Qui l’articolo pubblicato su “Il Fatto Quotidiano” del 07.05.2022.

“L’Italia, come tutta l’Europa dall’inizio della guerra, si è mossa in maniera acritica, con un atteggiamento subalterno agli Stati Uniti: abbiamo saputo solo mandare armi senza farci garanti di un processo di pace”. Luigi Ferrajoli, professore emerito di Filosofia del diritto all’Università Roma Tre, è preoccupato dagli sviluppi che sta prendendo il conflitto e assieme ad altri due costituzionalisti, Gaetano Azzariti e Claudio De Fiores, ha
chiesto
al governo italiano di organizzare una conferenza di pace a Roma sul modello di quella di Helsinki del 1975. Ferrajoli, da giurista, si sofferma anche sul ruolo (inesistente) del Parlamento: “Che le Camere non vengano interpellate è segno di debolezza della nostra democrazia”, afferma.

Professore, in cosa consiste la vostra proposta?


Per non essere accusato di putinismo voglio dire che il responsabile principale di questa guerra è Putin, che la sua guerra è criminale e senza attenuanti e che non ci sono giustificazioni all’invasione dell’Ucraina. Però siccome molti dicono che non c’è più nulla da fare, perché Putin non vuole trattare, noi invece siamo convinti che Biden, Johnson, Draghi, Scholz e Macron debbano convocare un tavolo permanente in sede Onu per affiancare l’Ucraina e arrivare alla pace. Qui il pericolo è che si arrivi a una guerra nuclearee quindi tutti i Paesi hanno il dovere di evitare
la catastrofe. Peraltro è contraddittorio definire Putin un pazzo criminale al pari di Hitler e poi pensare che non abbia nessuna intenzione di sganciare la bomba atomica su qualche capitale europea. Serve maggior prudenza.

E come?

Serve un negoziato subito, voluto dalle potenze europee, oppure si cadrà in una guerra infinita che produrrà orrori ulteriori e l’Europa diventerà un campo di battaglia. D’altronde se un bandito minaccia di sparare sulla folla o ha già iniziato, si cerca una trattativa con lui per evitare che uccida tutti.

Secondo molti pacifisti questa è una guerra per procura tra Stati Uniti e Russia. Concorda?

Non ci piace il termine “guerra per procura”? Chiamiamola in un altro modo, ma smettiamola con le ipocrisie: questa è una guerra tra l’Occidente e la Russia.

E l’Italia come si sta muovendo?


L’Italia, come tutta l’Europa, è troppo subalterna agli Stati Uniti. Abbiamo solo mandato armi e non sappiamo negoziare. Draghi è una persona stimata, ma proprio per questo dovrebbe usare il suo ruolo per intervenire proprio ora che la guerra sta cambiando la sua natura. La nostra Costituzione dice chiaramente, all’articolo 11, che l’Italia non solo ripudia la guerra, ma anche le sue logiche.

Però si dice che i pacifisti leggono solo la prima parte dell’articolo 11. Cosa dice la seconda?

La seconda parte conferma la prima: non solo ripudiamo la guerra, ma limitiamo la nostra sovranità per concederla a Onu, Ue e Nato (organizza
zione di difesa) per arrivare alla pace.

Il Parlamento che ruolo ha?

Nessuno, non è stato coinvolto. Questo è un vulnus per la nostra democrazia perché sul tema più importante il Parlamento dovrebbe discutere e decidere in seduta permanente.

Però ha autorizzato il governo a mandare armi fino al 31 dicembre.

Il discorso sulle armi è chiuso, ormai le abbiamo mandate. Il Parlamento ha fatto male a dare la delega in bianco all’esecutivo, ma visto che la natura della guerra è cambiata le Camere dovrebbero discuterne: vogliono provare a parlare di pace? Vogliono chiedere ai leader di negoziare?

Abbiamo fatto bene a inviare armi?

Io ero contrario, ma non c’è dubbio che siano servite alla resistenza ucraina. Detto questo è un dilemma morale. Su questo mi lasci dire una
cosa…

Prego.

In Italia si respira un clima indegno: quello di aggredire e insultare sempre l’interlocutore che la pensa diversamente. La mancanza di incertezze, di dubbi, di atteggiamenti problematici è un segno preoccupante di incapacità di dialogare.

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