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Cosa è un racconto? In ricordo di Laura Conti

La pratica della “rilettura” applicata alla vita di una delle più importanti figure dell’ambientalismo scientifico italiano, protagonista, col suo attivismo e con il suo “ecologismo razionale”, della “primavera ecologica” della politica italiana.

È grazie a Maria Paola Patuelli – già docente di filosofia e storia, socia fondatrice dell’associazione Femminile Maschile Plurale di Ravenna e dell’Associazione nazionale Salviamo la Costituzione, nonché attivista dei diritti umani – e a Pippo Tadolini – già medico ospedaliero, responsabile del Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”,anch’egli attivista dei diritti umani –, amica e amico ai quali sono profondamente legata, che ho avuto l’opportunità di appassionarmi alla vita e al pensiero di Laura Conti. Lo scrittore, giornalista e critico letterario Giorgio Manganelli, nel suo saggio Il rumore sottile della prosa (Adelphi, 1994), scrive: «Una civiltà letteraria non è fatta di letture, è fatta di riletture»; in alcuni casi, infatti, leggere più di una volta risulta l’unico modo per poter realmente dire di aver letto e compreso un testo. Nel 2021 sono usciti molti articoli e pubblicazioni in occasione del centenario della nascita di Laura Conti; raccontarla ancora una volta in questa rubrica è stata, per me, un’occasione per ripercorrere la forza del suo sguardo vigile, mai scontato, inedito e spiazzante, indirizzato alla conoscenza e alla denuncia dei meccanismi di dominio-subalternità generati dalle logiche di potere economico, sessiste, classiste di cui è pervasa la struttura capitalistica contemporanea. Rileggere biografie e recensioni a lei dedicate, i suoi scritti, avvicinarmi nuovamente al suo pensiero, al suo fare concreto, per ricucire, a mia volta, un breve racconto della sua vita mi ha permesso di acquisire una visione d’insieme più approfondita delle sue esperienze di vita. Per narrare una storia servono sempre gli stessi elementi, «un teatro di gesti minimi»1, corpi, pensieri, occhi, orecchie, spazio e tempo; come d’altra parte, ascoltare o leggere o rileggere un racconto avvia l’umano rispecchiarsi e infinite altre possibilità. «Dunque, il racconto si troverebbe non in un posto, in un punto della topografia letteraria, ma lungo una strada, è sempre in divenire, è in fuga da sé diretto a sé, ma da sé non fugge e a sé non perviene. Sua è la gioia della imperfezione strutturale, e se potesse esistere – ma perché non potrebbe esistere? – una imperfezione perfetta… Ma questo, mi par di capire, potrebbe essere il titolo di un racconto»2.

Laura Conti nasce a Udine nel 1921. Per sfuggire alle azioni violente nei confronti del padre da parte dei fascisti, la famiglia si trasferisce prima a Trieste, successivamente a Verona e Milano. Nel 1944 Laura entra nell’organizzazione giovanile partigiana Fronte della gioventù per l’indipendenza nazionale e per la libertà3, lo stesso anno viene arrestata e imprigionata a Milano nel carcere di San Vittore, per poi essere trasferita nel campo di transito di Bolzano, dove, con Ada Buffulini4 e Maria Arata5, entra a far parte del comitato di resistenza clandestino che aiuta i prigionieri a mantenere i contatti con le loro famiglie e a organizzare alcune fughe. Finita la guerra, riprende gli studi; nel 1949 si laurea in medicina e si specializza in ortopedia a Vienna. Rientra a Milano e, alla professione medica, affianca attività politica e impegno culturale. Lavora come traumatologa presso l’INAIL e nei servizi di medicina scolastica. Nel 1951 si iscrive al Partito Comunista Italiano.

