Roberto Battistoni il 16 Marzo 2021 alle 23:05 Rispondi Confesso di essere affetto da deformazione professionale: sono un ingegnere che insiste ad applicare i metodi di osservazione e misura anche a contesti non prettamente scientifici. Da cittadino contribuente, preoccupato del futuro dei miei figli (non oso parlare delle future generazioni, sarei presuntuoso) mi permetto di non essere d’accordo con le consideazioni emerse dal dialogo ascoltato. Si confondono a mio avviso le cause con gli effetti. Comincio con la fandonia delle lungaggini burocratiche: il problema non sono i burocrati. Se le leggi sono farraginose il burocrate onesto e ligio impiegherà necessariamente molto tempo per sbrigare gli innumerevoli controlli, quello disonesto (infiltrato ad hoc?) accorcia o salta del tutto i tempi. Domanda pleonastica: Cui prodest? Al burocrate o alla politica che fa finta di non saper fare le leggi? Siamo alla sesta legge elettorale in pochi anni quando la Costituzione, concepita da politici distanti anni luce per schieramento politico, è sopravvisuta indenne fino ai giorni nostri. Lo spazio a disposizione è poco per enumerare altri sintomi di serio degrado della nostra democrazia dovuto alla scarsa levatura dei nostri politici: non sanno la geografia, storpiano Dante, ignorano la storia italiana ed europea, stringono le mani ai gilet gialli e ce litroviamo al ministero degli esteri, ecc. Bisogna modificare la Costituzione in modo che il corpo elettorale sia meglio selezionato (perdita del diritto di voto per condanne superiori all’anno perchè quattro anni oggi sono anacronistici) e che i partiti selezionino meglio le loro candidature presentando solo persone che abbiano già dato prova nel mondo del lavoro (professionisti, insegnanti, imprenditori, ecc.) di capacità e specchiata onestà nel conseguimento dei propri obiettivi. Solo così si può evitare che periodicamente il Capo dello Stato sia costretto a ricorrere a personalità di prestigio per risollevare il paese dalla deriva conseguente all’incapacità della politica di esprimere politiche coraggiose. Infine sul taciturno Draghi. L’Italia credo sia il paese nel quale la politica si è specializzata nel battibecco (forse il paragone più appropriato è quello dei polli di Renzo) ed ha sviluppato lo spirito di contraddizione: fare politica consiste nella regola aurea di dire il contrario degli avversari: che fantasia! E in una situazione nella quale Draghi deve portare a termine in breve tempo la vaccinazione di massa e il documento economico necessario per il finanziamento europeo pensate che ci sia il tempo di discutere senza costrutto (sarebbe diverso se si dibattesse) con forze politiche fanno opposizione pur stando al Governo (Salvini docet)? Oltretutto i partiti non hanno consentito di scegliere una compagine più degna e quindi Draghi dovrebbe discutere sulle regioni confinanti con l’Emilia Romagna con un sottosegretario alla cultura che non lo sa o di economia con un sottosegretario all’economia che ha osato dire al mite Padoan “questo lo dice lei” mentre costui cercava di spiegarle che l’aumento dello spread era nocivo per i conti pubblici? Draghi è un signore e non si lascia trascinare dall’indignazione che affligge noi impotenti elettori, ma è consapevole della compagine che lo circonda (anche il Capo dello Stato pare abbia detto “io purtroppo il pane lo posso fare con la farina di cui dispongo”) e quindi ventre a terra procede spedito per conseguire i propri obiettivi altrimenti sarebbe trascinato nella palude del “muoia Sansone con tutti i filistei” (cioè i tanto vituperati competenti). La politica è l’arte del possibile ma bisogna intenderlo come il massimo sforzo per ottenere il massimo per il paese date le condizioni al contorno e non il massimo per il proprio partito (o per se stessi): v. la già citata legge elettorale. Scusate lo sfogo.
Roberto Battistoni il 16 Marzo 2021 alle 19:59 Rispondi Sono un ingegnere e non un politico ma sono interessato alla politica perchè da essa dipende il nostro futuro e soprattutto quello dei nostri figli. Fatta questa premessa con la quale confesso la mia “deformazione professionale” non concordo con quanto detto a proposito della scelta del Presidente Mattarella e del “mutismo” di Mario Draghi. Devo prenderla alla lontana. Da osservatore noto che i padri costituenti, pur appartenendo a culture molto diverse, ci hanno lasciato in eredità una Costituzione ancora valida nella sua essenza. La nostra classe politica forse non riuscirà a lasciare alle future generazioni nemmeno una legge elettorale (mi sembra siano arrivati alla sesta versione). Io no riesco a seguire tutto ma osservo che non c’è nemmeno onestà intellettuale: ad es. quando si parla di lungaggini burocratiche si confondono le cause con gli effetti. I burocrati onesti per navigare nel “gurgite vasto” e accartocciato delle leggi impiegano tempo, chi si fa corrompere o corrompere accorcia i tempi (cui prodest?). Infine un esempio per tutti. Abbiamo rischiato di avere un sottosegretario all’economia condannato per bancarotta fraudolenta (Siri), ecc. Non si riesce a produrre un documento da cui dipende il finanziamento dell’Europa e ci si lamenta che Draghi ha cooptato personaggi di spicco per supplire all’incapacità della politica? Un operaio che deve spalare non fa sondaggi per sapere come impugnare la pala, Draghi non può (per l’urgenza dei problemi, passare il tempo a discutere (non ragionare) con una politica che sa interpretare solo il ruolo di “Bastian contrario” (Salvini docet). Per quanto riguarda il richiamo alla democrazia credo che sia un alibi per chi non ha la capacità di “vedere” cosa va fatto e porto un esempio estero. E’ stato correto (o onesto intellettualmente) chiamare il popolo a decidere sulla Brexit? Chi aveva gli elementi per decidere nell’interesse del popolo (politica estera, commercio, economia,ecc.)? Quando la politica pensa di essere impopolare ricorre al “popolo” e non si assume le proprie responsabilità. Se non faremo qualcosa per elevare la qualità dei nostri politici per mandare avanti la “baracca” ci sarà sempre più bisogno di silenziosi ma efficaci leader (a Roma si dice “parla poco e…..)