Lorenzo Maggini il 1 Marzo 2025 alle 22:36 Rispondi Concordo in pieno con l’articolo. Appartiene alla categoria in estinzione del Pensiero pensante e non della propaganda, delle riflessioni razionali e non degli stereotipi ottusi. Aggiungerei che Trump, Vance e Musk sono il frutto perverso, e spiegabilissimo, non della crisi della democrazia, ma della stessa “democrazia” USA, da sempre ambigua, socialmente e storicamente assai poco limpida, del modello americano, il famoso American Way of Life, che ha sedotto e degradato l’identità del mondo intero, della violenza latente insita nella società americana, della sua rozzezza, della sua superficiale stupidità…salvo, ovviamente, ampie eccezioni. Che si rilevano soprattutto nelle grandi città, in alcune università e centri di ricerca. Non nella sterminata provincia, nel ventre molle del Paese. Speriamo che questo capovolgimento serva, almeno, ad abbattere il tabù secondo il quale era proibito criticare gli USA. Pena essere additati come ingrati antiamericani, comunisti, fiancheggiatori del terrorismo. Esattamente come stigmatizzare Netanyahu e il suo Governo, ti rende, per riflesso stereotipo, automaticamente antisemita (?)
Dr. Rüdiger Tessmann il 24 Febbraio 2025 alle 17:56 Rispondi Come tedesco, sono d’accordo con il commento di Claudio Salone. Nel 2016 mi sono recato in Crimea (Internet: Il mio viaggio in Crimea) e sono riuscito a convincermi che la Crimea e il Donbass sono abitati da persone di lingua russa che si sentono parte della Russia. Se i nostri politici avessero riconosciuto allora il loro referendum per l’annessione alla Russia, non ci sarebbe stata la guerra con tutti i suoi terribili effetti collaterali. La nostra allora cancelliera Angela Merkel seguì docilmente la volontà degli USA. Il neoeletto cancelliere Friedrich Merz non sembra aver ancora compreso il cambio di direzione del “Grande Fratello” americano e sta sostenendo energicamente un ulteriore sostegno bellico a Kiev. La voce critica dell’AfD viene messa a tacere con l’insulto “partito nazista”.
Fiorenzo Sperotto il 24 Febbraio 2025 alle 17:21 Rispondi Analisi convincente. Tuttavia, non mi pare che quanto accade in Europa sia spiegabile in termini di crescita della destra. Non ho mai creduto che la domanda politica fosse interpretabile attraverso i consensi all’offerta politica, cioé ai partiti che si presentano alle elezioni. E mi pare che sussistano pochi dubbi sulla carenza di offerta politica che punti sui temi cari ai lavoratori: salario, potere d’acquisto, diseguaglianze sociali, accesso ai servizi sociali e qualità degli stessi. Anche sulle forme di lotta, oltre a panegirici sul rifiuto della violenza, l’offerta politica ha segnato il passo di fronte al peggioramento delle condizioni suddette e alla crescente repressione delle lotte. In questa luce, penso che il voto tedesco indica un netto rifiuto del mercato come soluzione di ogni problema. La geografia del voto, con l’Adf forza di riferimento nella ex DDR, impedisce un’interpretazione lineare del voto come voto di destra. La domanda politica che sta dietro a tale risultato penso sia piú sfaccettata e piena di temi sociali e di diritti sociali rimasti inascoltati e/o marginalizzati. Inascoltati dalla sinistra, in primis. Nella sconfitta vedo tanta risorsa politica cui dare voce, tanto lavoro da fare, non l’egemonia della destra. Ma tanta miseria, questo sí, della proposta politica. L’unica forza che si é mossa con originalità e sapienza tattica, non ha passato lo sbarralento per una manciata di voti. Ma é stata l’unica forza che ha parlato ai lavoratori per quello che sono. E ha strappato oltre 60mila voti alla Adf.
2025.02 Febbraio (16 – 20 febbraio) – Senti le rane che cantano il 23 Febbraio 2025 alle 13:23 Rispondi […] Com’era largamente prevedibile, Donald Trump ha preso in mano il dossier della guerra d’Ucraina per gestirlo a modo suo, cioè con pugno autocratico e imperiale, rivolgendosi unicamente all’altro autocrate imperiale della situazione, Vladimir Putin, e schiacciando sotto il tacco l’Ucraina, cioè la vittima dell’aggressione russa fin qui “protetta” – o usata – dagli Stati uniti ma oggi chiamata a saldare i debiti col protettore firmando un contratto capestro e destituendo il suo presidente Volodymyr Zelensky, per tre anni esibito dal protettore e dai suoi alleati nei summit internazionali e nei festival del cinema come il simbolo immacolato della democrazia sotto attacco ma oggi scaricato da Trump come “comico mediocre” e “dittatore non eletto” colpevole di aver voluto lui la guerra. E con l’Ucraina e Zelensky finisce nel cestino della storia l’Europa, fin qui partner fedelissimo degli Stati Uniti nella difesa del paese aggredito e nella crociata della democrazia contro l’autocrazia. Ci fosse in giro un briciolo, solo un briciolo, di onestà intellettuale, il fronte atlantista di centrodestra e di centrosinistra che ha deciso e gestito per tre anni, negli USA e in Europa, la risposta occidentale all’aggressione russa dovrebbe quanto meno ammettere una sonora e triplice sconfitta: sul piano ideologico, sul piano geopolitico globale, sul piano dei rapporti fra le due sponde dell’Atlantico.continua inhttps://centroriformastato.it/leuropa-disfatta/ […]
ROSA+DALMIGLIO il 23 Febbraio 2025 alle 06:59 Rispondi complimenti ad IDA ottima analisi io c’ero prima-durante e dopo lo spettacolo di una classe DIRIGENTE EUROPEA inesistente manca l’amico JOHN GALTUNG ricordato in questi giorni proprio dai Russi Pacifisti 20 anni con l’Unesco-Russia e 33 con gli amici cinesi- i soli vincitori di questa CADUTA degli DEI prima che si schierasse con TRUMP-Elon MUSK era entrato in contatto con gli amici Pacifisti Russi, disponibile a finanziare la SCIENZA della PACE al centro del nostro lavoro, io ero stata proposta dai Russi ed accettata con altre 9 persone da Musk-che da subito ha detto che avrebbe usato il nostro lavoro per fare business- la riforma della NATO in CINA è storia vecchia al mio Paese- si dice “DAGLI AMICI mi guardi DIO che dai nemici mi GUARDO IO
claudio salone il 22 Febbraio 2025 alle 16:35 Rispondi Lucido, chiaro, incontrovertibile. Finalmente ho letto un’analisi vera della tragica situazione in cui ci troviamo, non per colpa di quel mattocchio (?) di Trump, ma per la pochezza delle nostre classi dirigenti, nazionali e europee, alimentate da noi dagli scritti di maîtres à penser del calibro di Friedman, Cappellini, Parsi e molti altri ancora. Adesso fanno tutti finta di niente e chi diceva di credere al Piano della Vittoria di Zelenski adesso arriva a dire di aver sempre detto che l’Ucraina avrebbe perso la guerra! E senza chiedere scusa, come ha fatto Quirico, alle migliaia di giovani ucraini caduti inutilmente! Grazie davvero per questo articolo, che spero venga letto da molti. Mi permetto di fare riferimento al mio blog dove fin da tre anni fa erano questi gli argomenti che proponevo, nonostante i miei amici “progressisti” mi dessero del “putiniano”. https://claudiosalone39.wordpress.com/ : “Un anno di guerra”, “Più armi”, “Al compiersi del terzo anno di guerra”