Da The Guardian del 3 aprile scorso. “La discussione sulla bozza finale dell’ultimo rapporto di valutazione prodotto dall’Intergovernamental Panel on Climate Change si è protratta per ore oltre il termine previsto nella giornata di domenica 3 aprile. Gli scienziati e i rappresentanti dei governi si sono trovati imprigionati in un disaccordo su questioni come la quantità di finanziamenti di cui i paesi in via di sviluppo hanno bisogno per affrontare la crisi climatica e l’enfasi da dare a politiche come l’abbandono dei sussidi ai combustibili fossili”. In particolare, “i rappresentanti dei governi sono stati accusati di cercate di annacquare le risultanze scientifiche, la cui pubblicazione, prevista per lunedì mattina, dopo i ritardi e i dissensi di domenica, è stata spostata di sei ore”.
Il rapporto di cui si tratta è quello del Terzo Gruppo di Lavoro dell’IPCC, dedicato alla Mitigazione del Cambiamento climatico: “il più controverso – osserva lo stesso Guardian – dal momento che si occupa delle politiche, delle tecnologie e dei meccanismi finanziari necessari a tagliare le emissioni dei gas serra”. E la cronaca delle due giornate, in effetti, non deve stupire più che tanto, visto che le possibilità di annacquamento erano già state denunciate lo scorso mese di agosto (il 22, per la precisione), quando alcuni autori del rapporto, proprio al fine di scongiurarle, avevano diffuso la bozza della seconda stesura, in aperta violazione del vincolo di riservatezza che protegge i draft preliminari.
Prossimamente, ora che il rapporto finale è disponibile, valuteremo in modo analitico quanta acqua sia stata versata nel vino delle risultanze scientifiche. Ma entrambi gli episodi, intanto, meritano di essere segnalati come testimonianza della sostanziale inadeguatezza dell’intero impianto istituzionale delle attività che riguardano il Climate Change, compresi gli Accordi di Parigi. Altro argomento che prossimamente affronteremo con la dovuta ampiezza; ma anche qui, intanto, vale la pena di riportare il modo in cui i protagonisti della “fuga di notizie” di agosto hanno motivato la loro decisione per il tramite dell’organizzazione Scientists Rebellion1.
Note
1 https://scientistrebellion.com/we-leaked-the-upcoming-ipcc-report/
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