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Le conferenze al vertice dei membri della NATO si tengono ogni anno nella generale disattenzione dell’opinione pubblica. Ma non stavolta. Come mai tanto interesse e tanta apprensione tra gli europei per questo Vertice a Vilnius? La prima risposta – un po’ banale – è che abbiamo una guerra alle porte di casa e la NATO ci appare come un salvagente. È dunque comprensibile rafforzare le difese, cioè la Santa Alleanza Atlantica, al punto che in un recente sondaggio oltre la metà degli europei intervistati sarebbe d’accordo ad ammettervi anche l’Ucraina. Ovviamente senza saper valutarne le conseguenze. Cosa che, per grazia di Dio, ha invece fatto Biden, in accordo con il Segretario di Stato Blinken e il direttore russofono della CIA Burns, suoi stretti e sagaci consiglieri in politica estera.

L’Alleanza Atlantica era nata nel 1949 per contenere la potenza dell’Urss ed era composta da una dozzina di Stati. Ora ha quasi triplicato il numero di membri, mentre dall’altra parte della cortina di ferro si è dissolto il Patto di Varsavia ed è crollata la stessa Unione Sovietica. C’è stato un tempo in cui alcuni politici europei propendevano per sciogliere anche la NATO – e sono passati pochi anni da quando lo stesso presidente Macron ha certificato che l’organizzazione era “clinicamente defunta”. Di certo lo sosteneva per rafforzare le speranze di far nascere al suo posto una vera difesa europea; ma si sa che una burocrazia gigantesca come quella cresciuta nel compound di Evere, alla periferia di Bruxelles, non la smonti più. Se è vero che la funzione aveva creato l’organo, ora è stato l’organo a creare una nuova funzione, nella peggior tradizione delle burocrazie.

Una riprova? Le spese militari nell’insieme dei Paesi NATO superano già di venti volte quelle della Russia e di una decina di volte quelle della Cina. Ciò nonostante, dopo l’annessione della Crimea alla Russia, il Vertice NATO di Newport (in Galles) del 2014 concordò di aumentare le spese militari dell’Alleanza fino al 2% del Pil di ogni Stato membro. Prelevarlo a scapito di cosa? Per limitarsi all’Italia, che finora contribuisce con l’1,4% del Pil, si tratterà di distogliere un bel po’ di miliardi dalla sanità o dalla scuola o dall’ambiente, visto che l’attuale Governo non sembra voler colpire né l’evasione né gli alti redditi. In compenso, incasseranno extraprofitti i fabbricanti di armamenti. Si proclama che l’Occidente – non solo l’Ucraina – sia minacciato dall’imperialismo russo e potenzialmente da quello cinese. Perché allora non seguire l’esempio di Roosevelt? Negli anni Trenta e poi altre due volte, nel 1942 e nel 1944, aumentò fino al 90% le aliquote degli altri redditi, senza sollevare null’altro che qualche mugugno da parte dei Paperoni dell’epoca.

La decisione di convocare quest’anno i governi dei Paesi NATO a Vilnius, vale a dire a 33 chilometri dalla frontiera con la Bielorussia, non ha certo aiutato a rasserenare gli animi. E l’ulteriore rafforzamento della NATO non contribuirà certo a calmare i bollenti spiriti degli aggressori dell’Ucraina né a esperire nuove vie di disgelo con Mosca. Al contrario, frutterà a Putin maggior consenso popolare, come sempre accade quando ci si sente assediati, perché è questo il sentimento dominante in Russia nonostante tutto. Da dove si sprigionerà la prossima scintilla? Potrebbe essere provocata da un incidente in Lettonia con le minoranze russofone, che contano un terzo della popolazione. O nella exclave di Kaliningrad, stretta fra Lituania e Polonia. Bisogna esser sordi per non udire i venti di guerra soffiare dal mar Nero al mar Baltico.

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