Negli anni Sessanta, in qualità di consigliera provinciale a Milano, si occupa delle politiche di assistenza e tutela nei confronti dei pazienti psichiatrici e delle ragazze madri oltre a ricoprire l’incarico di segretaria della Casa della Cultura (diretta da Rossana Rossanda per diversi anni). Nel 1963 pubblica il romanzo Cecilia e le streghe (Einaudi), vincitore del premio Pozzale. Il libro, trasposizione letteraria di un episodio della sua vita, affronta i temi della malattia, dell’ambiguità dei rapporti tra chi è sano e chi è malato, della morte, della fede, dell’eutanasia. Nel 1965, per i tipi di Mondadori, pubblica La condizione sperimentale, un’opera narrativa in cui racconta la sua esperienza durante la guerra, la cattura, la prigionia, la fuga dal campo in cui è stata rinchiusa e dove riflette sulla subalternità al modello tradizionale di molte delle donne incontrate. Nello scritto si delinea anche l’atteggiamento dell’autrice nel porsi al servizio del bene comune: evitare posizioni preconcette; studiare il problema sotto diversi punti di vista; cercare ogni volta la migliore mediazione possibile tra teoria e prassi, tra sapere scientifico e scelte politiche. Nel 1971 scrive Sesso e educazione (Editori Riuniti), un saggio sull’importanza dell’educazione sessuale e di denuncia del comportamento degli adulti nei confronti delle dimensioni esistenziali dei loro figli.

Nel 1972 entra a far parte di Medicina Democratica6 con l’obiettivo di mettere al centro della riflessione pubblica il diritto alla salute nei luoghi di lavoro e si occupa delle connessioni tra ambiente, salute, interessi economici e ricerca scientifica in veste di politica e di divulgatrice. Dal 1970 al 1980 è eletta consigliera regionale alla Regione Lombardia e fa parte della Commissione ambiente e territorio. In anni in cui la questione ambientale è considerata marginale, è tra le prime ad avviare riflessioni su sviluppo-zero, limitatezza delle risorse, nesso tra sviluppo industriale e distruzione della natura. Nel 1973 pubblica il libro Il dominio sulla materia (Mondadori), nel quale, all’interno del capitolo “Nuovi servi dell’uomo”, si domanda se «Si potrà evitare che l’elettronica, coi suoi meravigliosi progressi, finisca col fare di ciascuno di noi un sorvegliato speciale? Alcuni temono che stiamo andando verso un’era di controllo totale da parte di chi è in grado di investire grandi somme di denaro a fini di controllo sociale»; un’attenzione, questa, insolita per quei tempi.

A seguito dell’incidente di Seveso del 10 luglio del 1976 in cui dall’ICMESA, industria chimica a nord di Milano, esce una nube tossica contenente diossina, Laura Conti, in veste istituzionale e professionale, accentua la sua ricerca nell’ambito dei collegamenti tra lavoro e diritto alla salute e, più in generale, tra economia e diritto all’ambiente. Attraverso la stampa avvia una dura battaglia, contro chi minimizza il disastro ed elude responsabilità politiche e civili; entra in polemica con la Commissione medico epidemiologica perché il documento sulla valutazione del rischio da diossina in gravidanza non considera il danno della diossina al fegato e ai reni della madre: «Come se una donna gravida fosse soltanto un’incubatrice e non una persona con la salute da salvaguardare, una fattrice che impazzisce se il prodotto del concepimento non riesce bene, ma indifferente ai propri rischi». Essendo l’aborto illegale, un mese dopo l’incidente, il ministro della Sanità Luciano Dal Falco e quello della Giustizia Francesco Paolo Bonifacio, con una legge deroga, concedono eccezionalmente l’aborto terapeutico nelle zone colpite dal disastro. Tuttavia, alcune donne preferiscono morire di aborto clandestino piuttosto che “macchiarsi” di quella che all’epoca viene spesso vissuta come una colpa. Laura Conti polemizza contro l’ipocrisia di chi considera la salute delle donne solo in relazione al loro stato di gravidanza e, ancora di più, contro chi le colpevolizzava per aver scelto di interrompere la gravidanza ma tace sui numerosi aborti spontanei causati dalla diossina. Sembra, scrive Conti, che «provocare aborti per produrre e vendere triclorofenolo [venisse] considerato legittimo», mentre «provocare aborti per andare incontro al desiderio delle donne di non generare bambini infelici [venisse] considerato orridamente peccaminoso». Due anni dopo, il 22 maggio 1978, verrà promulgata la legge n. 194, per disciplinare i casi e le modalità in cui è ammesso il ricorso all’interruzione volontaria della gravidanza.

