Francesco Demarco il 16 Maggio 2022 alle 22:03 Rispondi Ma se la questione è ecologica nonchè globale, non è più il caso, se mai lo è stato, di fare “così come ho ragione io”, questa guerra di tutti contro tutti. Sappiamo che dovremmo solo riconoscere liberamente la necessità delle cose… E allora perchè questo articolo? Perchè questa sega mentale che critica l’operato di altri ed evita di suggerire il da farsi? Di agire come un Musk, ma concretamente?
claudio salone il 13 Maggio 2022 alle 08:34 Rispondi Ottima sintesi di quanto stiamo vivendo, che condivido appieno. Vivere in un eterno presente senza spessore, negando persino l’utilità della ricerca delle cause (che è poi il senso della historìa), definendo sprezzantemente “complessisti” quelli che dedicano tempo a una tale superflua attività è il risultato più alto della rozza “filosofia” neo-illuminista che domina nelle coscienze del nostro mondo occidentale. Parlare costantemente di “valori universali”, eterni, come la libertà individuale, segna la vittoria del pensiero radicale, di una logica binaria vizio-virtù in base alla quale si classifica tutto ciò che accade. Molto suggestivo il richiamo alla Compagnia delle Indie inglese, un modello di “impero coloniale aziendale”, seguito peraltro dalle omonime compagnie francese e olandese: mutatis mutandis, ci risiamo. Il velo della democrazia è squarciato ormai in più punti e lascia intravvedere la dura realtà “strutturale” che lo sottende, cioè a dire il brutale dominio dell’economico sul politico, che ormai non necessita neppure più di sovrastrutture ideologiche e di falsa coscienza. Le urne disertate ormai un po’ dappertutto da circa il 50% degli “aventi diritto al voto” (molto di più tra i giovani elettori) ne sono la più cruda testimonianza. ‘Che fare? ’, direbbe qualcuno: certo non cedere alla tentazione di parlare di “decadenza”, di rimpiangere tempi e modelli non più riproponibili, ma affrontare le trasformazioni in atto con spirito critico, ben lontano quindi dall’attuale linguaggio semplificatorio e sloganistico con cui si tenta di imbonire la nuova piazza globale.