Alberto Di Cintio il 29 Gennaio 2023 alle 00:02 Rispondi Come superare l’antipolitica con la partecipazione della cittadinanza attiva? La risposta per me è questa: che si accetti di passare dal modello tradizionale di amministrazione al modello che viene definito dai recenti studi di “amministrazione condivisa”. La cifra del nuovo modo di amministrare sta tutta nel diverso rapporto tra politica, amministrazione e cittadini. Nel caso del modello tradizionale, politica e amministrazione si rapportano ai cittadini come un blocco da essi separato e distinto quanto a interessi perseguiti. Nel caso dell’amministrazione condivisa, invece, i tre vertici del “triangolo virtuoso” (soggetti politico-istituzionali, società civile e mondo degli affari) convergono nel perseguimento dell’interesse generale e, per me, meglio ancora del bene comune. Si passa così da un rapporto tra istituzioni e cittadini di tipo bipolare e unidirezionale a uno di tipo multipolare e circolare. L’assunto centrale del paradigma bipolare è che i cittadini sono capaci solamente di perseguire interessi particolari e pertanto che alle pubbliche amministrazioni spetti il compito di farsi carico dell’interesse generale. Il paradigma alternativo è quello della partnership sociale, che costituisce la base teorica per il nuovo modello di amministrazione condivisa, secondo quanto previsto dall’articolo 118 della Carta costituzionale. Il principio è eminentemente relazionale, per la cui realizzazione è necessario instaurare fra soggetti pubblici e privati rapporti fondati sulla trasparenza, la collaborazione, il rispetto reciproco. Viceversa i percorsi o i tavoli di ascolto e la stessa sussidiarietà a sostegno della gestione pubblica è un modo di amministrare che rientra nell’ambito del paradigma bipolare, non di quello sussidiario. La ragione è presto detta: l’amministrazione rimane pur sempre l’unico soggetto legittimato al perseguimento dell’interesse generale, mentre l’affidamento ai cittadini organizzati ha natura solamente strumentale. Invece molti piani strategici attuati in Italia nel corso degli ultimo 10 anni confermano che il fattore più importante di successo è stata la governance. Ovvero le differenze di performance tra una città e l’altra non sono dovute tanto alla diversa qualità delle analisi tecniche o alla diversità delle risorse messe in campo, quanto piuttosto alla diversa capacità di tradurre in pratica il modello della partnership sociale. La nuova prospettiva e stagione dell’amministrazione condivisa è fondamentale soprattutto per il futuro delle città, per l’ambito fisico che si colloca fra lo stato e il singolo, e cioè per quel luogo caratterizzato dai rapporti personali che interagiscono nel bene collettivo e comune. Alberto Di Cintio