Nel 1977, per i tipi di Feltrinelli, Laura Conti pubblica Visto da Seveso. L’evento straordinario e l’ordinaria amministrazione, un diario politico che suscita interesse grazie anche all’utilizzo del metodo scientifico partecipato da lei avviato, attraverso il quale l’analisi del problema viene condotta a partire dalla valutazione rigorosa di tutta la documentazione disponibile e con il successivo coinvolgimento della popolazione, nella ricerca di una soluzione non solo scientificamente efficace ma socialmente accettata. Metodo che sarà alla base della Direttiva Europea Seveso del 1985 sulla prevenzione dei grandi rischi industriali: tra le più avanzate mai scritte, è riuscita a garantire un elevato livello di protezione rispetto ai pericoli di incidenti rilevanti; è stata adeguata e aggiornata negli anni. Nello stesso anno, per i tipi di Mazzotta, pubblica il saggio Che cos’è l’ecologia. Capitale, lavoro, ambiente, divenuto fondamentale per l’ambientalismo italiano e l’impegno nel dibattito sul nucleare e, nel 1978, il romanzo Una lepre con la faccia di bambina (Fandango) che racconta, a due anni di distanza, il disastro di Seveso attraverso gli occhi di Marco, un ragazzino di una famiglia agiata che fa parte della comunità più colpita dalla contaminazione da diossina. A quei tempi Laura Conti è segretaria della Commissione sanità ed ecologia del Consiglio regionale della Lombardia e si occupa di gestire gli sfollati. Nel libro l’autrice riflette sui meccanismi psicologici che si attivano in tempi di crisi, convinzioni e paure che vengono negati da decreti e provvedimenti sanitari. I processi educativi e la trasmissione di valori della comunità della Brianza – legata a tradizioni artigiane e fortemente individualista – sono alterati dalla nube di diossina; gli sfollati sono obbligati a lasciare le loro case e a trasferirsi negli alberghi offerti dalla Regione. Dal romanzo, nel 1986, il regista Gianni Serra trae un lungometraggio con Pavel Greco, Barbara Ricci, Franca Rame, Amanda Sandrelli, Riccardo Cucciolla, Mattia Sbragia, Renato Mori, Lydia Alfonsi, Gianni Cavina, Luca Ricci, trasmesso come miniserie televisiva di due puntate nel 1989 e successivamente replicata in versione tagliata come TV movie7.

«Non dovete illudervi – o illudere altri – che la Natura abbia una capacità illimitata di riparare i guasti che l’uomo le infligge. Una catastrofe ecologica è possibile; tanto che si è già verificata»
Laura Conti, Questo pianeta

Nel 1983, con la pubblicazione di Questo pianeta (Editori Riuniti), Laura approfondisce le sue riflessioni sull’ambiente, sostenendo, fra l’altro, che i sistemi in vigore spingono a provocare una «patologia degenerativa generalizzata». Ne completerà la terza edizione poche settimane prima di morire, scrivendo dell’importanza dell’agire e del programmare: «Non si possono vietare d’emblée tutti gli scarichi nocivi? Prendiamone atto: ma questo significa redigere una rigorosa scelta di priorità che ne tenga conto […]. Dobbiamo sostituire il principio dell’attacco globale continuamente rinviato con il principio opposto dell’attacco graduale ma rigorosamente programmato e senza possibilità di deroghe e rinvii». All’inizio degli anni Ottanta, Laura partecipa alla fondazione della Lega per l’Ambiente ed è Presidente del comitato scientifico, ma se ne allontana nel 1992 in occasione dei referendum su caccia e pesticidi; riteneva la caccia necessaria per mantenere gli equilibri ecologici. Nel 1986 riceve il premio “Minerva” per la ricerca scientifica e culturale, come pioniera delle battaglie ecologiste. Nel 1987 viene eletta alla Camera dei Deputati nel Collegio Firenze-Pistoia, e diventa componente della commissione Agricoltura. Laura Conti muore il 25 maggio 1993; il suo nome è scritto nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano.

