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Il riscaldamento inerziale

Perché le temperature possono continuare a crescere dopo la fine delle emissioni.

Articolo pubblicato su “The Conversation” il 09.06.2022. Traduzione a cura di Alessandro Montebugnoli.

Ormai, poche persone mettono in discussione il fatto che gli esseri umani stiano alterando il clima della Terra. La vera domanda è: quanto velocemente possiamo fermare, o persino invertire, il danno?

Parte della risposta a questa domanda risiede nel concetto di “riscaldamento inerziale”, noto anche come “riscaldamento della tubazione”.

Si tratta dei futuri aumenti delle temperature globali che saranno causati dai gas serra che sono già stati emessi fino ad oggi. In altre parole, se la transizione verso l’energia pulita avvenisse da un giorno all’altro, quanto riscaldamento dovremmo comunque attenderci?

Il bilancio energetico della Terra è in disequilibrio

Gli esseri umani causano il riscaldamento globale quando le loro attività emettono gas serra, che intrappolano il calore nella bassa atmosfera, impedendone la dispersione nello spazio.

Prima che le persone iniziassero a bruciare combustibili fossili per alimentare fabbriche e veicoli – e ad allevare intensivamente bestiame, fonte di emissioni di metano in quasi tutte le regioni coltivabili – il bilancio energetico della Terra era approssimativamente in equilibrio. Circa la stessa quantità di energia, proveniente dal Sole, entrava nell’atmosfera e l’abbandonava.

Oggi, le concentrazioni di anidride carbonica nell’atmosfera sono superiori di oltre il 50% rispetto all’alba dell’era industriale e stanno intrappolando più energia.

Queste emissioni di anidride carbonica, insieme ad altri gas serra come il metano, sebbene compensate da alcuni aspetti dell’inquinamento atmosferico da aerosol, stanno intrappolando l’energia equivalente alla detonazione di cinque bombe atomiche come quella di Hiroshima al secondo.

Con una quantità in entrata maggiore di quella in uscita, l’energia termica della Terra aumenta, facendo crescere la temperatura del suolo, degli oceani e dell’aria, nonché sciogliendo il ghiaccio presente nei ghiacciai.

Riscaldamento in cantiere

Gli effetti della manomissione del bilancio energetico della Terra richiedono tempo per manifestarsi. Si pensi a cosa succede quando si gira il rubinetto dell’acqua calda in una fredda giornata invernale: i tubi sono pieni di acqua fredda, quindi ci vuole tempo perché l’acqua calda arrivi a destinazione – da qui il termine “riscaldamento della tubazione”. Il riscaldamento non è stato ancora avvertito, ma è in cantiere, predisposto, pronto a manifestarsi.

Ci sono tre ragioni principali per cui il clima della Terra dovrebbe continuare a riscaldarsi anche dopo l’arresto delle emissioni.

In primo luogo, i principali fattori che contribuiscono al riscaldamento globale – anidride carbonica e metano – rimangono nell’atmosfera per lungo tempo: circa 10 anni in media per il metano e ben 400 anni per l’anidride carbonica, con alcune molecole che rimangono in giro fino a millenni. Quindi, spegnere le emissioni non si traduce in riduzioni istantanee della quantità di questi gas, che intrappolano calore nell’atmosfera.

In secondo luogo, parte di questo riscaldamento è stato compensato dalle emissioni antropiche legate a un’altra forma di inquinamento: gli aerosol di solfato, minuscole particelle emesse dalla combustione dei fossili, che riflettono la luce solare nello spazio. Nel secolo scorso, questo oscuramento globale ha mascherato l’effetto di riscaldamento delle emissioni di gas serra. Ma questi e altri aerosol artificiali danneggiano anche la salute umana e la biosfera. La loro rimozione [che dunque è necessaria, e in effetti è avvenuta, ndt] si traduce in qualche decimo di grado di riscaldamento aggiuntivo nell’arco di circa un decennio, prima di raggiungere un nuovo equilibrio.

Infine, il clima della Terra richiede tempo per adattarsi a qualsiasi cambiamento nel bilancio energetico. Circa due terzi della superficie terrestre è fatta di acqua, a volte molto profonda, che è lenta a assorbire il carbonio e il calore in eccesso. Finora, oltre il 91% del calore aggiunto dalle attività umane e circa un quarto del carbonio in eccesso sono andati a finire negli oceani. Mentre gli abitanti della terra possono essere grati per questo ammortizzatore, il calore extra contribuisce all’innalzamento del livello del mare attraverso l’espansione termica e le ondate di calore marine, mentre il carbonio extra rende l’oceano più corrosivo per molti organismi dotati di guscio, con possibili interruzioni della catena alimentare oceanica.

La temperatura superficiale della Terra, guidata dallo squilibrio dell’energia radiante nella parte superiore dell’atmosfera e modulata dall’enorme inerzia termica dei suoi oceani, sta ancora cercando di recuperare un equilibrio per mezzo della sua più grande manopola di controllo: la concentrazione di anidride carbonica.

Quanto riscaldamento?

Quindi, quanto riscaldamento inerziale ci aspetta? Non c’è una risposta chiara.

Il mondo si è già riscaldato di oltre 1,1° C rispetto ai livelli preindustriali. Le nazioni di tutto il mondo hanno concordato nel 2015 di cercare di impedire che la media globale aumenti di oltre 1,5 ° C per limitare i danni, ma il mondo è stato lento a reagire.

Determinare la quantità di riscaldamento che ci aspetta è complicato. Diversi lavori recenti utilizzano modelli climatici per stimare il riscaldamento futuro. Su 18 modelli del sistema Terra oggetto di uno studio recente, nell’ipotesi che le emissioni siano eliminate, alcuni prevedono una prosecuzione del riscaldamento per decenni o centinaia di anni, mentre altri prevedono un rapido raffreddamento. Un altro studio, pubblicato nel giugno 2022, ha rilevato una probabilità del 42% che il mondo sia già consegnato al destino di 1,5 gradi di aumento.

La quantità di riscaldamento è importante perché le sue pericolose conseguenze non aumentano semplicemente in proporzione alla temperatura globale; in genere aumentano in modo esponenziale, in particolare per la produzione alimentare a rischio di calore, siccità e tempeste.

Inoltre, la Terra ha punti critici che potrebbero innescare cambiamenti irreversibili in parti fragili del sistema, come ghiacciai o ecosistemi. E non necessariamente sapremo subito quando il pianeta avrà superato un punto di svolta, perché i cambiamenti sono spesso lenti a manifestarsi. Questa circostanza e l’esistenza di altri sistemi sensibili al clima sono alla base del principio di precauzione di limitare il riscaldamento sotto 2° C, e preferibilmente 1,5° C.

Il cuore del problema climatico, incorporato nell’idea di riscaldamento inerziale, è che ci sono lunghi ritardi tra i cambiamenti nel comportamento umano e i cambiamenti nel clima. Mentre la quantità precisa di riscaldamento inerziale è ancora oggetto di contesa, le prove mostrano che la via più sicura da seguire è quella di passare urgentemente a un’economia senza emissioni di carbonio atmosferico e più equa, che generi molti meno gas serra.

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