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Chi sale fino a Pinzolo, tra le valli del Trentino, scopre affrescata sulla parete esterna di una chiesa la stessa “Danza Macabra” che si sta dispiegando in tante città dell’Ucraina, perfino attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhya. L’affresco cinquecentesco mostra diciotto personaggi adorni degli emblemi del potere, invitati a una danza macabra da altrettanti scheletri ghignanti. Chiude la sfilata una Morte a cavallo intenta a scagliare frecce contro vittime inermi: alcune già colpite, altre impietrite dal terrore, altre rassegnate a una fine ineluttabile. Osservando quei personaggi potenti viene da paragonarli ai signori del Cremlino, affaccendati a bombardare l’Ucraina per scongiurare di esser loro stessi ghermiti dal Fato.

Ma è inevitabile pensare anche ad altri potenti – petrolieri, produttori d’armi, rivenditori di cereali – tutti grati al Dio Marte per la cascata di profitti piovuti dal cielo in così pochi mesi di guerra. I petrolieri? Nel primo semestre di quest’anno – tanto per citare qualche cifra – la Total ha incassato extra-profitti per 29 miliardi di dollari, la Shell per 20 miliardi, la BP per 17 miliardi.

E i produttori d’armi? Tutti hanno colto al balzo l’inatteso “colpo di fortuna”, specialmente gli statunitensi (con la Lockheed Martin sempre in testa). Dopo aver svuotato i loro arsenali per rafforzare le difese ucraine, ora le fabbriche lavorano a pieno ritmo a produrre nuovi lanciarazzi Himars (4 miliardi di dollari), obici Howitzer M777 da 155 mm (3,7 miliardi), razzi antiaerei Stinger (2,4 miliardi), batterie di missili terra-aria Patriot (1 miliardo ogni batteria). Washington non sta preparandosi a una escalation bellica deliberata, ma la dinamica è sempre la stessa: inizialmente non voluta, l’escalation diventa poi incontenibile. È un fatto che la difesa USA avrà speso quest’anno 800 miliardi di dollari, dodici volte più della Russia.

Pur consapevoli di tale disparità, i russi hanno interiorizzato una convinzione: “È vero che perdiamo molte battaglie, ma alla fine vinciamo tutte le guerre”. In effetti, la Russia è stata invasa dai cavalieri teutoni, dagli svedesi, dai mongoli, dai turchi, da Napoleone, da Hitler, e in futuro – ne sono convinti molti russi – anche dalla NATO (o almeno dai suoi micidiali armamenti). Eppure è sempre sopravvissuta, perché la cosa più pericolosa della Russia è una Russia con le spalle al muro. Pur avendo commesso lo stupido, tragico errore di voler riannettersi l’Ucraina, Mosca è convinta che chi si prodiga a difendere quel popolo invaso alla fine si stancherà, logorato dalla war fatigue e dalla donors fatigue. E alla lunga gli ucraini, prostrati, abbandoneranno ogni velleità di riprendersi la Crimea e l’intero Donbass.

A maggior ragione, quindi, invochiamo con il presente appello una sospensione delle ostilità perlomeno nel periodo natalizio, festività sacra ad entrambi contendenti.

Appello per una tregua umanitaria in Ucraina

Tutti gli europei che si riconoscono operatori di pace vedono con angoscia aggravarsi in Ucraina la catastrofe umanitaria e l’estendersi del conflitto verso scenari devastanti, come dimostra il recente incidente in territorio polacco che ha sfiorato un confronto diretto tra NATO e Russia. Ribadiscono, quindi, che la via diplomatica va perseguita con ogni mezzo e si appellano alla saggezza di chi – Governi e personalità influenti – sia in grado di mediare tra le parti in conflitto.

La strada verso la pace richiede, anzitutto, un cessate il fuoco. Perciò, le organizzazioni e i cittadini che aderiscono all’appello auspicano che i contendenti sospendano le ostilità nel periodo fra il Natale cattolico (25 dicembre) e il Natale ortodosso (7 gennaio). Se una tregua simile fu possibile durante la prima Guerra Mondiale tra nemici storici, non si vede perché sia irrealizzabile oggi tra popoli slavi uniti dalla storia, dalla cultura e dal credo religioso.

Anche se gli armati di entrambe le parti potrebbero sfruttare quelle due settimane per rafforzarsi sui vari fronti di guerra, la tregua consentirà almeno ai civili inermi di vivere questo periodo – sacro a entrambi i contendenti – nel segno della pace natalizia.

Nulla impedisce, infine, di immaginare che un cessate il fuoco temporaneo persuada i contendenti a esperire ulteriori riduzioni delle ostilità, in modo da alleviare le inaudite sofferenze dei civili, vittime incolpevoli di un conflitto fratricida.

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Firme in aggiornamento

Giuseppe Cassini, Rocco Cangelosi, Enrico Nardi, Mario Boffo, Enrico De Maio, Torquato Cardilli, Antonio D’Andria, Armando Sanguini, Roberto Di Leo, Pietro Adami, Mario Agostinelli, Franco Astengo, Gaetano Azzariti, Maria Luisa Boccia, Mauro Beschi, Carmelo Caravella, Michela Cerimele, Don Virginio Colmegna, Giulio De Petra, Claudio De Fiores, Simone Furzi, Mario Dogliani, Ida Dominijanni, Domenico Gallo, Alfonso Gianni, Chiara Giorgi, Alfiero Grandi, Silvia Manderino, Alessandro Montebugnoli , Alberto Olivetti, Daniela Padoan, Massimo Perrotti, Antonio Pileggi, Tamar Pitch, Laura Ronchetti, Giuseppe Salmè, Luisa Simonutti, Mauro Sentimenti, Massimo Villone, Vincenzo Vita, Roberto Lamacchia, Aurora D’Agostino, Cesare Antetomaso, Maria Monica Bassan, Antonello Ciervo, Margherita D’Andrea, Danilo Risi, Paolo Solimeno, Enrico Tònolo, Carlo Cappellari, Marilisa Vumbaca, Marta Fin, Francesca Lacaita, Marcello Fagioli, Giuseppe Piscopo, Danilo Bruno, Lia Giribone, Ornella Visca, Fabrizio Bellamoli, Bruno Varriale, Fiorenzo Parziale, Alessandra Ruffini, Ciucci Gabriele, Giovanna Corchia, Mario Albrigoni, Serafina Tarantini, Maria Ricciardi Giannoni, Elisa Moretti, Maria Grazia Trevisan, Francesco Lazzaretto, Rina Zardetto, Roberto Barbieri, Tiziana Valenti, Alberto Ziparo, Eugenia Fera, Gipo Anfosso, Marina Marino, Maria Caterina Cifatte, Giuseppe Coscione, Alessandro Cassini, Andrea Raffaele Berlingieri, Lucia Dorigo, Clelia Martignoni, Rita Di Domenica, Danila Campo, Daniela Bocchi, Roberto Vernero, Lucia Gallo, Francesco Buccellato, Roberto Sitia, Maria Maurizia Benedetti, Alfredo Meconi, Laura Minicucci, Silvia Baccichetto, Walter Sfratato, Clotilde De Rege, Paolo Bartolini, Guido Viale, Donata Bianchi, Franco Argada, Elena Zaninetta, Carmela Pagano, Mario Albrigoni, Maria Caterina Cifatte, Clelia Martignoni, Luca Imberti, Rosaria Gasparro, Bruno Varriale, Ivano Bison, Romano Romani, Celeste Ingrao, Luciano Capuccelli.

2 commenti a “Guerra in Ucraina. Appello per una tregua natalizia”

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