Interventi

Mentre ieri andava in scena la prima alla Camera del Governo più a destra della storia repubblicana, e mentre le telecamere riunite di tutti i mezzi di informazione trasmettevano in diretta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intenta a snocciolare i punti del suo manifesto politico identitario, altre immagini rimbalzavano sui siti e sui social: quelle del vergognoso pestaggio poliziesco, manganelli alla mano, di studentesse e studenti dei collettivi della Sapienza riuniti in presidio per protestare contro una conferenza organizzata dal movimento post-fascista di Azione Universitaria, componente studentesca del primo partito dell’attuale maggioranza.

I video mostrano con chiarezza l’ingiustificata gratuità della violenta carica di cosiddetto alleggerimento, e la brutalità dell’arresto di un ragazzo trascinato via a forza dalla folla, ammanettato e tenuto a terra da agenti in borghese.

Come comunità politica del Centro per la Riforma dello Stato, esprimiamo la nostra completa solidarietà a studentesse e studenti aggrediti, e denunciamo con vigore qualsiasi tentativo di repressione poliziesca del dissenso. Invitiamo inoltre le istituzioni universitarie a stigmatizzare pubblicamente l’accaduto, e a impegnarsi nella difesa dell’università come luogo di confronto democratico non riducibile alle logiche di una gestione autoritaria dell’ordine pubblico. Occorre reagire con prontezza e creare rapidamente anticorpi per resistere a una china che – basti qui ricordare i fatti di Genova nel 2001 – sappiamo purtroppo dove può portare.

Di seguito il comunicato degli studenti del collettivo di Scienze politiche.

La mattina del 25 ottobre era stato chiamato dagl3 student3 del collettivo di Scienze Politiche nel cortile della facoltà un presidio per contestare la conferenza sul capitalismo “buono” organizzata da Azione Universitaria, componente studentesca di Fratelli d’Italia, che aveva invitato a parlare il giornalista Daniele Capezzone e il deputato di FdI, nonché presidente di Gioventù Nazionale, Fabio Roscani. Si trattava di un presidio pacifico, in cui gl3 student3 volevano solo rappresentare tramite degli interventi quella controparte che dall’università viene sempre richiesta quando si tratta di organizzare eventi riguardati tematiche politicamente connotate, come anche quest’ultima era. Ad attenderci abbiamo trovato una squadra di poliziotti che aveva sbarrato l’ingresso principale con la loro presenza e delle grate chiuse, in seguito alla richiesta di appendere un semplice striscione in cui ribadivamo l’esistenza di un’università antifascista, anticapitalista e transfemminista che resiste e non ha intenzione di arrendersi a un governo che non ci rappresenta, la polizia ha avuto solo i manganelli come risposta. Si sono quindi verificate forti cariche contro gl3 student3 disarmati e a volto scoperto, e diversi di loro hanno riportato lesioni a testa, braccia e gambe. Si tratta di una violenza gratuita, contro cui la nostra rettrice, Antonella Polimeni, non ha ancora preso nessuna posizione, anzi l’autorizzazione per far entrare la Celere non può altro che essere sua, in quanto è l’unica persona legittimata a permettere il loro ingresso in Università. La violenza totalmente ingiustificata si è protratta per oltre mezz’ora, sotto gli occhi allibiti  di centinaia di student3 che si sono poi uniti in corteo con chi già manifestava. La protesta ha attraversato l’ateneo fino ad arrivare sotto il rettorato per ribadire che un’università che adopera soluzioni reazionarie e fasciste contro il dissenso non è l’università che vogliamo e per pretendere risposte dalla rettrice. Quanto successo in mattinata è un segnale chiaro delle posizioni assunte dal nostro ateneo e dei primi effetti che questo governo sta avendo e avrà nei prossimi 5 anni. Siamo la risposta concreta alle politiche sessiste, razziste, xenofobe, omofobe, transfobiche, repressive, in una parola fasciste che questa università manda fieramente avanti. Costruiamo insieme l’università che vogliamo e la risposta a questo governo con un’assemblea pubblica giovedì alle 17 davanti al cortile di Scienze Politiche, quello stesso cortile che oggi è stato teatro dell’ennesimo abuso delle forze dell’ordine. Vostro il Governo, nostra la rabbia.

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