Nel 1993 «l’Unità» distribuisce il libretto Laura Conti: dalla Resistenza, all’ambientalismo, al caso Seveso, a cura di Loredana Lucarini; un suo profilo si trova anche nel libro di Andrea Poggio, Ambientalismo (Bibliografica, 1996). Nell’ottobre 1999, tramite convenzione con l’erede testamentario Marco Martorelli, viene acquisito il Fondo Laura Conti, costituito dalla biblioteca (circa 6.000 volumi) e dall’archivio (60 buste) che costituisce il nucleo iniziale del Centro di storia dell’ambiente costituito dalla Fondazione Micheletti di Brescia. I libri, ordinati per sezioni, raccolgono testi di una ricca biblioteca specializzata in economia, scienza, ecologia e relativi argomenti d’approfondimento: energia, genetica, biologia, etologia, antropologia, medicina, psicologia ecc. Numerose le testate dei periodici conservate nel fondo: riviste di scienza, medicina e ambiente. Nell’archivio è conservata la documentazione prodotta o raccolta da Laura Conti: corrispondenza, scritti, materiali di lavoro, testi relativi all’attività politica e a pubblicazioni, rassegna stampa ecc.. Si segnalano le buste contenenti il carteggio “Seveso-Icmesa” e un ricco repertorio relativo alla documentazione resistenziale (documenti, dattiloscritti, fogli clandestini, giornali e volantini degli anni dal 1943 al 19458). Dal 2000 l’Ecoistituto del Veneto “Alex Langer” indice annualmente, attraverso la rivista «Gaia», il Concorso Icu-Laura Conti per tesi di laurea di Ecologia-Economia che vede una partecipazione media di un centinaio di neo laureate/i. Sempre nel 2000 viene avviato il corso EuroMediterraneo di giornalismo ambientale Laura Conti, organizzato da Editoriale La Nuova Ecologia in collaborazione con Legambiente e in partenariato con l’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia. Nel 2013, a Milano, le viene intitolato il giardino pubblico di via Michelino da Besozzo, situato vicino alla casa in cui abitò negli ultimi anni, e, nel 2014, il vialetto dove ha sede l’associazione Legambiente a Roma prende il suo nome. Nel 2018 a Milano, Bovisio Masciago, viene inaugurato il Giardino delle Giuste e dei Giustial Parco Guareschi; durante la cerimonia, il primo albero è dedicato a Laura Conti e Kenule Saro-Wiwa, che si sono prodigati nella difesa dell’ambiente e dei diritti umani. Nel 2020 per la mostra in progress Milano città delle donne. Pensiero, azione, creatività, talento, impegno in cui sono raccolti profili biografici di alcune figure femminili che, in epoche diverse, e con ruoli differenti, hanno influito e contribuito con le loro idee e il loro impegno alla crescita culturale e sociale della città di Milano, e in generale del paese, nella sezione “Libere nella Ricerca e nelle Professioni” è riportato un profilo di Laura Conti. L’ 8 marzo 2021, sempre a Milano, nel quartiere Gratosoglio, RAM, Milano Sud Antifascista, Collettivo Zam e GTA (Gratosoglio Autogestita) intitolano un largo a Laura Conti.

