Interventi

E’ stimolante pensare la relazione tra paesaggio urbano e unità nazionale. Ciascuno dei due termini si comprende meglio quando viene pensato in funzione dell’altro. Nella relazione, infatti, il paesaggio esce dallo specialismo territoriale ed emerge come problema storico della modernizzazione italiana, mentre l’unità nazionale si libera dall’idealismo e acquista un riferimento materiale, mettendo, per così dire, i piedi per terra.
Le celebrazioni del 150° anniversario eviterebbero lo slittamento retorico se si occupassero di più dell’impronta fisica che lo Stato ha impresso nel suolo italiano. Nell’Ottocento il biglietto ferroviario, la pagella scolastica e la cartolina di leva annunciarono la raggiunta unità nazionale a molti italiani. In tal modo essi presero contatto con i nuovi presidi territoriali di quell’idea risorgimentale: la ferrovia, la scuola e la caserma. Furono tre grandi innovazioni statali che cambiarono la vita concreta dei cittadini. A distanza di tanto tempo sono diventate cose normali, hanno perduto l’aura nazionale. Ma c’è da domandarsi se quei presidi statali possano essere rielaborati nell’Italia di oggi, se possano ridiventare luoghi dell’innovazione sociale e territoriale. Ecco un modo concreto per celebrare il 150° rivolgendosi alla vita quotidiana degli italiani.
Celebrare vuol dire però ripensare ciò che è stato, per capire ciò che sarà. Ad esempio, mai come oggi sarebbe necessario un grande rilancio della politica ferroviaria su scala locale. C’è grande bisogno di una cura del ferro nelle regioni e nelle città italiane, un programma di investimenti ambizioso, almeno quanto quello dell’alta velocità, per ristrutturare le vecchie ferrovie locali, facendone gli assi portanti di moderne reti di trasporto integrate tra bus, metropolitane e tram. Su queste basi strutturali si potrebbero sviluppare nuove politiche territoriali, per dare una nervatura a quel pulviscolo edilizio cresciuto negli hinterland e per creare intorno alle stazioni nuovi poli di crescita della green economy.
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