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Il Parlamento ha approvato, con il voto di fiducia, la legge di bilancio 2022. Il maxiemendamento, presentato dopo lunghe trattative tra le forze che compongono la coalizione di governo, non cambia nella sostanza una manovra che sembra più un contenitore di esigenze diverse che una misura con una visione del futuro. Nonostante i titoli promettenti di alcune sezioni dell’articolato, colpisce l’assenza non solo di misure organiche, ma anche delle motivazioni più profonde degli interventi, rinviando scelte che sarebbero invece necessarie e urgenti per traghettare il paese fuori dalla crisi pandemica, con un modello di sviluppo improntato alle ragioni dei diritti, della sostenibilità, della giustizia sociale ed economica, della solidarietà.


Questo è il giudizio che emerge dalla Controfinanziaria della Campagna Sbilanciamoci! (a cui aderiscono 49 organizzazioni della società civile), il Rapporto che analizza criticamente il disegno di legge di bilancio 2022 e delinea al contempo una contromanovra di bilancio a saldo zero, con 105 proposte alternative di spesa pubblica per uscire dall’emergenza Covid-19 con un’Italia in salute, giusta, sostenibile.

A fronte dei pochi aspetti positivi contenuti nella manovra – come la riduzione dell’aliquota Iva al 10% per i prodotti per l’igiene femminile o l’introduzione del Fondo per la mobilità sostenibile e il Fondo italiano per il clima – Sbilanciamoci! ne evidenzia i molti negativi, tra i quali: l’assenza del promesso riordino del sistema degli ammortizzatori sociali, con il titolo V della legge che contiene solo misure frammentarie e specifiche; la mancanza di un disegno di riorganizzazione del sistema previdenziale che garantisca la sostenibilità sociale per i giovani e i lavoratori con impieghi precari e intermittenti; una rimodulazione regressiva dell’Irpef che favorisce i redditi medio-alti e un’ulteriore riduzione dell’Irap.


La riforma fiscale del governo Draghi prevede l’esclusione Irap per autonomi e professionisti, la diminuzione degli scaglioni da 5 a 4 e una rimodulazione delle aliquote. Come denunciato anche dai sindacati, le nuove misure offrono vantaggi fiscali irrisori ai lavoratori e pensionati con redditi bassi e medio-bassi, mentre favoriscono i redditi medio-alti; si tratta di una misura regressiva di cui l’Italia non sentiva il bisogno. Sbilanciamoci! oppone una riforma complessiva e organica fortemente redistributiva, incentrata sul principio di capacità contributiva e sulla progressività dell’imposizione. Chiede la rimodulazione delle aliquote Irpef in senso progressivo (in modo opposto a quanto fatto dalla riforma fiscale attuale), l’assoggettamento all’Irpef delle rendite finanziarie e l’introduzione di un’imposta patrimoniale.


Quest’anno, inoltre, le legge di bilancio si lega inevitabilmente al Pnrr e agli interventi previsti dal piano. Con oltre 230 miliardi di risorse, il Pnrr avrebbe dovuto rappresentare l’occasione per guidare il sistema produttivo nella direzione di uno sviluppo sostenibile e avanzato sul piano tecnologico. Non si intravede, invece, una strategia in grado di integrare le diverse linee di azione e costruire un’agenda politica che dia priorità alla transizione ecologica e alla creazione di lavoro. Il governo attuale resta legato alla vecchia idea, già rivelatasi fallimentare, che i problemi del paese possano essere risolti con politiche dal lato dell’offerta: in primis riduzione della pressione fiscale e del costo del lavoro.


Si continua quindi con la strada della decontribuzione alle imprese, nella speranza (sempre disattesa) di un aumento degli investimenti privati. Sbilanciamoci! propone invece di istituire un Fondo per la riconversione ecologica del sistema produttivo che – insieme ad un ambizioso “Piano per la transizione ecologica” – integri i fondi del Pnrr, coordini le risorse già stanziate e assicuri un flusso di investimenti pubblici e privati duraturo in quest’area, in linea con gli obiettivi del Green deal europeo. Questo porterebbe non solo a una maggiore efficacia della lotta ai cambiamenti climatici ma anche alla creazione di posti di lavoro “di qualità”, con ricadute positive nell’intero sistema produttivo.


Sul fronte ambientale, la manovra 2022 presenta interventi in alcuni casi contraddittori, se non addirittura contrastanti, con l’obiettivo della decarbonizzazione. Alla positiva creazione del Fondo italiano per il clima (con una dotazione di 840 milioni per il 2022) si contrappone la totale assenza di una strategia per l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi (Sad) che Sbilanciamoci! rivendica da tempo.


Nella Controfinanziaria viene proposto l’avvio di un programma capillare di piccole e medie opere pubbliche volto a migliorare la qualità della vita promuovendo occupazione e cura del territorio. A tal fine, si chiede di destinare oltre 1,7 miliardi per una serie di interventi: la promozione e installazione di impianti fotovoltaici con accumulo; la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio residenziale pubblico; il rafforzamento del sistema di ricerca e innovazione nel campo della transizione ecologica; il potenziamento dei controlli ambientali e sanitari.


Le proposte qui sommariamente esposte si uniscono alle molte altre in tema di istruzione, welfare e diritti, cooperazione pace e disarmo, altra economia. La Controfinanziaria di Sbilanciamoci! ribalta le logiche che hanno guidato i governi in questi anni: meno spazio al mercato e più intervento pubblico, meno sgravi alle imprese e più politica industriale, meno flat tax più redistribuzione della ricchezza, meno gas e petrolio più energie rinnovabili, meno spese militari più investimenti nel welfare e nella sanità. Alla base di tutto ciò vi è l’urgenza di operare un radicale ripensamento delle politiche economiche e di bilancio in questo paese e un deciso cambio di rotta per un’Italia veramente giusta, in salute e sostenibile.

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