La seconda settimana della COP26 ha visto il lancio della Beyond Oil and Gas Alleance (BOGA), alleanza che “cerca di fornire una transizione gestita e giusta dalla produzione di petrolio e gas”.

Guidata dai governi di Danimarca e Costa Rica, la coalizione include Francia, Groenlandia, Irlanda, Quebec, Svezia e Galles come “membri principali”. Ha anche come membri associati la California, la Nuova Zelanda e il Portogallo. Da segnalare l’adesione dell’Italia, nel ruolo di amica di BOGA.

I membri fondatori hanno tutti firmato la dichiarazione BOGA impegnandosi a “sostenere una transizione globale socialmente giusta ed equa per allineare la produzione di petrolio e gas con gli obiettivi dell’accordo di Parigi”, ha spiegato un comunicato stampa. Questo “sarà seguito da azioni concrete, con i membri principali che si impegneranno a porre fine a nuove concessioni, licenze o round di leasing e a fissare una data allineata a Parigi per porre fine alla produzione di petrolio e gas”.

Come riferisce Climate Home News, Il ministro del clima danese Dan Jørgensen e il ministro dell’ambiente e dell’energia del Costa Rica Andrea Meza Murillo hanno evidenziato l’elefante nella stanza presente nei negoziati sul clima: raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi richiede un declino gestito della produzione di petrolio e gas. In questo senso la l’esistenza di BOGA costituisce un fatto senz’altro positivo. Tuttavia è da notare che i membri principali di BOGA rappresentano solo lo 0,2% della produzione mondiale di petrolio mentre i soci e gli amici portano il numero allo 0,8%.

Tra i principali produttori di petrolio e gas che spiccano per la loro assenza dalla nuova alleanza ci sono Russia, Arabia Saudita e Stati Uniti. Anche il Regno Unito non è tra i firmatari.

Per quanto riguarda la tipologia di adesione adottata dell’Italia, si tratta di una scelta che, pur segnalando un sostegno agli obiettivi di BOGA, allo stato non prevede provvedimenti attivi per tagliare la produzione di combustibili fossili. Del resto la forte propensione all’utilizzo del gas naturale per la produzione elettrica non appare affatto smentita dalle ripetute dichiarazioni del ministro della Transizione ecologica riguardanti le nuove installazioni di generazione elettrica rinnovabile, che comunque vedono il gas naturale come necessario per ancora lunghi anni.

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