Barbara Bonomi Romagnoli e Marina Turi, nel libro Laura non c’è. Dialoghi possibili con Laura Conti Barbara Bonomi Romagnoli, Marina Turi (Roma, Fandango, 2021), la immaginano, centenaria, affrontare con altre donne i temi a cui si è appassionata: disastri ambientali, lavoro, salute delle donne, aborto, politica ed ecologia nel senso più ampio. Nel 2021, l’Enciclopedia delle Donne, pubblica La via di Laura Conti. Ecologia, politica e cultura a servizio della democrazia, di Valeria Fieramonte, una dettagliata biografia – edita dopo un lavoro pluriennale fra le memorie e le carte conservate al circolo Legambiente di Seveso dedicato a Laura Conti, come anche fra gli archivi della Fondazione Luigi Micheletti di Brescia – che racconta della «Primavera ecologica»9 della fine del secolo scorso; un tratto originale dell’ecologismo italiano, che trova in Laura, in Dario Paccino, Giorgio Nebbia, Lorenzo Tomatis e Giulio Maccacaro assieme ad altre/i, il sostegno politico e scientifico per provare a contrastare una crescita dissipativa in dissonanza con la natura10. Nel 2021 Fulvia Bandoli, femminista ed esponente della sinistra ambientalista, in occasione del centenario, ricorda il suo ecologismo razionale in alcuni articoli pubblicati dalla stampa nazionale e locale11.

La casa di Laura era popolata di gatti, quasi tutti recuperati dalla strada.

In un’area verde di San Pietro in Campiano, in provincia di Ravenna, città, quest’ultima, in cui risiedo, una via è intitolata a Laura Conti.

Note

1 Giorgio Manganelli, Il rumore sottile della prosa, Milano, Adelphi, 1994, 2014.

2 Giorgio Manganelli, Che cosa non è un racconto, in Id., Il rumore sottile della prosa, Milano, Adelphi, 1994, pp. 34-35, https://www.osservatoriocattedrale.com/riflessioni-in/2018/4/12/che-cosa-non-un-racconto-di-giorgio-manganelli [data di visualizzazione: 22 gennaio 2022].

3 ll “Fronte della Gioventù”, estesa organizzazione dei giovani impegnati nella lotta di liberazione in Italia, viene costituito a Milano nel gennaio 1944, in forma unitaria, dai rappresentanti dei giovani comunisti, socialisti, democratici cristiani, ai quali si uniscono subito i giovani liberali, azionisti, repubblicani, cattolici comunisti, le ragazze dei Gruppi di Difesa della Donna (dai quali in seguito sorgerà l’UDI) e dei giovani del Comitato contadini. La base ideale e programmatica fu elaborata da Eugenio Curiel (1912-1945), giovane scienziato triestino, già confinato dal Fascismo a Ventotene, ucciso a Milano il 24 febbraio 1945.

4 Ada Buffulini (Trieste, 1912 – Milano, 1991). Medico. L’8 settembre 1943 aderì alla Resistenza nelle file socialiste. Arrestata nel 1944 dalle Camicie nere a Milano, fu deportata nel Lager di Bolzano dove conobbe il futuro marito, il comunista Carlo Venegoni. Nel campo diresse un’organizzazione clandestina di resistenza fino alla liberazione. Nel dopoguerra aderì al PCI e fu dirigente dell’ANED, l’Associazione degli ex deportati nei campi nazisti.

5 Maria Massariello Arata (Massa Carrara, 1912 – Milano, 1975). Insegnante. Dopo l’8 settembre 1943, si dedicò alla diffusione di stampa clandestina, alla raccolta di fondi per sostenere le formazioni partigiane operanti nel milanese, al procacciamento di documenti falsi per ebrei e per renitenti alla leva della RSI (Repubblica Sociale Italiana). Nel 1944, viene arrestata dalla GNR (Guardia Nazionale Repubblicana) e rinchiusa nel carcere di San Vittore, dopo due mesi la deportazione, prima nel campo di Bolzano, poi, in Germania, nel lager di Ravensbrück; fu liberata nel 1945 dalle truppe sovietiche. Nell’agosto dello stesso anno il ritorno in Italia e, poi, la ripresa dell’insegnamento nel Liceo che aveva drammaticamente lasciato. Nel 2005 pubblica il libro Il ponte dei corvi, diario di una deportata a Ravensbrück, Milano, Ugo Mursia Editore.

