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In Italia il dibattito si va concentrando sugli ingenti stanziamenti che Berlino ha previsto per far fronte alla crisi; poca o nessuna attenzione a fatti politici di prima grandezza quali le recenti prese di posizione dell’ex Cancelliera Angela Merkel ed il voto contrario del Bundestag all’ulteriore invio di armi a Kiev.

Mentre il rischio del ricorso alle armi nucleari sta entrando, a poco a poco, nell’ordine possibile delle cose così come si vanno svolgendo sotto i nostri occhi, c’è chi mette in guardia dal considerare questa ipotesi un ennesimo bluff da parte del Presidente Putin.

Insieme agli appelli accorati di Papa Francesco, nei giorni scorsi è stata Angela Merkel a prendere la parola.

In occasione dell’inaugurazione della Fondazione dedicata a Helmut Kohl, i giornalisti presenti hanno sollecitato un suo giudizio sugli eventi più recenti proprio in ragione della sua conoscenza diretta del Presidente Putin con cui negoziò, tra l’altro (e non va dimenticato), gli accordi di Minsk.

La signora Merkel, non si è fatta pregare e ha messo in guardia dal considerare le minacce del ricorso alle armi nucleari come un bluff, proprio per questo, invece di reagire con provocazioni uguali e contrarie, sarebbe il momento di riaprire canali di comunicazione con Mosca al fine di cercare spazi di manovra che potrebbero riaprirne altri.

A proposito della richiesta dell’Ucraina di ingresso nella NATO, il suo giudizio è stato netto: “Non si creda che serva a stemperare le ostilità, semmai le acuisce, perché è una risposta speculare a quella dell’annessione alla Russia delle nuove regioni, ratificata dalla Duma”.

“Aprire canali di comunicazione con la Russia non costituisce un segno di debolezza ma di saggezza politica”.

Quasi contemporaneamente il Bundestag respingeva a larghissima maggioranza (476 voti contro 175) una risoluzione presentata da CDU/CSU che chiedeva una immediata e significativa intensificazione delle forniture militari, in termini di quantità e qualità, delle armi a Kiev.

Poco o niente di tutto ciò è comparso sulla stampa e sui media di casa nostra, mentre è evidente che in Germania è aperto un dibattito molto più ampio e serio delle pur importanti misure economiche decise dal Governo; dibattito che riguarda l’intera strategia europea ed il futuro della sicurezza in Europa in relazione alla Russia.

In Italia, qualsiasi posizione, seppur timida, che osi mettere in dubbio la scelta iper-atlantista imboccata, senza se e senza ma, dalla stragrande maggioranza della politica, viene tacciata di filoputinismo e sta generando un’autocensura e un conformismo asfissianti, tanto da rendere sospetto perfino l’uso della parola “pace”.

Non sottovalutare il rischio di una guerra atomica, prendere coraggio come al tempo delle grandi manifestazioni degli anni ’90 è un obiettivo possibile, cui dedicare ogni energia. Il CRS, dal canto suo, ha già proposto una soluzione di pace, sulla base di una “nuova Helsinki”.

È il tempo di riprendere grandi mobilitazioni in Italia e in Europa.

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3 commenti a “Da Merkel pillole di saggezza”

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