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Nel novembre del 1257 Hulagu Khan, nipote di Gengis Khan, pose l’assedio a Baghdad, città fiorente e centro scientifico internazionale: vantava ospedali, giardini, scuole e la celebre bayt al-hikma, la “Casa della Saggezza”, con la biblioteca più fornita al mondo dopo quella di Alessandria. Da quattro secoli era governata dagli Abbasidi e il califfo di allora, al-Mustasim, non si piegò alla minaccia mongola, anzi reagì con disprezzo. Ma Hulagu Khan si era presentato davanti alle mura di Baghdad con un esercito di 150.000 uomini ben equipaggiati, la force de frappe più temibile di quel tempo. Dopo quattro mesi l’intera città era distrutta e la popolazione decimata, in nome della pax mongolica. Fu un massacro crudele e insensato, perché la cultura araba seguitò a rifiorire altrove.

Nel 2023 anche Netanyahu Khan – per vendicare il grave fatto di sangue subito dalla sua gente il 7 ottobre – ha posto l’assedio a Gaza in nome della pax israelica. E ora si è celebrata una Pasqua di morte, non di resurrezione. È stato battuto ogni record di “densità devastatrice”. Le oltre 30.000 vittime palestinesi non hanno avuto scelta su come affrontare il supplizio in una Via Crucis durata sei mesi: chi schiacciato sotto le macerie, chi colpito da missili arrivati da lontano, chi eliminato a freddo da vicino, chi deceduto per le ferite non curate, chi morto di stenti dopo lunga agonia, chi annegato in mare nel disperato tentativo di raccattare un po’ di cibo lanciato dagli aerei quando Israele bloccava l’accesso degli aiuti via terra.

Perché tanta violenza insensata? Per distruggere Hamas dopo averne favorito a suo tempo la nascita al fine di indebolire Arafat? Ma Hamas non è solo un partito politico o una fazione militare da sconfiggere fisicamente: bene o male, è un’insopprimibile idea di riscatto dopo decenni di umiliazioni. I generali di Tsahal lo sanno. Perché allora tanta violenza fisica su palestinesi inermi, due terzi dei quali donne e bambini? Si fa largo il sospetto più nefando: che tra gli attuali governanti israeliani covasse la rabbia, tanta rabbia, per non aver capito come mai Hamas stesse scavando centinaia di chilometri di cunicoli, una vera città sotterranea. Strano che il Mossad, infiltrato in mezzo mondo, non lo fosse a Gaza.

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Un commento a “Pasqua di sangue”

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