6 Medicina Democratica è una cooperativa che si è costituita nel 1978 e un’associazione ONLUS che si è costituita nel 2003. Come movimento MD è nata 10 anni prima sulla base di un appello sottoscritto da diversi medici, ricercatori, operatori della prevenzione e diversi consigli di fabbrica. Dal suo inizio MD, come movimento e come organizzazione, si è occupata della salute nei luoghi di lavoro, facendo inchieste e rivendicando l’applicazione delle leggi sulla sicurezza e salute in ogni luogo di lavoro. La caratteristica peculiare di MD è quella di essere un’organizzazione formata da medici, ricercatori ed altri tecnici della prevenzione e della sanità insieme ai più svariati soggetti, cittadini utenti del Servizio Sanitario Nazionale. Fra i principali fondatori MD ebbe il prof. Giulio Maccacaro, direttore dell’istituto di biometria e statistica medica dell’università di Milano, che per primo portò in Italia l’epidemiologia, disciplina cruciale per la ricerca e la definizione delle cause che determinano morbilità e mortalità.

7 Un’interrogazione parlamentare del 1988 chiedeva l’interruzione delle riprese, una “censura preventiva” (on. Maria Pia Garavaglia – DC). Una seconda interrogazione parlamentare chiedeva, dopo la “messa in onda”, un atto riparatorio della Rai contro la vergognosa speculazione di un film che aveva diffamato l’intera comunità di Seveso e della zona e del nord tutto (on. Roberto Formigoni – CL). Invitato al Premio Italia 1988, il lungometraggio fu selezionato al Festival di Rio, Montecarlo e Berlino dove fu successivamente escluso dal Direttore del Festival. Riceve il I° premio al Festival internazionale sull’ambiente di Calcata 1989 e un riconoscimento al Gran Premio “Festival Internacional De Cine Ecologico Y De La Naturaleza De Canarias – Puerto De La Cruz – 1989” (Spagna).

8 Tra le sue pubblicazioni si segnalano i saggi Assistenza e previdenza sociale, storia e problemi (Feltrinelli), La Resistenza in Italia. 25 luglio 1943 – 25 aprile 1945. Saggio bibliografico (Feltrinelli); diverse opere di divulgazione scientifica, tra le quali Le frontiere della vita e Il corpo umano (Mondadori); saggi divulgativi dedicati ai problemi ecologici, tra cui Terra a rendere. Parchi e difesa della natura, in collaborazione con Fabio Lopez (Ediesse), Ambiente Terra: energia, vita, storia (Mondadori).

9 Pier Paolo Poggio, Marino Ruzzenenti, «Primavera ecologica » mon amour. Industria e ambiente cinquant’anni dopo, Jaca Book, 2020. Cinquant’anni fa donne e uomini di scienza e di coscienza diedero vita in Italia e nel mondo a quella che Giorgio Nebbia amava chiamare «primavera ecologica», spiegando all’umanità che il modello economico basato sui fossili, sulla crescita illimitata, sul continuo degrado delle risorse naturali e sullo sfruttamento dei «dannati della terra» non aveva futuro. Indicarono i nuovi percorsi che si sarebbero dovuti intraprendere per assicurare alle future generazioni condizioni di vita dignitose. Il libro analizza quanto avvenuto in questo mezzo secolo, con particolare attenzione al «caso italiano» e alle occasioni mancate per non aver affrontato con convinzione la questione ambientale.

10 Mario Agostinelli, «La via di Laura Conti», in La Bottega dei Barbieri, 27 settembre 2021, https://www.labottegadelbarbieri.org/la-via-di-laura-conti/ [data di visualizzazione: 22 gennaio 2022].

11 https://www.editorialedomani.it/ambiente/laura-conti-maestra-della-cultura-ambientalista-r5sjip1c; https://www.fondazionenildeiotti.it/pagina.php?id=953; https://mappeser.com/2021/03/30/laura-conti-maestra-della-cultura-ambientalista-di-fulvia-bandoli-in-domani-28-marzo-2021/; https://www.ravennanotizie.it/ambiente-salute/2021/04/06/paola-patuelli-e-fulvia-bandoli-ricordano-laura-conti-protagonista-delle-battaglie-ambientaliste-in-italia-fin-dal-dramma-di-seveso/ [data di visualizzazione: 22 gennaio 2022].

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