Interventi

Articolo pubblicato nella rubrica “Divano” de “il manifesto” il 01.04.2021.

«Uno dei concetti attorno al quale sembra ruotare gran parte del discorso sull’emergenza da Covid 19 fin dai primi mesi della pandemia è quello della ‘distanza’: la distanza che le goccioline respiratorie riescono a percorrere diffondendo il virus, la distanza tra i carrelli della spesa in fila indiana davanti ai supermercati, la distanza alla quale bisogna tenersi dai propri cari per proteggere loro e sé stessi».

Con queste parole Daniela Pietrini, docente di Linguistica italiana e francese presso l’Università Martin Luther di Halle-Wittenberg, apre il terzo capitolo, dedicato a «Il lessico globale della distanza», del suo volume La lingua infetta. L’italiano della pandemia che, con una Presentazione di Giuseppe Antonelli, è in libreria per i tipi di Treccani.

«Ben lungi dal limitarsi a una raccolta di neologismi, tecnicismi e forestierismi» Pietrini, scrive Antonelli, «analizza e interpreta i bisogni comunicativi che hanno portato alla diffusione di questo lessico», come «il collocarsi, ad esempio, delle varie voci in diversi livelli discorsivi (scientifico, mediatico, politico, burocratico) o il loro impiego in funzione ironica, polemica, iperbolica. Fino all’espandersi di questa pervasiva rappresentazione linguistica anche in ambiti nei quali ha solo valore metaforico: ‘il virus dell’egoismo’, ‘il contagio dell’ignoranza’, o – appunto – ‘la lingua infetta’».

Nell’impostare la sua riflessione su il concetto di distanza quale si determina e per come acquista significato nel diffondersi dell’emergenza epidemica, Pietrini opportunamente ritiene utile riportare il comunicato dell’Istituto Superiore di Sanità che, pubblicato il 4 marzo del 2020, raccomanda un distanziamento sociale da perseguire tramite «l’isolamento dei pazienti, l’individuazione e la sorveglianza dei contatti, la quarantena per le persone esposte, la chiusura delle scuole e dei luoghi di lavoro o l’adozione di metodi per lezioni scolastiche e universitarie, e lavoro a distanza. Inoltre vanno anche considerati i provvedimenti che limitano l’assembramento di persone, come le manifestazioni sportive, fino ad arrivare alla restrizione dei viaggi internazionali».

Pietrini documenta l’attestarsi del termine ‘distanza’ in congiunzione con vocaboli che, prima dei condizionamenti pratici e i comportamenti imposti dalla pandemia, raramente sarebbero stati accostati e, quando fosse capitato, avrebbero per lo più ottenuto un effetto ossimorico o paradossale: ‘lavoro a distanza’; ‘conferenza a distanza’; ‘riunione a distanza’; ‘formazione a distanza’; ‘interrogazione a distanza’; ‘sanità a distanza’.

Distanza è il contrario di contatto. Ed è appunto ogni forma ed ogni occasione di ‘contatto’ che va interdetta ed evitata. Il morbo epidemico si contrae per contagio, ossia per contatto. Il termine italiano distanza è il medesimo del latino distantia, che viene dal verbo distāre. La particella ‘dis’ impiegata come primo termine nei composti indica per l’appunto un capovolgimento di senso del vocabolo al quale è apposta. Così nel caso nostro: sto (sto qui, son prossimo) in latino si muta con il prefisso dis in dis-sto (sto altrove, sono lontano).

«Così lontani, così vicini…» intitola Pietrini l’ultimo paragrafo del capitolo sul lessico della distanza che stiamo scorrendo. «Resta infine da sottolineare» scrive, «come l’appello al mantenimento delle distanze spaziali vada spesso di pari passo con la sottolineatura del mantenimento della vicinanza emozionale, l’associazione ‘distanza fisica-vicinanza affettiva’ costituisce anche una costante del discorso politico europeo nell’emergenza Covid 19». Sembra dunque prendere forma una dimensione emotiva che dà espressione agli affetti ed ai sentimenti nella imposta condizione di distanza e di assenza di contatto. Una sorta di introflessione delle passioni che cerca una manifestazione tanto ricca e piena, quanto segnata da un lontano e da un remoto di spazio, e da un vicino e un presente di tempo. Il 18 marzo del 2020 Angela Merkel dichiarava: «Im Moment ist nur Abstand Ausdruck von Fürsorge (Al momento attuale solo la distanza è espressione di sollecitudine)».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *