggiungere il luogo di lavoro ed i servizi primari; mezzi di trasporto utilizzati), che a variabili soggettive (difficoltà di conciliazione dei tempi e livello di soddisfazione di alcuni aspetti del luogo di residenza).

Il livello di partecipazione diretta è un elemento importante che ci può aiutare ad avere dati, feedback e opinioni sul rapporto tra aspetti della vita di noi donne e la città.

Allo stesso tempo contiamo di mappare la città per acquisire dati oggettivi a partire dai servizi erogati (per es. centri antiviolenza, luoghi attrezzati per l’allattamento, marciapiedi percorribili da carrozzine).

Potrebbe essere utile fare una verifica anche sul piano della toponomastica, sull’intitolazione degli spazi pubblici, che sono lo specchio evidente di secoli di patriarcato.

L’elaborazione dei risultati del questionario farà da base alla definizione di un documento da portare alla discussione con i soggetti politici e sociali del territorio, a partire dall’amministrazione comunale e della città metropolitana.

Una città più a misura di donna, una città più amica di tutti.

*Cinzia Massa è segretaria CGIL Napoli e Campania.

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4 commenti a “Città a misura di donna”

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