In una conversazione con Sandro Morelli e Mario Santostasi, Mario Tronti auspica “una sinistra che non possa essere facilmente liquidata, per la forza della proposta con cui viene identificata”.
[1] La manifestazione si svolse sulla base di un appello – pubblicato il 3 agosto su «il manifesto», «Carta» e «Liberazione» – promosso dai tre direttori dei priodici e da una ventina di importanti personalità della sinistra sociale e politica, articolato in sette punti, dichiarato ‘non contro il governo’, e rivolto a «[…] chiunque si riconosca nell’urgenza di partecipare, per ricostruire un protagonismo della sinistra e ridare fiducia alla parte finora più sacrificata del paese.» Delle forze politiche della sini stra cosiddetta ‘radicale’ non aderì Sinistra democratica. Successivamente, i leader di Prc, Pdci, Sinistra democratica e Verdi si incontrarono e convocarono per l’8 e il 9 dicembre una assemblea nazionale della sinistra e degli ecologisti (i cosiddetti ‘Stati generali’ della sinistra), con l’obiettivo di promuovere il percorso costitutivo di una federazione unitaria delle sinistre, a partire dalla federazione dei gruppi parlamentari e dalla predisposizione di una consultazione popolare sui programmi. [2] Per la più recente riflessione di Mario Tronti sul tema, si veda , relazione al seminario “Per un laboratorio di cultura politica a sinistra”. [3] Aris Accornero, Nino Magna, Il lavoro dopo la classe, Il Mulino, 1986. [4] Sergio Bologna, Ceti medi senza futuro? Scritti, appunti sul lavoro e altro, DeriveApprodi, 2007 presentato a Roma nell’iniziativa Crs Nuove forme di lavoro, welfare e ceti medi.
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