Le questioni legate all’utilizzo del carbone non sono state oggetto di resistenza soltanto da parte dell’India, che ha ottenuto l’utilizzo del termine “riduzione graduale”, in sostituzione di “eliminazione graduale”, ma ha anche costituito un elemento centrale di attenzione, da parte di molti altri Paesi e attori.

Nella prima settimana della Cop, il governo del Regno Unito ha dichiarato che “la fine del carbone è in vista”, annunciando il “Global Coal To Clean Power Transition Statement”, “una coalizione di 190 stati e organizzazioni, con paesi come Polonia, Vietnam, Egitto, Cile e Marocco che annunciano impegni per eliminare gradualmente l’energia a carbone”. Tra le iniziative c’è stata anche una “dichiarazione di transizione globale dal carbone all’energia pulita”, che impegna le nazioni a “porre fine a tutti gli investimenti nella nuova generazione di energia dal carbone a livello nazionale e internazionale”. La dichiarazione è sottoscritta da 23 paesi “che si impegnano per la prima volta a eliminare gradualmente e a non costruire o investire nuove centrali a carbone, tra cui Indonesia, Corea del Sud, Polonia, Vietnam e Cile”. Al tempo stesso, 28 nuovi membri entrerebbero a far parte della Powering Past Coal Alliance (PPCA, una partnership tra nazioni, istituzioni regionali ed imprese avente lo scopo di promuovere l’eliminazione del carbone a livello globale).

Tutto ciò ha generato una certa confusione, mettendo sullo stesso piano eventi diversi, visto che la dichiarazione di transizione dal carbone all’energia pulita prevede una soglia di impegno più bassa rispetto all’adesione alla PPCA, che richiede impegni formali a non prevedere alcun nuovo impianto a carbone. In realtà i firmatari hanno avuto una scelta di quattro opzioni1: due di incremento dell’energia pulita e due orientate a spegnere il carbone. La Polonia, paese fortemente dipendente dal carbone, attraverso Anna Moskwa, ministro per il clima e l’ambiente, ha quasi immediatamente preso le distanze dalle interpretazioni più ottimistiche twittando: “La trasformazione dei prossimi anni deve essere soprattutto pianificata ed equa. Il contratto sociale adottato dal governo della Repubblica di Polonia prevede l’uscita dal carbone entro il 2049. La sicurezza energetica e la creazione di posti di lavoro sono per noi una priorità.#COP26”.

Mentre sul piano mediatico avveniva questo – oggettivamente, poco più di una sorta di autopromozione green – separatamente è stata lanciata una “partnership” da 8,5 miliardi di dollari tra Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Ue per aiutare a finanziare la transizione del Sudafrica dal carbone a un’”economia dell’energia pulita” nei prossimi cinque anni. Apparentemente questa è stata l’unica decisione efficace e verificabile presa durante la Cop26 sul carbone. Joe Biden ha in tal senso parlato di transizione equa ed inclusiva per il Sudafrica, mentre von der Leyen ha definito l’accordo come un “modello su come supportare la giusta transizione in tutto il mondo”.

Note

1 https://www.bloomberg.com/news/articles/2021-11-04/small-print-gives-indonesia-a-way-out-in-cop-coal-pledge

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