Lunedì 29 giugno, alle ore 17:00
Incontro di presentazione di:
“Red Mirror: il nostro futuro si scrive in Cina”(Laterza)
di Simone Pieranni
Ne discutono con l’autore: Alessandro Aresu, Fabrizio Barca, Francesca Congiu, Beppe Rao, Giorgio Resta.
L’incontro si svolgerà in videoconferenza. Chi è interessato a partecipare può segnalarlo tempestivamente all’indirizzo scuolacriticadigitale@gmail.com
Tutti i partecipanti riceveranno in tempo utile un invito a collegarsi mediante la piattaforma Zoom.
Le tecnologie digitali, la loro produzione e il loro utilizzo, stanno modificando profondamente e rapidamente l’economia e la società cinese. Molto più profondamente e rapidamente di quanto avviene in Occidente. Se non si conosce WeChat, la cinese ”app delle app”, non si comprende l’evoluzione delle nuove abitudini di relazione, di consumo, di vita che scandiscono la giornata dei cinesi. Se non si è consapevoli dell’enorme quantità di risorse economiche investite dallo stato cinese nelle attività di istruzione, ricerca e innovazione, non si comprende perché la Cina non solo abbia già un vantaggio competitivo sulle tecnologie della comunicazione (il 5G), ma lo stia acquisendo nel settore dei computer quantici, cioè nella potenza di calcolo, la risorsa strategica per il funzionamento dei sistemi di intelligenza artificiale.
Lo sviluppo dell’innovazione digitale in Cina non è però soltanto una questione di competizione tra superpotenze, è anche l’anticipazione delle caratteristiche dello sviluppo digitale nello stesso Occidente, che è già un forte utilizzatore di tecnologie e servizi prodotti in Cina. Uno dei più grandi produttori dei sistemi di video sorveglianza utilizzati negli Stati Uniti è la Hikvision, posseduta al 49% dal governo cinese, così come molti dei servizi di etichettatura che addestrano le intelligenze artificiali occidentali sono realizzati dai nuovi operai del tag che lavorano in Cina.
La differenza tra il modello cinese e quello americano/occidentale è che nel nostro mondo i dati sono gestiti da aziende che li utilizzano per fini privati, mentre in Cina è lo Stato a disporre di queste informazioni.
Ma i meccanismi di funzionamento dei due modelli sono gli stessi, così come, ad esempio, ci sono forti analogie tra i sistemi reputazionali che operano in occidente sulle piattaforme digitali, e i sistemi di credito sociale si stanno sperimentando in Cina.
Qui il PDF della locandina
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